Dolore al fianco sinistro: cause, pericoli e quando preoccuparsi

Introduzione

Il “dolore al fianco sinistro” indica la presenza di dolore localizzato nella parte sinistra dell’addome, la regione anatomica posta tra il torace superiormente e la pelvi inferiormente.

Il lato sinistro dell’addome, simmetricamente alla parte controlaterale, è suddiviso topograficamente in 3 parti:

  • Ipocondrio sinistro, superiormente
  • Fianco sinistro, lateralmente alla cicatrice ombelicale
  • Fossa iliaca sinistra, inferiormente
Suddivisione grafica dell'addome in 9 zone per caratterizzazione del dolore addominale

By OpenStax – https://cnx.org/contents/FPtK1zmh@8.25:fEI3C8Ot@10Version 8.25 from the TextbookOpenStax Anatomy and PhysiologyPublished May 18, 2016, CC BY 3.0, Link

Il dolore al fianco sinistro può presentarsi nel corso della vita di ogni soggetto, ad un qualunque individuo, sia in età infantile che in età adulta, sia in stato di buona salute che con problematiche di salute contingenti.

Come nel caso di dolore generico all’addome, anche il dolore al fianco sinistro può persistere per diversi minuti e comunque non più di qualche ora, essendo secondario, nella maggior parte dei casi a un problema di salute poco allarmante; qualora il dolore si presenti più intenso e gravativo, potrebbe essere secondario a motivi di salute più gravi, e quindi richiederà l’attenzione di un medico per valutare la situazione e impostare un percorso diagnostico – terapeutico necessario alla risoluzione del quadro.

Quando si percepisce un dolore a sinistra, questo può derivare da uno degli organi addominali che appartengono ai diversi apparati:

  • Apparato digerente
    • stomaco e duodeno
    • intestino tenue e colon sinistro (a sua volta suddiviso in flessura colica sinistra, discendente, sigma e retto)
    • pancreas
    • milza
    • peritoneo (membrana sierosa che riveste diversi visceri addominali)
  • Apparato urinario:
    • rene e uretere di sinistra
  • Apparato genitale
    • ovaio e tuba uterina di sinistra

Più raramente un dolore al fianco sinistro può essere scatenato da una patologia che interessi organi non addominali, come il polmone sinistro e il cuore, ad esempio in caso di polmonite, pleurite od in caso di infarto cardiaco.

Le cause di dolore al fianco sinistro sono tuttavia, almeno nella maggior parte dei casi, patologie benigne che non richiedono un particolare intervento medico, poiché in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente ai comuni antidolorifici da banco (come Paracetamolo, Desketoprofene, Ibuprofene, …).

Quando tale dolore non venga alleviato dai comuni farmaci da banco e/o si presenti associato ad altri sintomi, quali febbre, ittero (colorazione gialla della pelle e delle sclere, la parte bianca degli occhi), … la situazione richiede una maggiore attenzione ed è auspicabile l’intervento di un medico.

In casi allarmanti e particolarmente urgenti è infine consigliabile recarsi presso il Pronto Soccorso più vicino per determinare la causa che ha scatenato il dolore e, se necessario, risolverlo altrettanto rapidamente (ad esempio con un intervento chirurgico in regime di urgenza).

Da questo punto di vista è quindi possibile operare la seguente distinzione teorica:

  • dolore “comune”, quando derivi da cause non propriamente patologiche, e quindi facilmente risolto con semplici rimedi farmacologici (farmaci da banco) o comportamentali;
  • dolore “patologico” quando richieda uno specifico intervento medico o chirurgico, talvolta urgente.

La prognosi varia a seconda della causa che ha provocato la comparsa del dolore. Nella maggior parte dei casi, trattandosi di una patologia benigna e poco preoccupante, la prognosi è assolutamente positiva. Nei casi più gravi, ad esempio quando sia richiesto un intervento chirurgico in urgenza per la risoluzione del quadro, la prognosi peggiora e raramente può anche risultare infausta.

Dolore al fianco sinistro

Shutterstock/okawa somchai

Dolore al fianco sinistro di tipo comune

 

È il tipico dolore che può avvertire qualunque soggetto, anche con una relativa frequenza, ma senza che esso desti particolari preoccupazioni di salute. Le principali cause possono essere:

  • Disturbi gastro-intestinali tra cui una passeggera alterazione del normale processo digestivo, una gastro-enterite di natura infettiva (come nel caso dell’influenza intestinale o di una leggera tossinfezione alimentare), ma anche più semplicemente di un’ingestione massiva di alimenti (abbuffata) o di contro un digiuno prolungato. Tutti questi disturbi possono provocare una contrazione massiva di anse intestinali con tipiche coliche, oppure provocare iperosmolarità del lume intestinale con richiamo di acqua e formazioni di feci liquide, o ancora irritazione delle pareti intestinali. In questi casi avremo altri sintomi di accompagnamento come:
  • Stati emotivi, come forte stress o stati di ansia, che possono innescare somatizzazioni dolorose
  • Dolore da “ciclo mestruale” (dismenorrea), una sensazione di tipo spastico che si presenta regolarmente in concomitanza con il flusso mestruale.
  • Il “mal di milza” è in gergo quel dolore che si presenta subito sotto l’arcata costale di sinistra, proprio a livello della milza, e che insorge durante uno sforzo aerobico prolungato durante un’attività sportiva senza un opportuno riscaldamento o senza una adeguata preparazione. È considerato benigno e tende in genere a sparire con l’aumento dell’allenamento.

Dolore al fianco sinistro di tipo patologico

Apparato muscolo scheletrico

  • Trauma osseo al torace o all’emicostato di sinistra: il dolore tende a comparire soprattutto durante gli atti respiratori, quando con l’inspirazione la gabbia toracica si dilata e può così irradiarsi fino all’addome
  • Trauma con ematoma a livello della muscolatura dell’addome
  • Pubalgia: infiammazione dei tendini che si inseriscono al bacino (e quindi al pube), tipica degli sportivi,

Apparato gastro intestinale

  • Ulcera gastrica o duodenale, ovvero una lesione escavata della mucosa dello stomaco o del duodeno. Quando la mucosa si danneggia non è più in grado di proteggersi dall’azione acida dei succhi gastrici e dalla bile, con conseguente formazione della lesione ulcerosa.
  • Diverticolite del colon: infiammazione acuta dei diverticoli, estroflessioni (come sacche) di mucosa colica presenti soprattutto a livello del sigma. Nella diverticolite il dolore è graduale e continuo, localizzato in regione iliaca sinistra, associato a volte anche a febbre, nausea e vomito.
  • Sindrome del colon irritabile: è una delle cause più comuni di dolore addominale ricorrente, soprattutto nelle giovani donne. È una patologia che non riconosce una causa patologica, ma è possibile che ci sia una riduzione della soglia dolorosa intestinale, per cui stimoli non particolarmente dolorosi (come la normale distensione intestinale per permettere il passaggio del bolo fecale) possono essere percepiti come tali. Si presenta con dolore addominale diffuso, di tipo continuo o colico, spesso in relazione ai pasti. Il dolore è alleviato dalla defecazione. Questa sindrome si associa a diarrea o stipsi che si alternano in diversi periodi.
  • Intolleranza al lattosio: si presenta con dolore addominale più o meno diffuso, di tipo crampiforme, a pochi minuti o ore dall’assunzione di latte o derivati, con tendenza a regredire spontaneamente. Si associa a diarrea, flatulenza, meteorismo
  • Ernia intestinale: una patologia che prevede l’erniazione di visceri addominali (soprattutto omento e anse intestinali) attraverso punti di minoris resistentiae (debolezza) della parete addominale. Tutti i diversi tipi di ernia (inguinale, ombelicale, laparocele) possono complicarsi con lo strozzamento, ovvero rendersi irriducibili e ischemizzarsi, richiedendo un immediato intervento chirurgico.
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali come il Morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa: si tratta di infiammazioni croniche di diversi tratti dell’intestino, tipicamente il colon e le ultime anse intestinali, che hanno un andamento periodico con alternanza di fasi di remissione a fasi in cui la malattia si riacutizza.
  • Intossicazione alimentare, come in caso di ingestione di cibo contaminato da tossine. Il dolore si presenta molto intenso sin dalle prime fasi e tende a scomparire, anche senza una specifica terapia, nel corso delle successive 48 ore.
  • Infarto intestinale, nello specifico infarto di alcune anse ileali o del colon di sinistra.
  • Occlusione intestinale
  • Perforazione intestinale
  • Tumori del colon sinistro che possono interessare la flessura colica sinistra, il discendente, il sigma e il retto.

Apparato urinario

  • Cistite (ovvero infiammazione delle pareti della vescica)
  • Pielonefrite o glomerulonefrite (ovvero infiammazione del rene)
  • Colica renale: la presenza di calcoli nelle vie urinarie può occludere il lume impedendo l’emissione di urine, ciò provoca lo spasmo della muscolatura delle vie urinarie e relativo dolore di tipo colico, che tipicamente si localizza in corrispondenza delle strutture anatomiche coinvolte (uretere). Questo dolore insorgerà all’inizio con bassa intensità fino a raggiungere l’apice a breve distanza di tempo e poi dopo 10-20 minuti ritornerà gradualmente verso intensità più basse. Durante la giornata si potranno avere diversi attacchi di colica renale.
  • Tumore della vescica

Apparato genitale

Pancreas

  • Pancreatite acuta o cronica: infiammazione del pancreas che si presenta col tipico dolore a “barra” o a “cintura” interessando anche la regione lombare posteriore oltre che l’addome.
  • Tumore del pancreas: può interessare la testa o il corpo/coda del pancreas; è una patologia che darà un dolore molto intenso, cronico difficilmente alleviabile. Il dolore può localizzarsi a sinistra nel caso di interessamento del corpo e della coda pancreatica da parte della neoplasia.

Altri organi/apparati

  • Patologia della milza come la sua rottura post-traumatica, infarto o ischemia, splenomegalia (aumento della dimensione) che può verificarsi ad esempio in corso di patologie linfoproliferative come linfomi o leucemie. Soprattutto in caso di rottura si presenta con un dolore in fianco sinistro con anemizzazione rapida (riduzione della quantità dei globuli rossi circolanti). Richiede un intervento chirurgico di urgenza salvavita per arrestare quanto prima la grave emorragia che si instaura.
  • Patologia extraddominale, come in caso di infarto miocardico o polmonite del lobo sinistro.
  • Herpes zoster (chiamato in gergo “fuoco di Sant’Antonio”): è una patologia molto comune nell’anziano e nei soggetti con immunodepressione. Si presenta con dolore urente, molto intenso. È associato allo sviluppo delle tipiche vescicole. Il dolore è di tipo neuropatico, perché il virus va ad aggredire primariamente i fasci nervosi; di solito si manifesta in sede intercostale, ma a volte può manifestarsi in altre zone del corpo compreso l’addome.

Quando rivolgersi al medico

Fortunatamente il dolore al fianco sinistro deriva tipicamente da una causa benigna, ha quindi la tendenza ad autolimitarsi nel tempo e si manifesta con sintomi che rispondono rapidamente a farmaci da banco (antispastici e/o antidolorifici); in questi casi non è strettamente necessario rivolgersi ad un medico, a patto che la frequenza di comparsa sia occasionale.

Qualora il dolore diventi continuo, più gravativo e persistente nel tempo e/o si associ ad altri sintomi, diventa invece imperativo rivolgersi al curante che potrà, sulla base di quei sintomi, indicare il percorso diagnostico e il trattamento più opportuno per la risoluzione.

Le caratteristiche del dolore ed i sintomi di allarme che richiedono invece una tempestiva visita medica, eventualmente in Pronto Soccorso, sono:

  • insorgenza improvvisa in stato di normale benessere, con intensità particolarmente elevata,
  • mancata risposta ai farmaci da banco,
  • febbricola, diarrea, nausea e vomito che non accennino a placarsi dopo qualche giorno,
  • febbre elevata,
  • ittero (colorazione giallastra di cute e mucose)
  • perdita di coscienza
  • astenia e calo ponderale nel corso delle settimane o mesi precedenti
  • persistenti cambiamenti dell’alvo, ovvero quando si diventi improvvisamente stitici, o si passa da un alvo diarroico ad uno stitico e viceversa.

Diagnosi

La diagnosi si avvale di un’accurata anamnesi e di un esame obiettivo inizialmente generale che può essere poi approfondito sulla base del sospetto diagnostico ipotizzato.

L’anamnesi è incentrata sulla descrizione delle caratteristiche del dolore (vide infra) e su altri importanti informazioni, tra cui:

  • modalità di insorgenza del dolore,
  • localizzazione ed intensità
  • fattori che lo peggiorano o che lo alleviano
  • altri segni o sintomi associati
  • assunzione di eventuali farmaci
  • presenza di patologie sottostanti o pregressi interventi chirurgici

L’esame obiettivo consta di ispezione, palpazione, percussione e auscultazione, e permette di valutare:

  • la presenza di masse addominali,
  • la presenza di aria libera in addome, quale segno di una perforazione viscerale
  • la ricerca di vari segni semiotici specifici di talune patologie come il segno di Giordano per la pielonefrite e colica renale.

A questo punto il medico potrebbe richiedere l’esecuzione di esami ematochimici per valutare alcuni parametri bioumorali, la cui alterazione può indicare la presenza di una sottostante patologia:

Sempre dal punto di vista diagnostico è infine possibile avvalersi di esami strumentali come:

  • Radiografia diretta addome, un esame radiologico di I livello che permette di valutare la presenza dei cosiddetti “livelli idroaerei” indicativi di una occlusione o di una perforazione, due emergenze mediche che richiedono un immediato intervento chirurgico.
  • Ecografia addominale: molto utile in bambini e donne in stato di gravidanza poiché è un esame che non prevede l’emissione di radiazioni. Può indicare la presenza di svariate patologie (calcoli biliari, calcoli renali, patologie ginecologiche).
  • TC addome: esame di II livello, è il gold standard per la diagnosi di moltissime patologie a carico degli organi addominali.
  • Risonanza Magnetica: utile solo in caso gli esami precedenti siano risultati negativi.
  • Gastroscopia e Colonscopia: per mezzo di un endoscopio flessibile dotato di telecamera, si possono visionare direttamente diversi tratti dell’apparato gastro-intestinale: esofago, stomaco, duodeno, colon fino all’ultima ansa ileale. Possono avere anche un ruolo terapeutico oltre che diagnostico.

Caratteristiche del dolore

Il dolore addominale può essere classificato come viscerale se origina dagli organi profondi (espresso da un malessere diffuso su tutto l’addome, difficilmente localizzabile in un punto preciso), parietale se invece origina dal peritoneo o dai muscoli della parete addominale (con manifestazione che in questo caso risulta così ben localizzabile da consentire al paziente di indicare con esattezza l’origine della sensazione).

Valutandolo in base alla modalità di comparsa il dolore può invece essere improvviso, quando compare mentre l’individuo si trova in stato di completo benessere, ma con caratteristiche di notevole intensità (infarto intestinale, colica biliare, colica renale), oppure più graduale,  se esordisce a riposo per aumentare progressivamente la sua intensità nel tempo fino a diventare anche molto forte (appendicite acuta, diverticolite).

Il paziente potrebbe descrivere il dolore come

  • urente, sensazione ad esempio legata alla presenza di ulcera peptica;
  • trafittivo, come in caso di rottura di un aneurisma dell’aorta;
  • gravativo, tipico ad esempio del tumore intestinale, gastrico o pancreatico;
  • colico, per definizione secondario allo spasmo della muscolatura liscia di un organo cavo, come nella colica biliare o renale.

In base alla sua durata, il dolore può essere classificato come:

  • acuto: di breve durata da ore a pochi giorni
  • cronico: dura per diversi giorni fino a mesi o anni
  • ricorrente: si ripresenta dopo essere scomparso con episodi di riacutizzazione

Da un punto di vista invece più didattico, è possibile distinguere le cause organiche di sviluppo del dolore, che può derivare da uno stimolo

  • meccanico, per esempio in seguito a
    • distensione di un viscere cavo, come un’ansa intestinale (ad esempio in caso di occlusione intestinale, accumulo di gas nel colon irritabile o intolleranza al lattosio)
    • contrazione spastica di un viscere cavo, come un vaso biliare, un uretere o un’ansa intestinale (si parla in tal caso di colica biliare, colica renale, colica intestinale, …)
    • distensione della capsula di un organo parenchimatoso (come in caso di epato- o splenomegalia, ovvero aumento di dimensioni del fegato o della milza);
  • chimico, come nel caso di
    • infezioni (come una gastro-enterite, una colite o un episodio di epatite)
    • infiammazioni (come nel morbo di Crohn o nella Rettocolite ulcerosa)
    • ischemia (con conseguente quadro di infarto intestinale).

Trattamento

Il trattamento del dolore prevede la risoluzione della causa che lo ha provocato e può quindi variare da caso a caso in base alla patologia sottostante che sia stata diagnosticata.

In caso di dolore “comune” sono in genere sufficienti i farmaci da banco antidolorifici ed eventualmente antispastici.

Per altre patologie è talvolta necessario un intervento chirurgico in regime di urgenza, da valutare ovviamente caso per caso

 

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

  • Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale – Chirurgia specialistica vol.1-2 di Renzo Dionigi. Ed. Elsevier
  • Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica.
  • Semeiotica medica: G. Fradà & G. Fradà. Ed. Piccin

Articoli ed approfondimenti

Link sponsorizzati

Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.