Shock settico: cause, sintomi e cura

Introduzione

Lo shock settico è una condizione pericolosa per la vita che si verifica quando la pressione sanguigna scende a un livello pericolosamente basso in seguito ad un’infezione che si è diffusa al sangue; rappresenta in altre parole una grave conseguenza della sepsi.

Shock settico o sepsi?

Il termine sepsi racchiude un insieme di condizioni con tasso di mortalità ampiamente variabile, tutte accomunate dalla perdita di funzionalità di organi nobili in conseguenza di un’eccessiva risposta immunitaria ad un’infezione; in passato era nota come setticemia, mentre oggi con questo termine si fa riferimento ad uno stato di sepsi in cui sia presente batteriemia (sepsi batteriemica, ovvero presenza dei batteri responsabili nel sangue).

Lo shock settico (o shock setticemico) è un sottoinsieme di sepsi caratterizzato da un importante aumento del rischio di mortalità a causa di gravi disfunzioni legate alla circolazione (tipicamente pressione molto bassa, che conduce a insufficienza respiratoria e/o cardiaca, ictus, insufficienza di altri organi e spesso morte) e/o al metabolismo cellulare (aumento del lattato nel sangue). In altre parole è una possibile conseguenza della sepsi, caratterizzato da:

  • stato di shock: condizione che suggerisce il crollo della pressione del sangue,
  • settico: ovvero dovuto ad infezione diffusa (da sepsi).

Cause

Qualsiasi tipo di patogeno può causare infezione, ma nel caso della sepsi tipicamente si tratta di batteri; meno comunemente tuttavia anche funghi (ad esempio del genere Candida) e virus possono diventarne responsabili.

Quando l’organismo non è in grado di affrontare adeguatamente l’infezione può innescarsi una risposta generalizzata fuori controllo, i cui danni agli organi superano di gran lunga i benefici della reazione (sepsi); in specifiche condizioni la reazione può progredire ed evolvere pericolosamente verso un travaso di liquidi dai vasi sanguigni ai tessuti circostanti che, quando particolarmente ingente, porta inevitabilmente ad un crollo della pressione arteriosa (come se in una pompa da giardino per l’acqua ci fossero numerose perdite lungo il percorso del tubo).

Con il crollo della pressione gli organi nobili potrebbero non ricevere più adeguate quantità di sangue ossigenato, causando infine un’insufficienza d’organo (polmoni, cuore, reni, …).

Tra le infezioni più comunemente associate al rischio di shock settico troviamo:

Fattori di rischio

Tutti i soggetti che per qualsiasi ragione abbiano un sistema immunitario indebolito corrono un maggior rischio di sviluppare sepsi e shock settico:

  • neonati
  • anziani
  • donne incinte
  • individui malnutriti
  • pazienti con malattie croniche (diabete, cirrosi o insufficienza renale, …)
  • pazienti lungo-degenti in ospedale e/o convalescenti da interventi di chirurgia maggiore
  • soggetti immunodepressi (da AIDS, in chemioterapia, trapiantati, …).

Sintomi

All’inizio l’infezione può portare a una reazione chiamata sepsi, caratterizzata da stanchezza, febbre (o talvolta ipotermia), brividi, ansiabattito cardiaco accelerato (tachicardia) e aumentata frequenza respiratoria (tachipnea).

Nel caso di evoluzione verso lo shock settico si verifica una grave ipotensione (abbassamento della pressione del sangue), responsabile dei seguenti sintomi:

Complicazioni

Lo shock settico ha un elevato tasso di mortalità ed il concreto rischio di danni permanenti agli organi vitali, a causa dell’insufficienza d’organo (principalmente polmoni, cuore, reni) e dal rischio di formazione di coaguli sanguigni, potenzialmente responsabili di gravi complicazioni quali ictus, infarto ed embolia polmonare.

La prognosi dipende da fattori quali:

  • infezione iniziale
  • numero di organi interessati
  • tempestività dell’intervento medico.

Quando chiamare il medico

Lo shock settico rappresenta un’emergenza medica che richiede immediata assistenza ospedaliera.

Diagnosi

Crollo della pressione arteriosa (sistolica, la cosiddetta massima, inferiore a 90 mm/Hg) ed aumento del lattato (superiore a 18 mg/dL) nel sangue sono i due esami chiavi per la diagnosi di shock settico, coadiuvati una serie di altre valutazioni quali:

A seconda della causa scatenante possono essere richiesti esami specifici , tra cui eventualmente indagini d’imaging:

Cura

Lo shock settico richiede che la gestione del paziente avvenga in un’unità di terapia intensiva; i possibili approcci terapeutici comprendono:

  • ossigenoterapia a supporto della respirazione (nei casi più gravi può essere richiesta la ventilazione meccanica),
  • supporto della pressione sanguigna mediante infusione di liquidi endovena (per aumento del volume di sangue circolante) e farmaci,
  • antibiotici a supporto del contrasto all’infezione (in genere si somministra un cocktail di più antibiotici per aumentarne l’efficacia e ridurre il rischio di resistenza batterica),
  • chirurgia, quando sia necessaria la rimozione di tessuto necrotico.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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