- Introduzione
- Pianta del piede: cenni di anatomia
- Cause
- Sintomi
- Diagnosi
- Cura
- Rimedi naturali
- Fonti e bibliografia
Introduzione
Un dolore riferito in corrispondenza della pianta del piede può essere indicativo di numerose condizioni cliniche, non sempre patologiche; in molti casi un disturbo di questo tipo può scaturire semplicemente da un lieve affaticamento, come quello conseguente ad una camminata, oppure può essere lamentato in seguito ad un trauma o ad un sovraccarico eccessivo (specialmente in chi trascorre molto tempo in piedi); in altri pazienti, invece, il dolore alla pianta del piede è dovuto a una patologia sottostante, come l’alluce valgo, la metatarsalgia, il neuroma di Morton o la fascite plantare.
Generalmente il dolore alla pianta del piede è riferito a livello cutaneo, oppure internamente e più in profondità, accompagnandosi ad altri sintomi, come:
- formicolii e intorpidimento
- bruciore
- sensazione di pizzicore
- prurito
- gonfiore.
Nella maggior parte dei pazienti il dolore alla pianta del piede si risolve spontaneamente nel corso di alcuni giorni; quando invece persiste nel tempo, diventando invalidante e andando a costituire una vera e propria limitazione per lo svolgimento delle attività quotidiane, diventa opportuno rivolgersi ad un medico, in modo da ottenere una diagnosi e impostare un trattamento mirato.

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Pianta del piede: cenni di anatomia
Il piede è la struttura del corpo deputata a garantire il sostegno e il mantenimento dell’equilibrio durante la deambulazione o in posizione eretta; è composto da 28 ossa (il numero tuttavia può variare in base alla presenza o meno di ossa accessorie dette sesamoidi), diversi nervi, muscoli e articolazioni, ma per facilitare lo studio anatomico di queste strutture, il piede è comunemente suddiviso in tre sezioni:
- Avampiede (costituito dalle ossa falangi e metatarsi);
- Mesopiede (costituito dall’osso cuboide, le tre ossa cuneiformi e lo scafoide);
- Retropiede (comprendente astragalo e calcagno).
Il dolore alla pianta del piede può riguardare una sola di queste regioni ( per esempio, se si concentra a livello del tallone, il retropiede, se è riferito in corrispondenza delle dita, l’avampiede o il mesopiede se localizzato centralmente) oppure estendersi fino a coinvolgere tutte e tre le sezioni; solitamente, inoltre, il disturbo riguarda solo un piede, mentre interessa entrambi i piedi se scaturisce da patologie infiammatorie o di natura sistemica (artrite, vasculite, insufficienza arteriosa).
Cause
Le patologie più comuni che causano dolore alla pianta del piede sono:
- Metatarsalgia: colpisce principalmente le donne ed è dovuta nella maggior parte dei casi allo stress meccanico indotto dalla scorretta distribuzione del peso corporeo, che causa microtraumi ripetuti in corrispondenza dei metatarsi, soprattutto durante la deambulazione; questo dolore, localizzato nella regione anteriore della pianta del piede, può essere causato anche da altri fattori, come:
- Anomalie strutturali congenite nella struttura del piede (possono determinare deficit di appoggio);
- Utilizzo frequente di scarpe dotate di tacco molto alto (possono causare sbilanciamenti posturali, concentrando il carico del peso anteriormente);
- Malattie articolari sistemiche (come l’artrite reumatoide);
- Allenamenti troppo intensi o sforzi protratti (possono favorire la formazione di calli nella regione dei metatarsi).
- Fascite plantare: patologia riconducibile ad un processo infiammatorio che riguarda la fascia plantare (o legamento arcuato), cioè la struttura che ricopre i muscoli del piede, collegando la base delle dita dei piedi al tallone; la fascia plantare ha il compito ridurre le vibrazioni che si generano durante la deambulazione o praticando attività come il salto e la corsa, favorendo una corretta distribuzione del carico al piede. Questo disturbo è meno frequente negli sportivi, mentre tende a manifestarsi con più facilità nelle donne in gravidanza, nei soggetti in sovrappeso\ obesi o in coloro che utilizzano scarpe inadatte che esercitano un’eccessiva tensione sul tallone; altre cause possono essere:
- Alterazioni anatomiche del piede (per esempio, un tendine d’Achille particolarmente corto, piede piatto, piede cavo);
- Presenza di sperone calcaneare (anomalo accrescimento di tessuto osseo in corrispondenza del calcagno che, gravando sulla fascia plantare, ne causa l’irritazione);
- Neurite di Morton: processo infiammatorio localizzato a livello dei nervi che attraversano la pianta del piede, in genere centralmente o in corrispondenza del terzo e quarto dito. È dovuto principalmente all’utilizzo di calzature inadatte, come tacchi alti o scarpe dalla punta stretta; il dolore si localizza anteriormente e tende a peggiorare durante il movimento, diventando molto intenso e causando bruciore.
Altre cause di dolore alla pianta del piede sono:
- Patologie vascolari:
- insufficienza arteriosa,
- aterosclerosi,
- vasculiti,
- patologie emboliche,
- stati di insufficienza venosa;
- Patologie neurologiche:
- neuropatie,
- sindrome del tunnel tarsale;
- Patologie dermatologiche:
- infezioni batteriche,
- calli e duroni;
- Patologie del ginocchio o alterazioni della simmetria degli arti inferiori.
Sintomi
Il dolore alla pianta del piede può essere
- sporadico o presentarsi in forma ricorrente,
- monolaterale o bilaterale,
- associato o meno a traumi e sforzi fisici.
Nella maggior parte dei casi si accompagna a:
- formicolii e intorpidimento
- bruciore
- sensazione di pizzicore
- prurito
- gonfiore.
Diagnosi
Il dolore localizzato alla pianta del piede che non si risolve spontaneamente impone la valutazione da parte di un medico, meglio se specialista di ortopedia, o di un podologo a seconda della gravità della situazione e dei sintomi; l’iter diagnostico prevede:
- Raccolta della storia clinica del paziente e dei sintomi da esso riferiti (localizzazione del dolore, tempo di esordio, entità del disturbo);
- Esame obiettivo (il medico effettuerà alcune manovre per valutare clinicamente la natura del dolore).
Sulla base del sospetto diagnostico emerso durante la visita, potrebbero poi essere richiesti ulteriori esami, come:
- esami del sangue
- esami delle urine
- ecografia del piede
- esame baropodometrico
- risonanza magnetica della colonna vertebrale
- radiografia degli arti inferiori
- angiogramma.
Cura
Il trattamento del disturbo è specifico e rivolto principalmente alla risoluzione della patologia sottostante, quando presente e chiaramente identificata.
Possono essere utilizzati:
- Farmaci topici: creme, ungenti, lozioni, a base di molecole dalle proprietà antinfiammatorie e\o antidolorifiche, da applicare localmente sulla zona da trattare;
- Farmaci sistemici: corticosteroidi, antidolorifici e antinfiammatori, da assumere oralmente o attraverso altre vie, in caso di sintomatologia più grave.
- Terapie fisiche (stretching delle parti molli del piede);
- Infiltrazioni mediche locali;
- Intervento chirurgico: è limitato ai casi più gravi che non possono beneficiare di un trattamento conservativo.
Rimedi naturali
Per limitare l’entità o la frequenza di insorgenza del disturbo, può risultare utile l’adozione di alcuni rimedi, come:
- Utilizzare scarpe adeguate (evitare tacchi troppo alti o calzature strette in punta);
- Utilizzare solette o plantari confezionati su misura, dopo consulto ortopedico;
- Applicare creme emollienti o idratanti che preservino e integrino la funzionalità della barriera cutanea;
- Effettuare pediluvi con acqua tiepida e detergenti specifici delicati;
- Praticare attività sportiva quotidianamente, evitando sforzi eccessivi se non si è ben allenati;
- Adottare un regime dietetico equilibrato, evitando l’assunzione di alcol e il fumo di sigaretta.
In alcuni casi si opta per l’applicazione locale di preparazioni semisolide a base di Arnica, Artiglio del Diavolo, … In genere non ci sono controindicazioni se la pelle è integra, ma la letteratura scientifica in merito è nella migliore delle ipotesi ancora preliminare.
Nel caso di traumi o durante l’insorgenza del dolore a causa di sforzi eccessivi trova invece applicazione il ricorso ad impacchi di ghiaccio, come come il sollevamento dell’arto interessato dal dolore (per favorire il ritorno venoso e linfatico).
A giudizio del medico/fisioterapista possono risultare utili esercizi di stretching mirato.
A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
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