Tosse con sangue (emottisi): quando preoccuparsi?

Introduzione

Con il termine “emottisi” si fa riferimento all’emissione di sangue, di colore rosso vivo o rosato, attraverso le vie respiratorie; il sangue fuoriuscito, solitamente a seguito di un colpo di tosse, può essere frammisto ad un espettorato in apparenza normale o presente in maniera esclusiva in notevoli quantità, a seconda della gravità del quadro clinico sottostante.

Nella maggior parte dei pazienti la causa di questo fenomeno non è grave e una lieve striatura di sangue alternata a catarro nell’espettorato (definita “emoftoe”), potrebbe essere riconducibile a infezioni respiratorie, come bronchiti virali o polmoniti (in grado di determinare irritazioni e piccole lesioni sulla superficie della mucosa che riveste le vie aeree) o ancora a processi infiammatori ricorrenti, particolarmente frequenti nei pazienti con malattie respiratorie croniche che sono soggetti allo sviluppo di bronchiectasie (dilatazioni irreversibili di alcuni tratti delle vie aeree).

Nei casi più gravi l’emottisi è massiva (la fuoriuscita di sangue è abbondante o associata a manifestazioni di altro tipo, come insufficienza respiratoria) e si assiste ad una vera e propria emorragia con conseguenze potenzialmente letali.

Tossire sangue può essere allarmante, ma fortunatamente in genere non è segno di malattie gravi in pazienti giovani e altrimenti in buona salute; considerata la grande varietà di patologie che potrebbero essere causa di emottisi, è tuttavia importante sottoporre all’attenzione del medico anche semplici striature dell’espettorato, favorendo l’elaborazione di una diagnosi tempestiva e la successiva rapida attuazione del trattamento più appropriato.

Cause

L’emottisi è molto spesso legata a disturbi respiratori minori che irritano la mucosa del tratto respiratorio, o da altre malattie che determinano lesioni delle pareti dei vasi superficiali di trachea e alveoli polmonari (in quest’ultimo caso, si può verificare una piccola fuoriuscita di sangue che si raccoglie nei bronchi, irritando la superficie della mucosa e favorendo il riflesso della tosse).

Tra queste le più comuni sono:

  • Bronchiti (acute e croniche): processi infiammatori della mucosa che riveste l’albero bronchiale, deputato alla conduzione di aria ai polmoni.
  • Polmoniti: processo infiammatorio che interessa uno o entrambi i polmoni, di natura prevalentemente infettiva.
  • Bronchiectasie: dilatazioni irreversibili di porzioni delle vie aeree dovute a lesioni delle pareti bronchiali, frequentemente presenti nei casi di infezione respiratoria grave o reiterata, come nel caso di pazienti con malattie croniche a carico dei polmoni o patologie del sistema immunitario.

Talvolta anche una tosse persistente può diventare causa di rottura un piccolo capillare e così spiegare la presenza di piccole tracce di sangue.

Cause meno comuni

Altre cause meno comuni di emottisi comprendono:

  • Carcinomi polmonari: comprendono diverse tipologie di malattia a seconda del tessuto polmonare interessato; le neoplasie, infatti, possono svilupparsi nelle cellule che costituiscono i bronchi, i bronchioli e gli alveoli e possono formare masse in grado di occludere il passaggio dell’aria, oppure di determinare emorragie polmonari e bronchiali.
  • Tubercolosi: malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis, un batterio che si trasmette per via aerea; nella maggioranza dei casi interessa il polmone, sebbene possa colpire qualsiasi organo corporeo.
  • Aspergillosi: infezione causata dall’inalazione di spore di funghi del genere Aspergillus; si manifesta prevalentemente con sintomi di tipo respiratorio.
  • Embolia polmonare: ostruzione acuta (parziale o completa) di un’arteria del polmone, dovuta all’accumulo di materiale solido presente in circolo (embolo), coaguli di sangue (trombo) o, raramente, altri materiali. I sintomi tipici, includono:
  • Vasculiti polmonari: processi infiammatori di vasi sanguigni che si trovano nelle vie respiratorie, in particolare nei polmoni, che determinano un’alterazione cronica delle pareti vasali (aumento di spessore, indebolimento).

Tra le condizioni elencate, quelle più a rischio di determinare emottisi massiva, sono:

  • Carcinomi polmonari
  • Bronchiectasie
  • Tubercolosi.

Bambini

Nei bambini, le cui mucose sono peraltro anche più delicate e quindi soggette ad irritazione, l’emottisi può essere determinata da:

  • Infezioni delle vie aeree inferiori, come la polmonite e altre infezioni che colpiscono le vie aeree, tra cui bronchite acuta, bronchiolite, influenza e pertosse.
  • Inalazioni di corpi estranei.

Sintomi

L’emissione di sangue rosso vivo attraverso un colpo di tosse può essere accompagnata da alcuni sintomi correlati, talvolta suggestivi della patologia sottostante, come ad esempio:

  • Febbre: un rialzo della temperatura corporea, eventualmente accompagnato dalla comparsa di brividi, è frequente in corso di polmoniti e altri processi infettivi.
  • Espettorato con pus (oltre che sangue): può suggerire, specialmente nei pazienti fumatori e in presenza di tosse cronica, la presenza di una bronchite riacutizzata; soprattutto se presente nelle prime ore della giornata è inoltre spesso legato alle bronchiectasie.
  • Difficoltà respiratorie: l’aumento degli atti respiratori, accompagnato alla sensazione di “fame d’aria” o di respirazione non efficiente, può suggerire la presenza di un’eventuale embolia polmonare.
  • Dolore toracico improvviso: anche il dolore toracico improvviso, spesso irradiato al fianco, può esser indicativo di un’embolia polmonare.
  • Asfissia: specialmente nei casi di emottisi massiva, la corretta ossigenazione risulta compromessa e il paziente apparirà cianotico (labbra e dita di colore bluastro); si assiste ad un aumento del numero di atti respiratori (tachipnea) e della frequenza cardiaca (tachicardia) che, nei casi più gravi, può evolvere in un vero e proprio arresto respiratorio, con conseguenze potenzialmente letali.

Quando rivolgersi in Pronto Soccorso

In presenza di emottisi, è importante recarsi immediatamente al pronto soccorso se l’emottisi è massiva (vengono espulse grandi quantità di sangue attraverso la tosse) o se il paziente:

  • avverte:
  • ha subito in passato una tracheotomia,
  • è affetto da bronchiectasie,
  • è in cura per una tubercolosi,
  • è in trattamento con farmaci anticoagulanti.

Se il sangue è scuro e contiene frammenti di cibo o quelli che sembrano fondi di caffè, il punto d’origine potrebbe essere l’apparato digerente, una situazione diversa ma che ugualmente richiede attenzione medico-ospedaliera immediata.

Nei casi in cui si apprezzino nell’espettorato striature di sangue, ma non siano presenti i sintomi d’allarme, è comunque consigliato rivolgersi ad un medico, entro l’arco di qualche giorno.

Diagnosi

La valutazione dei segni e dei sintomi lamentati dal paziente, oltre che delle caratteristiche dell’emottisi attraverso

  • la raccolta della storia clinica del paziente (con particolare riferimento ai farmaci assunti, nonché all’eventuale presenza di ematomi, storia di sanguinamenti nasali, malattie del fegato, altri disturbi coagulativi, patologie tumorali),
  • l’esame obiettivo (comprendente la valutazione dei parametri vitali, della saturazione sanguigna e la misurazione della febbre, nonché l’auscultazione toracica, cardiaca e la palpazione addominale)

rappresentano il primo passo dell’iter diagnostico.

Medico analizza una radiografia

iStock.com/glowell

Altri esami, più specifici possono venire richiesti in base al sospetto clinico, come ad esempio

Cura

Nella maggior parte dei casi l’emottisi, soprattutto in pazienti giovani e altrimenti sani, può essere lieve e risolversi spontaneamente o mediante il trattamento della patologia sottostante (polmoniti, stati infiammatori, bronchiti).

Nei casi in cui sia dovuta alla presenza di un coagulo od un corpo estraneo che ostruisce il flusso aereo può essere necessaria la sua rimozione attraverso broncoscopia.

Nei casi di emottisi determinata da alterazioni nei normali processi di coagulazione del sangue è possibile attuare un trattamento che preveda la trasfusione di plasma, piastrine o specifici fattori della coagulazione.

Nei casi di sanguinamento che origina da un vaso maggiore è possibile chiudere il vaso mediante l’utilizzo di un catetere che, attraverso la guida fornita dai raggi X, consente l’iniezione nel vaso stesso di sostanze chimiche, spirali o altri presidi medici, che permettano l’arresto e il contenimento dell’emorragia.

In alcuni casi, infine, può essere necessario un intervento chirurgico per arrestare un sanguinamento grave o per trattare un processo neoplastico polmonare.

Fonti e bibliografia

A cura della Dr.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

Articoli correlati ed approfondimenti

Link sponsorizzati

Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.