Introduzione
Il dolore localizzato al collo è una condizione medica molto comune, che si stima interessare fino al 40% della popolazione almeno una volta all’anno.
È più comune nel sesso femminile ed insorge più frequentemente nei soggetti adulti e anziani.
Frequentemente chiamato anche dolore cervicale, il dolore al collo può essere causato da una serie molto ampia di disturbi e malattie, di gravità ampiamente variabile, legate a ciascuna delle strutture che compongono il collo o dagli organi che vi transitano all’interno.
Nella maggior parte dei casi gli episodi di male al collo si risolvono spontaneamente con il riposo o a seguito di specifici trattamenti, ma più del 50% degli individui dichiara che il sintomo non si risolve mai completamente, o che ritorna dopo un periodo di assenza.
Esistono molti modi per classificare il dolore al collo, ma il più utilizzato si basa sulla durata.
- Viene definito acuto un dolore al collo che dura meno di 6 settimane,
- subacuto un dolore che dura più di 6 settimane ma meno di 3 mesi
- e cronico se invece dura più di 3 mesi.
Maggiore è la durata del disturbo, più improbabile diventa trovare una terapia realmente risolutiva.
Richiami di anatomia
Il collo è la regione anatomica compresa posteriormente tra la base del cranio (in alto) e la settima vertebra cervicale (in basso), e anteriormente tra l’angolo mandibolare (in alto) e la fossetta giugulare (in basso).
Al suo interno sono comprese un notevole quantità di organi e strutture, tra cui
- Sette vertebre cervicali, ossia i blocchi ossei che formano il canale midollare, che conferisce un’importante protezione a una struttura fondamentale per la vita che vi passa all’interno, il midollo spinale. Le vertebre prendono articolazione l’una con l’altra, permettendo la mobilità del collo.
- Tra le sette vertebre vi sono altrettanti dischi vertebrali, ossia cuscinetti fibro-cartilaginei che fungono da ammortizzatori naturali tra le vertebre di tutta la colonna vertebrale.
- Nervi del collo, che possono originare direttamente dal midollo spinale cervicale (prendendo origine dalle radici spinali cervicali, in stretto rapporto con le vertebre e dischi vertebrali cervicali) o più in alto, utilizzando il collo come passaggio per raggiungere le strutture toraco-addominali da innervare.
- Vasi sanguigni (arterie e vene), tra le più importanti per volume vanno citate l’arteria carotide e la vena giugulare.
- Muscoli del collo.
- Fasce cervicali (superficiale e profonda).
- Linfonodi.
- Tiroide e ghiandole paratiroidi.
- Esofago.
- Laringe e trachea.
Cause
Le cause che possono provocare dolore al collo sono estremamente numerose e possono originare da una qualsiasi delle strutture che compongono il collo o dagli organi che vi transitano all’interno, ma tra le ragioni più comuni di dolore cervicale rientrano senza dubbio quelle ad origine muscolo-scheletrica, in cui i tessuti coinvolti sono
- muscoli,
- legamenti
- o le strutture che compongono la colonna vertebrale cervicale.
Esempi di comuni condizioni mediche che coinvolgono principalmente l’asse scheletrico cervicale sono
- artrosi cervicale,
- colpo di frusta,
- ernia del disco, che può comprimere una o più radici nervose,
- e i traumi alla regione cervicale, ad esempio in seguito a cadute o incidenti.
Quando invece il dolore al collo origina da condizioni che colpiscono selettivamente i muscoli del collo, le cause possono essere patologie più semplici e diffuse come
- una posizione scorretta del collo mantenuta durante il sonno o un lungo viaggio
- torcicollo (contratture della muscolatura del collo),
sia condizioni più rare e di difficile risoluzione, come
- la fibromialgia
- o la polimialgia reumatica.
Il dolore al collo può anche derivare dall’infiammazione di una delle strutture racchiuse nel collo; ne rappresenta un esempio tipico l’ingrossamento dei linfonodi, una reazione molto frequente a qualsiasi infezione, anche versi virus comuni e banali come quello dell’influenza.
Il dolore al collo può anche derivare da infezioni più rare e complesse, come
- l’infezione delle ossa della colonna vertebrale cervicale (osteomielite),
- l’infezione del nucleo polposo del disco intervertebrale (discite)
- o dalla meningite, che spesso si manifesta primariamente con dolore e rigidità del collo.
Passando all’elenco di cause più eterogenee e sistemiche, ricordiamo ad esempio:
- tumori di una delle strutture del collo (ad esempio tumori della tiroide, tumori della laringe, tumori della faringe, linfomi, tumori muscolo-scheletrici, tumori delle ghiandole salivari, tumori del midollo spinale),
- artrite reumatoide,
- herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio),
- morbo di Paget,
- spondilite anchilosante,
- siringomielia.
Talvolta anche cause psicologiche possono essere alla base del dolore al collo, come un’importante depressione o un periodo d’intenso stress.
Fattori di rischio
Le principali condizioni che sono state associate all’insorgenza di dolore al collo sono
- sesso femminile,
- fumo di sigaretta,
- predisposizione genetica (se in famiglia ci sono parenti prossimi che soffrono di dolore al collo vi è una maggiore possibilità di svilupparlo),
- soffrire di mal di schiena,
- soffrire di mal di testa,
- precedenti traumi/lesioni al collo,
- cattivo stato di salute generale,
- stile di vita sedentario,
- bassa soddisfazione sul lavoro (predispone a stress e depressione, a loro volta possibili cause di dolore al collo),
- ambiente di lavoro con postazioni fisiche non adeguate (ad esempio lavorare in ufficio con sedie non ergonomiche).
Sintomi
Il dolore al collo è comunemente descritto come una fitta di dolore improvviso e importante che si manifesta a livello cervicale. Nella maggior parte dei casi il dolore ha la caratteristica di essere cronico-recidivante, cioè in grado di perdurare per qualche ora o per tutta la giornata, per poi scomparire e ripresentarsi solo dopo alcuni giorni. Solo in una minor parte dei casi il dolore al collo persiste per lunghi periodi senza mai attenuarsi.
Spesso il dolore può peggiorare con il movimento del collo (girando la testa) e può essere associato ad altri sintomi, tra cui i principali sono
- intorpidimento e/o formicolio del collo,
- difficoltà a deglutire,
- vertigini,
- ingrossamento dei linfonodi,
- cefalea (mal di testa),
- dolore facciale,
- dolore alla spalla e/o alle braccia,
- intorpidimento e/o formicolio alla spalla e/o alle braccia,
- dolore alla schiena.
Quando rivolgersi al medico
Si raccomanda di rivolgersi al curante nel caso in cui
- il dolore o la rigidità non scompaiono dopo alcuni giorni di automedicazione con antinfiammatori e/o analgesici
- siano presenti ulteriori sintomi (febbre, mal di testa severo, formicolio o alterazioni della sensibilità al braccio).
Diagnosi
Per una corretta diagnosi è importante la valutazione delle caratteristiche del dolore al collo del paziente.
Il medico esamina
- la posizione con cui compare,
- l’intensità e la durata del disturbo
- e se questo migliora o peggiora con la rotazione della testa.
È inoltre fondamentale accertarsi se la storia clinica del paziente presenti patologie già diagnosticate eventualmente compatibili con l’insorgenza del dolore al collo.
Viene quindi eseguito un attento esame obiettivo del collo. Alla palpazione si valutano eventuali tumefazioni, che potrebbero essere associate
- sia a condizioni banali come un ingrossamento dei linfonodi (più frequentemente),
- sia a condizioni più allarmanti come una neoplasia.
Si procede quindi all’esame dei sintomi associati, in particolar modo se legati a un coinvolgimento del sistema nervoso, come la presenza di formicolio/intorpidimento del collo che può irradiarsi anche a livello della spalla, fino a coinvolgere tutto l’arto superiore.
Quando la clinica e l’esame obiettivo non sono sufficienti per stabilire la causa del dolore al collo possono essere richiesti dal medico alcuni esami strumentali aggiuntivi, come
- radiografia
- TAC
- scintigrafia ossea
- risonanza magnetica
- elettromiografia (EMG)
- elettroneurografia (ENG).
Rimedi e cura
Ogni paziente che presenti dolore al collo costituisce un caso a sé stante e di conseguenza il trattamento dipende dall’esatta causa che ne è alla base. Le opzioni di trattamento comprendono
- riposo,
- applicazione di impacchi caldi o freddi, a seconda della causa e dell’evoluzione,
- terapia fisica (con ultrasuoni, massaggi o manipolazione del collo),
- applicazione di creme o cerotti contenenti antidolorifici,
- uso di farmaci rilassanti muscolari
- iniezioni locali di cortisone o anestetici (infiltrazioni),
- più raramente procedure chirurgiche.
Si raccomanda di non ricorrere a collari ortopedici se non espressamente prescritti dal medico.
Vengono in alcuni casi proposti trattamenti alternativi come l’agopuntura, di cui tuttavia esistono solo, nel migliore dei casi, moderate evidenze scientifiche.
A cura del Dr. Alberto Carturan, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
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