Introduzione
L’anoscopia è una procedura che utilizza un sottile tubicino (anoscopio) per visualizzare il rivestimento dell’ano e del retto, i due tratti terminali dell’intestino.
L’ano in particolare è l’orifizio (l’apertura) dell’apparato digerente attraverso cui vengono espulse le feci, mentre il retto è il tratto intestinale immediatamente precedente, dove si accumulano le feci prima di essere evacuate.
A cosa serve?
L’anoscopia viene spesso utilizzata per diagnosticare:
- Emorroidi, una condizione causata dal gonfiore delle vene omonime intorno all’ano e al retto inferiore (possono essere interne oppure esterne). In genere non si tratta di un disturbo grave, ma possono causare sanguinamento e disagio.
- Ragadi anali, piccole ma dolorose lacerazioni della mucosa che riveste l’ano.
- Polipi anali, escrescenze anormali sul rivestimento dell’ano e potenziali lesioni precancerose.
- Una generica infiammazione, causa ad esempio di arrossamenti, gonfiori e/o irritazioni attorno all’ano.
- Cancro. L’anoscopia ad alta risoluzione viene spesso utilizzata per valutare l’ipotesi di tumore anale o del retto.
Quando viene richiesta
Tra i sintomi più comuni che potrebbero indurre il medico a richiedere un’anoscopia si annoverano:
- Sangue nelle feci o sulla carta igienica dopo un movimento intestinale
- Prurito intorno all’ano
- Gonfiore o presenza di grumi duri intorno all’ano
- Movimenti intestinali dolorosi
Preparazione
Viene in genere consigliato di urinare e, se possibile, evacuare prima dell’esame, ma non è necessaria alcuna preparazione intestinale specifica (richiesta invece, ad esempio, per la colonscopia).
In caso di assunzione di anticoagulanti/antiaggreganti è bene segnalarlo al medico e, nelle 24 ore precedenti, è consigliabile evitare di:
- somministrare clisteri,
- applicare creme anali,
- avere rapporti anali.
Fa male?
L’esame non viene in genere descritto propriamente come doloroso, anche se può causare un certo fastidio; l’eventuale presenza di emorroidi o ragadi potrebbe aumentare la percezione sgradita.
In caso di biopsia (prelievo di un piccolo frammento di mucosa) si potrebbe sentire un leggero dolore di di durata limitata.
Quanto dura?
In caso di anoscopia ad alta risoluzione potrebbero essere necessari circa 20-30 minuti.
La procedura
Al paziente viene in genere fatto indossare un camice ospedaliero o indumento simile e poi invitato a sdraiarsi su un apposito lettino, su un fianco, oppure in posizione inginocchiata e appoggiato sui gomiti.
Il medico procede in genere preventivamente ad una delicata esplorazione rettale mediante un dito provvisto di guanto e adeguatamente lubrificato per verificare la presenza di emorroidi, ragadi o altri problemi (esame rettale digitale). In caso di fastidio è possibile applicare un gel anestetico.
Il passo successivo è costituito dall’anoscopia vera e propria: verrà introdotto delicatamente un sottile tubo lubrificato (anoscopio) per una lunghezza di circa 5 cm attraverso l’ano; i dispositivi sono in genere provvisti di una fonte luminosa in grado di favorire una valutazione più efficace delle mucose.
Durante l’inserimento il medico potrebbe chiedere al paziente di spingere come se stesse per avere un movimento intestinale, e poi rilassarsi, per favorire l’entrata dello strumento.
Nel caso di presenza di lesioni sospette è possibile procedere al prelievo di un piccolo frammento mucoso per una successiva analisi di laboratorio.
Anoscopia ad alta risoluzione
In molti casi è possibile beneficiare di un esame più sofisticato, chiamato anoscopia ad alta risoluzione durante la quale il medico provvederà ad inserire un piccolo tampone impregnato di acido acetico attraverso l’anoscopio e nell’ano, sostanza in grado di caratterizzare di un colore bianco cellule anomale. Viene quindi rimosso solo l’anoscopio (il tampone rimane in posizione e lì lasciato per alcuni minuti). Dopo alcuni minuti il tampone viene rimosso per reinserire l’anoscopio insieme a uno strumento in grado di fornire immagini ingrandite (di 40 volte) e quindi meglio valutabili (colposcopio) alla ricerca del colore bianco.
Rischi
L’effetto collaterale più comune è un leggero sanguinamento durante l’estrazione dell’anoscopio, soprattutto in presenza di emorroidi o in caso di biopsia.
Viene eseguita a livello ambulatoriale e non richiede quindi né anestesia, né ricovero; si raccomanda di avvertire lo specialista nel in cui compaiano successivamente:
- sanguinamento,
- dolore significativo.
Da notare che, soprattutto nel caso di biopsia, è ragionevole aspettarsi un leggero sanguinamento per un paio di giorni (ma in caso di perdite abbondanti e/o febbre è necessario segnalarlo al medico).
Alcuni specialisti consigliano, per i 3 giorni successivi, di:
- evitare sforzi eccessivi (è consentito camminare, non correre, ad esempio)
- preferire abiti larghi
- evitare di stare seduti o in piedi a lungo
- bere abbondanti liquidi per prevenire fenomeni di stitichezza
- evitare bagni (la doccia è consentita, evitando acqua troppo calda).
Controindicazioni
Secondo il manuale MSD costituiscono controindicazioni assolute, ovvero condizioni la cui presenza impedisce sempre lo svolgimento dell’esame:
- Shock
- Infarto miocardico acuto
- Peritonite
- Perforazione acuta dell’intestino
- Colite fulminante (tossica), una grave complicazione della colite ulcerosa
- Assenza di ano a causa di un intervento chirurgico o di una condizione congenita.
Rappresentano invece controindicazioni relative, ovvero da valutare caso per caso:
- Aritmie cardiache (alterazioni patologie del battito cardiaco) o recente ischemia miocardica
- Interventi chirurgici anali recenti
- Stenosi anali (restringimento dell’ano)
- Scarsa collaborazione del paziente
- Severo dolore anale (potrebbe essere valutata una qualche forma di anestesia)
- Sospetto ascesso perirettale (accumulo di pus)
Fonti e bibliografia
Articoli ed approfondimenti
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