Dolore alla pianta del piede: cause e rimedi

Introduzione

Un dolore avvertito sulla pianta del piede può essere conseguenza di numerose condizioni cliniche, peraltro non sempre patologiche; in molti casi un disturbo di questo tipo può infatti scaturire semplicemente da un lieve affaticamento, come quello che può seguire una camminata, oppure essere percepito in seguito ad un trauma o ad un sovraccarico eccessivo (specialmente in chi trascorre molto tempo in piedi); in altri pazienti, invece, il dolore alla pianta del piede è dovuto a una patologia sottostante, come l’alluce valgo, la metatarsalgia, il neuroma di Morton o la fascite plantare.

Generalmente il dolore alla pianta del piede è riferito a livello cutaneo, oppure internamente e più in profondità, accompagnandosi ad altri sintomi, come:

Nella maggior parte dei pazienti il dolore alla pianta del piede si risolve spontaneamente nel corso di alcuni giorni; quando invece persista nel tempo, diventando invalidante e andando a costituire una vera e propria limitazione per lo svolgimento delle attività quotidiane, diventa opportuno rivolgersi ad un medico, in modo da ottenere una diagnosi e impostare un trattamento mirato.

Fisioterapista massaggia la pianta del piede di una paziente

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Pianta del piede: cenni di anatomia

Il piede è la struttura del corpo deputata a garantire il sostegno e il mantenimento dell’equilibrio durante la deambulazione o in posizione eretta; è composto da 28 ossa (il numero tuttavia può variare in base alla presenza o meno di ossa accessorie dette sesamoidi), diversi nervi, muscoli e articolazioni, ma per facilitare lo studio anatomico di queste strutture, il piede è comunemente suddiviso in tre sezioni:

  • Avampiede (costituito dalle ossa falangi e metatarsi);
  • Mesopiede (costituito dall’osso cuboide, le tre ossa cuneiformi e lo scafoide);
  • Retropiede (comprendente astragalo e calcagno).

Il dolore alla pianta del piede può riguardare una sola di queste regioni ( per esempio, se si concentra a livello del tallone, il retropiede, se è riferito in corrispondenza delle dita, l’avampiede o il mesopiede se localizzato centralmente) oppure estendersi fino a coinvolgere tutte e tre le sezioni; solitamente, inoltre, il disturbo riguarda solo un piede, mentre interessa entrambi i piedi se scaturisce da patologie infiammatorie o di natura sistemica (artrite, vasculite, insufficienza arteriosa).

Cause

Le patologie più comuni che causano dolore alla pianta del piede sono:

  • Metatarsalgia: colpisce principalmente le donne ed è dovuta nella maggior parte dei casi allo stress meccanico indotto dalla scorretta distribuzione del peso corporeo, che causa microtraumi ripetuti in corrispondenza dei metatarsi, soprattutto durante la deambulazione; questo dolore, localizzato nella regione anteriore della pianta del piede, può essere causato anche da altri fattori, come:
    • Anomalie strutturali congenite nella struttura del piede (possono determinare deficit di appoggio);
    • Utilizzo frequente di scarpe dotate di tacco molto alto (possono causare sbilanciamenti posturali, concentrando il carico del peso anteriormente);
    • Malattie articolari sistemiche (come l’artrite reumatoide);
    • Allenamenti troppo intensi o sforzi protratti (possono favorire la formazione di calli nella regione dei metatarsi).
  • Fascite plantare: patologia riconducibile ad un processo infiammatorio che riguarda la fascia plantare (o legamento arcuato), cioè la struttura che ricopre i muscoli del piede, collegando la base delle dita dei piedi al tallone; la fascia plantare ha il compito ridurre le vibrazioni che si generano durante la deambulazione o praticando attività come il salto e la corsa, favorendo una corretta distribuzione del carico al piede. Questo disturbo è meno frequente negli sportivi, mentre tende a manifestarsi con più facilità nelle donne in gravidanza, nei soggetti in sovrappeso\ obesi o in coloro che utilizzano scarpe inadatte che esercitano un’eccessiva tensione sul tallone; altre cause possono essere:
    • Alterazioni anatomiche del piede (per esempio, un tendine d’Achille particolarmente corto, piede piatto, piede cavo);
    • Presenza di sperone calcaneare (anomalo accrescimento di tessuto osseo in corrispondenza del calcagno che, gravando sulla fascia plantare, ne causa l’irritazione);
  • Neurite di Morton: processo infiammatorio localizzato a livello dei nervi che attraversano la pianta del piede, in genere centralmente o in corrispondenza del terzo e quarto dito. È dovuto principalmente all’utilizzo di calzature inadatte, come tacchi alti o scarpe dalla punta stretta; il dolore si localizza anteriormente e tende a peggiorare durante il movimento, diventando molto intenso e causando bruciore.

Altre cause di dolore alla pianta del piede sono:

  • Patologie vascolari:
  • Patologie neurologiche:
  • Patologie dermatologiche:
    • infezioni batteriche,
    • calli e duroni;
  • Patologie del ginocchio o alterazioni della simmetria degli arti inferiori.

Sintomi

Il dolore alla pianta del piede può essere

  • sporadico o presentarsi in forma ricorrente,
  • monolaterale o bilaterale,
  • associato o meno a traumi e sforzi fisici.

Nella maggior parte dei casi si accompagna a:

  • formicolii e intorpidimento
  • bruciore
  • sensazione di pizzicore
  • prurito
  • gonfiore.

Quando contattare il medico

Il dolore alla pianta del piede in genere migliora in pochi giorni o poco più, ma si raccomanda di rivolgersi al medico nel caso in cui:

  • la severità sia tale da impedire di svolgere le normali attività
  • peggiori o comunque non migliori
  • non risponda alla terapia impostata
  • sia accompagnato da sensazioni quali formicolio o perdita di sensibilità al piede.

I pazienti diabetici, infine, dovrebbero segnalare immediatamente qualsiasi disturbo anomalo.

Diagnosi

Il dolore localizzato alla pianta del piede che non si risolve spontaneamente impone la valutazione da parte di un medico, meglio se specialista di ortopedia, o di un podologo a seconda della gravità della situazione e dei sintomi; l’iter diagnostico prevede:

  • Raccolta della storia clinica del paziente e dei sintomi da esso riferiti (localizzazione del dolore, tempo di esordio, entità del disturbo);
  • Esame obiettivo (il medico effettuerà alcune manovre per valutare clinicamente la natura del dolore).

Sulla base del sospetto diagnostico emerso durante la visita, potrebbero poi essere richiesti ulteriori esami, come:

Cura

Il trattamento del disturbo è specifico e rivolto principalmente alla risoluzione della patologia sottostante, quando presente e chiaramente identificata.

Possono essere utilizzati:

  • Farmaci topici: creme, ungenti, lozioni, a base di molecole dalle proprietà antinfiammatorie e\o antidolorifiche, da applicare localmente sulla zona da trattare;
  • Farmaci sistemici: corticosteroidi, antidolorifici e antinfiammatori, da assumere oralmente o attraverso altre vie, in caso di sintomatologia più grave.
  • Terapie fisiche (stretching delle parti molli del piede);
  • Infiltrazioni mediche locali;
  • Intervento chirurgico: è limitato ai casi più gravi che non possono beneficiare di un trattamento conservativo.

Rimedi naturali

Per limitare l’entità o la frequenza di insorgenza del disturbo, può risultare utile l’adozione di alcuni rimedi, come:

  • Utilizzare scarpe adeguate (evitare tacchi troppo alti o calzature strette in punta);
  • Utilizzare solette o plantari confezionati su misura, dopo consulto ortopedico;
  • Applicare creme emollienti o idratanti che preservino e integrino la funzionalità della barriera cutanea;
  • Effettuare pediluvi con acqua tiepida e detergenti specifici delicati;
  • Praticare attività sportiva quotidianamente, evitando sforzi eccessivi se non si è ben allenati;
  • Adottare un regime dietetico equilibrato, evitando l’assunzione di alcol e il fumo di sigaretta.

In alcuni casi si opta per l’applicazione locale di preparazioni semisolide a base di Arnica, Artiglio del Diavolo, … In genere non ci sono controindicazioni se la pelle è integra, ma la letteratura scientifica in merito è nella migliore delle ipotesi ancora preliminare.

Nel caso di traumi o durante l’insorgenza del dolore a causa di sforzi eccessivi trova invece applicazione il ricorso ad impacchi di ghiaccio, come come il sollevamento dell’arto interessato dal dolore (per favorire il ritorno venoso e linfatico).

A giudizio del medico/fisioterapista possono risultare utili esercizi di stretching mirato.

 

A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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