Dolore al seno destro/sinistro prima, durante o dopo il ciclo

Introduzione

Il dolore al seno è un disturbo particolarmente frequente nella vita delle donne ed è descritto, a seconda dei casi, come una sensazione soggettiva di pesantezza che si accompagna a bruciore ed intensa dolorabilità delle mammelle e dei tessuti circostanti.

In termini medici il sintomo prende il nome di “mastodinia” e rappresenta una delle cause più frequenti di ricorso ad un consulto medico specialistico da parte delle pazienti di sesso femminile; in molte donne questa spiacevole sensazione, pur essendo fonte di comprensibile preoccupazione, è spesso il risultato di una temporanea alterazione di natura ormonale, molto meno preoccupante rispetto ad altri tipi di condizioni morbose (a cui in maniera spesso avventata si è soliti pensare), primi fra tutti i tumori.

Da un punto di vista generale si deve considerare particolarmente sospetto un dolore che:

  • non sembri essere legato ad una fase del ciclo mestruale, ma al contrario persista nel tempo
  • interessi un unico seno (o il destro o il sinistro), magari in modo localizzato
  • colpisca una donna in menopausa.

Nonostante ciò è sempre necessario appurare con certezza la causa del disturbo, rivolgendosi ad uno specialista ed effettuando i controlli periodici previsti/consigliati, indipendentemente dai sintomi, per individuare in maniera precoce ogni tipo di alterazione che potrebbe costituire la spia di una malattia maligna nel suo stadio iniziale.

Donna che si tocca il petto a causa del dolore al seno

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Cause e sintomi associati

Il dolore al seno può essere determinato da diversi fattori, non sempre di natura patologica; le cause più frequenti di mastodinia includono:

  • Cambiamenti di natura ormonale correlati al ciclo mestruale: durante il ciclo mestruale si verificano cambianti nei livelli ormonali che possono determinare dolorabilità, gonfiore e tensione mammaria; questo disturbo tende a presentarsi circa 3-7 giorni prima dell’arrivo delle mestruazioni (talvolta nel contesto della sindrome premestruale) e colpisce entrambe le mammelle, riducendosi poi di entità con il proseguimento del flusso mestruale.
  • Gravidanza: la sensazione di dolenzia e l’aumentata sensibilità della regione mammaria, possono costituire i primi segnali di uno stato di gravidanza; nella maggior parte dei casi questi sintomi non sono isolati, ma tendono ad accompagnarsi a:
  • Herpes zoster: in questi casi, il dolore al seno è solitamente bruciante o lancinante e si accompagna a un’eruzione cutanea vescicolare in corrispondenza della regione mammaria.
  • Mastite: corrisponde ad un processo infiammatorio che riguarda la ghiandola mammaria, sostenuto da batteri o dovuto ad altre cause, come l’allattamento; il seno appare gonfio, arrossato e molto dolorante, la cute della regione mammaria può risultare calda al tatto, possono fuoriuscire piccole secrezioni dai capezzoli e la paziente può presentare sintomi simil-influenzali, come febbre o brividi di freddo.
  • Allattamento: un dolore al seno riferito in concomitanza dell’allattamento può essere dovuto a diverse condizioni cliniche, come:
    • Mastite: (già analizzata precedentemente, può determinare un’ostruzione dei dotti galattofori durante l’allattamento);
    • Ingorgo mammario: condizione della mammella tipica delle prime settimane dopo il parto e caratterizzata da aumentato volume dei seni che si accompagna ad un incremento nella produzione di latte; in alcuni casi il volume del latte prodotto può superare la capacità delle strutture mammarie di immagazzinarlo, causando una sovradistensione mammaria, con ostruzione parziale o completa della circolazione del sangue capillare, del drenaggio linfatico e dotti galattofori, con conseguente stasi del latte (questa condizione, inoltre, può predisporre allo sviluppo di infezioni).
    • Ascesso mammario: può svilupparsi come conseguenza di una mastite trascurata o non opportunamente trattata e si caratterizza per la fuoriuscita di pus dalla regione mammaria.
    • Infezione da candida: infezione sostenuta da un fungo che può presentarsi più spesso durante l’allattamento, rendendolo molto difficoltoso; colpisce prevalentemente i capezzoli, i quali appaiono lucidi, pruriginosi, di colorito roseo o rossastro e tendenti alla desquamazione; il dolore al seno è intenso, specialmente durante o dopo la poppata.
  • Lesioni nodulari (noduli): le lesioni che più frequentemente provocano dolore al seno sono:
    • Fibroadenomi: molto diffusi nelle pazienti più giovani (specialmente al di sotto dei 30 anni), sono lesioni nodulari lisce, isolate, dure al tatto, ma che si muovono sotto la pelle, dai margini ben definiti; queste lesioni, solo occasionalmente causano dolore e sono considerate, per le loro caratteristiche, generalmente benigne.
    • Cisti mammarie: formazioni nodulari benigne dal contenuto fluido, molto frequenti nelle donne al di sopra dei 35 anni.
    • Mastite: formazioni di noduli o aree solide nel contesto della regione mammaria possono comparire anche in corso di infezione delle ghiandole mammarie.
  • Tumore al seno: solo occasionalmente il tumore al seno può determinare la comparsa di dolore; le lesioni di natura maligna, infatti, si caratterizzano più spesso per:
    • Formazione nodulare solida, ben adesa alla cute sottostante;
    • Cambiamento di dimensione del seno (monolaterale o bilaterale);
    • Secrezioni ematiche dal capezzolo;
    • Retrazione della cute della regione mammaria;
    • Capezzolo arrossato o rientrato rispetto alla posizione naturale.

    È possibile ricercare queste alterazioni mediante autopalpazione delle mammelle; nel caso in cui fossero presenti anomalie, è opportuno rivolgersi immediatamente ad un medico, perché il dolore al seno potrebbe essere la spia di una patologia neoplastica sottostante.

In altri casi il dolore al seno può essere dovuto a:

  • Lesioni muscolari/articolari che riguardano l’area del petto o le ossa della gabbia toracica;
  • Pregressi interventi chirurgici in corrispondenza della regione mammaria;
  • Assunzione di medicinali: il dolore al seno può essere considerato un effetto collaterale derivato dall’assunzione di contraccettivi (pillole anticoncezionali, cerotti, dispositivi intrauterini), farmaci antidepressivi (come la sertalina) o farmaci antipsicotici (come l’aloperidolo).

Dolore al seno in gravidanza

I seni vanno incontro a profondi cambiamenti durante la gravidanza, potrebbero ad esempio mostrare un più o meno marcato ingrandimento e cambiare di consistenza, un po’ come succede nell’imminenza del flusso mestruale, oltre a poter diventare sede di sensazioni anomale (leggeri formicolii).

Si tratta di cambiamenti precoci, avvertibili già nel primo trimestre, ed indotti dalla produzione ormonale, che iniziano a preparare le mammelle alla successiva produzione di latte.

Con il trascorrere dei mesi molto spesso le vene superficiali tendono poi a diventare più visibili e i capezzoli/areole possono scurirsi e risaltare maggiormente, talvolta accompagnate da poco gradite smagliature.

Già dalla 16a settimana circa il seno potrebbe essere tecnicamente pronto per iniziare la produzione di latte (in forma di colostro), ma è solo nelle ultime settimane di gravidanza che i capezzoli ed il seno diventano ancora leggermente più grandi in preparazione all’allattamento.

Nel contesto di tutti questi cambiamenti è quindi comune l’insorgenza di un leggero dolore al seno, che in genere è bilaterale; potrebbe aumentare la sensibilità e rendere dolorosa anche la pratica sportiva e la palpazione (anche durante i rapporti sessuali). Anche dormire a pancia in giù può diventare fastidioso.

Cura e rimedi

In caso di dolore al seno è sempre opportuno rivolgersi ad un medico per accertare la natura del disturbo, eventualmente anche con il supporto di esami clinici, laboratoristici e strumentali, ed impostare la terapia appropriata.

A seconda dei casi è possibile intervenire mediante:

  • Assunzione di antidolorifici da banco (ibuprofene, paracetamolo), nel caso di mastodinia associata al ciclo mestruale; in questo caso, inoltre, può risultare utile indossare reggiseni sportivi per sostenere il seno, anche mentre si dorme, oltre che durante l’attività fisica;
  • Farmaci antibiotici (specialmente in corso di mastite sostenuta da agenti batterici);
  • Iniezioni locali di corticosteroidi o farmaci anestetici, in caso di dolore dovuto a danni di natura muscolare e articolare;
  • Interventi di drenaggio del pus, che possono essere necessari in caso di mastite complicata da ascessi mammari.
  • Interventi chirurgici, riservati a lesioni nodulari benigne particolarmente voluminose o a patologie tumorali (in questo caso il trattamento chirurgico potrebbe essere associato o meno a cicli di chemioterapia o radioterapia, a seconda dello stato della paziente e della gravità del quadro clinico considerato.

 

A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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