Fascicolazioni muscolari: sempre benigne?

Introduzione

Le fascicolazioni sono contrazioni involontarie e rapide di piccoli gruppi di fibre muscolari, visibili al di sotto della cute, che vengono percepite dai soggetti come delle piccole scosse improvvise o come una vibrazione; essendo tuttavia piuttosto deboli,  non determinano tuttavia alcun movimento articolare nel segmento corporeo interessato.

Si tratta generalmente di fenomeni che si manifestano a riposo e in caso di movimento volontario ed intenzionale in genere la vibrazione viene meno, salvo ricominciare al termine dell’attività muscolare volontaria.

Si pensa che la causa fondamentale delle fascicolazioni sia da correlare ad un’anomala eccitazione dei muscoli, legata a sua volta a:

  • alterazione degli elettroliti (ioni come sodio, potassio, magnesio e calcio, fondamentali nella regolazione dell’attività muscolare)
  • alterazione dei neurotrasmettitori (molecole che contribuiscono alla trasmissione del segnale di attivazione/inibizione dai neuroni alle fibre muscolari)
  • alterazione a livello delle fibre muscolari stesse.

Possono presentarsi in maniera isolata e quindi rappresentare un quadro transitorio e limitato nel tempo, oppure possono manifestarsi in forma ripetuta (in questo caso si parla di “sindrome delle fascicolazioni benigne”), o ancora associarsi ad altri sintomi, soprattutto di tipo neurologico, nell’ambito di patologie più complesse.

La diagnosi si basa fondamentalmente sullo studio clinico-anamnestico del paziente (visita medica) e si associa a indagini di tipo laboratoristico (analisi del sangue e delle urine), radiologico (TC, RM) e funzionale (elettromiografia), che permettono di confermare o di escludere la patologia sospettata.

Non esiste una vera e propria cura per le fascicolazioni, ma si può tentare di controllarne la frequenza di insorgenza agendo sui fattori di rischio più importanti (stress, ansia, sonno, alcol, droghe, …) oppure ricorrendo a farmaci in grado di stabilizzare la trasmissione nervosa. Per le forme più complesse, invece, va riconosciuta e curata la malattia principale.

Muscoli del braccio disegnati in sovraimpressione

iStock.com/Filip_Krstic

Cause

Le fascicolazioni rappresentano degli stati di iperattivazione muscolare improvvisa che possono presentarsi in maniera isolata e senza causa apparente (idiopatiche): essendo in questo caso fondamentalmente benigne non risultano essere pericolose per la salute, mentre più raramente possono essere una manifestazione clinica di patologie ben più gravi, spesso di tipo neurologico.

Nelle forme spontanee e senza una vera e propria causa patologica di base, le fascicolazioni si manifestano in maniera occasionale, di solito non ripetitiva, e innescate da condizioni quali:

  • Stati d’ansia
  • Sforzi fisici importanti
  • Privazione del sonno
  • Deficit di elettroliti (sodio, potassio, magnesio, calcio)
  • Intossicazione da sostanze d’abuso (droghe o alcol)
  • Sovradosaggi di alcuni farmaci
  • Alterazioni dei livelli di glicemia (quantità di zucchero nel sangue)
  • Abuso di caffeina.

Una forma a sé stante è rappresentata dalla “sindrome delle fascicolazioni benigne”, una patologia, come suggerisce il nome stesso, assolutamente benigna seppure di origine sconosciuta, caratterizzata principalmente da fascicolazioni brevi che si manifestano in soggetti particolarmente ansiosi, stressati o sottoposti a sforzi fisici importanti, ma che si ripetono in maniera ritmica e intermittente, alternati a periodi di completa remissione, anche per un arco di tempo molto lungo.

Meno comunemente le fascicolazioni possono infine essere uno dei sintomi iniziali di patologie più o meno gravi, soprattutto di pertinenza neurologica, tra cui possiamo annoverare:

  • Sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la più importante e la più grave: malattia progressiva dei motoneuroni che causa rigidità muscolare, contrazioni incontrollate e debolezza in tutti i distretti corporei fino a determinare insufficienza respiratoria e morte.
  • Atrofia muscolare spinale (SMA): malattia genetica che colpisce i motoneuroni del sistema nervoso centrale causando una perdita del controllo della loro attività e un’importante disabilità.
  • Miastenia gravis: malattia autoimmune caratterizzata dalla presenza di anticorpi che attaccano i recettori del neurotrasmettitore che regola la contrazione muscolare (acetilcolina) e che determinano la diminuzione progressiva dell’attività dei maggiori gruppi muscolari.
  • Sclerosi multipla: malattia autoimmune di origine sconosciuta caratterizzata dalla formazione di placche sclerotiche in diverse aree del sistema nervoso centrale che compromettono la normale attività motoria.
  • Fibromialgia: malattia di origine sconosciuta caratterizzata da dolori cronici e diffusi con debolezza generalizzata, alternati a stati di tensione muscolare.
  • Stenosi spinale: restringimento del canale del midollo spinale che causa l’anomala funzionalità delle radici dei nervi spinali.
  • Malattia di Lyme: malattia infettiva causata da un batterio chiamato Borrelia Burgdorferi, che comporta alterazioni a livello cutaneo e di diversi organi, tra cui anche il sistema nervoso centrale.
  • Ernia del disco: protrusione del disco intervertebrale verso il canale midollare che determina la compressione e l’irritazione dei nervi spinali.
  • Tumori del midollo spinale: neoplasie che interessano il midollo e che possono determinare una iperattivazione incontrollata delle fibre nervose che terminano connettendosi alle unità motorie.
  • Ipotiroidismo o ipertiroidismo: gli ormoni prodotti dalla tiroide hanno come funzione importante quella di controllare tutto il metabolismo corporeo, per cui uno spostamento dai loro valori normali può causare una disfunzione anche del sistema nervoso.

Sintomi

Il quadro sintomatologico delle fascicolazioni si può presentare in maniera ampiamente variabile, a seconda che siano delle forme isolate, delle manifestazioni della “sindrome delle fascicolazioni benigne” o dei sintomi di specifiche patologie.

Nelle persone sane si presentano come vibrazioni o lievi tremori in condizioni di riposo, interessando soprattutto distretti come:

  • Gambe e piedi
  • Braccia
  • Palpebre
  • Bocca.

Se si ripetono in maniera intermittente, alternate a periodi variabili in cui non si manifestano mai, vengono in genere diagnosticate come manifestazione della “sindrome delle fascicolazioni benigne”, malattia non grave, di durata più o meno lunga e spesso autolimitante, che ha come unico sintomo fondamentale proprio lo sviluppo di fascicolazioni, senza altre anomalie motorie/neurologiche.

Quando invece diventano uno dei sintomi di quadri morbosi veri e propri, le fascicolazioni possono essere accompagnate da un’ampia varietà di sintomi e segni caratteristici della singola patologia, tra cui:

  • Debolezza muscolare
  • Anomalie della deambulazione
  • Difetti dei riflessi nervosi
  • Anomalie della sensibilità
  • Difficoltà nel parlare (disfonia), nel deglutire (disfagia), nel respirare (dispnea)
  • Sensazione di stanchezza cronica (astenia)

Nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA), per esempio, oltre alle fascicolazioni diffuse il paziente avvertirà un senso di stanchezza muscolare (astenia) e affaticamento in maniera continuativa nel tempo, accompagnati da debolezza progressiva e disturbi particolarmente gravi come la difficoltà a deglutire (disfagia), a parlare (disfonia) e anche a respirare (dispnea), fino ad arrivare ad una condizione fatale caratterizzata da impossibilità al movimento e insufficienza respiratoria per blocco del muscolo diaframma.

Se invece le contrazioni involontarie si presentano in concomitanza ad anomalie dei riflessi nervosi, sia in senso di iperattivazione sia in senso di inibizione, possono rappresentare un segno importante di una “neuropatia multifocale”.

Ancora, nel quadro della malattia di Lyme le fascicolazioni sono spesso associate a segni e sintomi a partenza da altri organi o apparati, come:

Quando rivolgersi al medico

Pur essendo nella maggior parte dei casi una condizione benigna e per questo non preoccupante, è sempre bene rivolgersi ad un medico, in particolare uno specialista in neurologia, nel momento in cui le fascicolazioni

  • acquisiscano una durata particolarmente lunga
  • determinino una riduzione della qualità della vita del paziente
  • siano associate ad altri sintomi rilevanti.

Il neurologo sottoporrà il paziente ad una serie di analisi e studi con lo scopo di distinguere una forma benigna da una patologia neurologica grave.

Diagnosi

Le fascicolazioni possono essere sintomi rilevanti di patologie anche gravi, per questo motivo richiedono di essere studiate in maniera accurata attraverso una dettagliata anamnesi e un approfondito esame obiettivo, insieme ad esami del sangue e indagini diagnostiche specialistiche così da poter avere un quadro completo del paziente.

Durante la fase di anamnesi il medico pone delle domande al paziente andando ad indagare la sintomatologia e il modo con cui esse si presentano, ad esempio se siano limitate nel tempo o se si ripetano in maniera ritmica, quale sia l’unità muscolare interessata e se interferiscono con la vita quotidiana), la presenza di altri sintomi o di altre patologie nervose già diagnosticate.

Si procede poi con l’esame obiettivo, iniziando con la valutazione del controllo della forza muscolare attraverso diverse manovre semeiologiche; al paziente viene chiesto di compiere alcuni movimenti come camminare sulla punta dei piedi, sollevare le gambe, muovere le braccia contro una resistenza opposta dall’esaminatore. In base alle risposte ottenute è possibile distinguere le forme benigne, che non presentano differenze di attività muscolare tra le due metà del corpo, da quelle patologiche, che invece si manifestano con anomalie del tono muscolare o asimmetrie tra i diversi distretti corporei.

Sulla base delle informazioni acquisite tramite questi primi studi, il medico può decidere di effettuare altre indagini come:

  • Esami ematochimici: attraverso le analisi del sangue e delle urine si potranno valutare i livelli di glucosio, calcio, magnesio, sodio, potassio e di altre molecole necessarie per il corretto funzionamento delle cellule nervose, gli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) e il TSH che sono deputati al controllo del metabolismo nervoso e il dosaggio di sostanze tossiche (sostanze stupdefacenti, alcol, farmaci o metalli pesanti).
  • Pannello anticorpale: studio e dosaggio di diversi anticorpi che possono causare disfunzioni delle cellule nervose o muscolari (come avviene ad esempio nella miastenia gravis).
  • TC e risonanza magnetica: esami diagnostici radiologici che permettono di valutare in maniera accurata il sistema nervoso e i vari organi, in particolare quando si sospettano malattie organiche come per esempio un tumore del midollo o la sclerosi multipla.
  • Elettromiografia (EMG): esame condotto apponendo degli elettrodi sui gruppi muscolari interessati dalle contrazioni. Permette di individuare le terminazioni nervose interessate dalla patologia in base ai muscoli che si contraggono a seguito dello stimolo elettrico dato dagli elettrodi e di valutare la funzionalità dei muscoli stessi. Nelle forme di fascicolazioni benigne o isolate il quadro elettromiografico risulta assolutamente normale, mentre nelle forme patologiche presenta delle alterazioni più o meno importanti in base alla gravità della malattia presente.

La diagnosi di “sindrome delle fascicolazioni benigne” è una diagnosi di esclusione, in quanto tutti i test sono nella norma e dalle diverse indagini diagnostiche non si rileva niente di anomalo.

In ogni caso, sia che si tratti di forme benigne che di forme patologiche, il paziente viene messo in follow up, cioè ripeterà test ed esami ogni 6 mesi od ogni anno così da confermare la connotazione benigna delle fascicolazioni o tenere sotto controllo l’andamento della malattia.

Diagnosi differenziale

Le fascicolazioni fanno parte del grande gruppo dei “disturbi del movimento”, per cui spesso possono essere confuse con altre forme di anomalie della contrazione muscolare, ad esempio:

  • Crampi: contrazioni improvvise e involontarie di un gruppo muscolare che causano dolore più o meno intenso.
  • Spasmi muscolari: contrazioni involontarie di un muscolo che durano per pochi minuti e possono essere associate o meno a dolore.
  • Emiballismo: movimenti a scatto di grande ampiezza, soprattutto degli arti, che mimano il gesto di lanciare qualcosa.
  • Atetosi: movimenti lenti e prolungati generalmente delle estremità degli arti, associati ad aumento del tono muscolare
  • Corea: movimenti di breve durata, aritmici, di diverso aspetto, che si manifestano come una “danza” (vengono anche chiamati come “ballo di San Vito”).
  • Miotonia: mancato rilasciamento di un muscolo a seguito della contrazione volontaria dello stesso, con conseguente rigidità muscolare.

Cura e rimedi

Il modo più corretto per trattare questa condizione è individuare la causa scatenante, quando presente, e trattarla in modo mirato.

Le forme benigne e isolate non hanno una terapia vera e propria, in quanto solitamente tendono ad autolimitarsi e a scomparire nel tempo; si può eventualmente tentare un trattamento sintomatico, volto cioè  al controllo dei sintomi, utilizzando farmaci come gli anticonvulsivanti e i beta-bloccanti che diminuiscono la trasmissione degli impulsi nervosi a livello muscolare.

A prescindere dall’eventuale ricorso a farmaci è in ogni caso indispensabile agire sullo stile di vita, eliminando o mitigando i principali fattori di rischio:

  1. Ridurre l’ansia e lo stress
  2. Praticare attività fisica regolarmente
  3. Dormire per un numero adeguato di ore
  4. Evitare sostanze stupefacenti, alcol, fumo e caffeina
  5. Mantenere un regime alimentare adeguato, facendo uso anche di integratori alimentari lì dove è necessario, per evitare deficit di micronutrienti e una buona idratazione (la disidratazione può favorire l’insorgenza di disturbi elettrolitici).

Per le forme correlate ad una patologia, invece, è necessario trattare la malattia di base con una terapia eziologica (cioè mirata ad eliminarne la causa), associata ad un trattamento sintomatico.

La prognosi dipende sostanzialmente dal tipo di fascicolazioni: le forme benigne e isolate hanno una prognosi ottima dal momento che spesso sono autolimitanti e scompaiono senza alcuna terapia, mentre le forme secondarie ad altre patologie acquisiscono la prognosi della patologia stessa.

 

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

  • Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1-2 (17’Ed. McGraw Hill)
  • Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica
  • Il Bergamini di Neurologia – Mutano, Lopiano, Durelli. Ed: Cortina (Torino)
  • M. de Carvalho, M. C. Kiernan, e M. Swash, «Fasciculation in amyotrophic lateral sclerosis: origin and pathophysiological relevance», J Neurol Neurosurg Psychiatry, vol. 88, n. 9, pagg. 773–779, mag. 2017, doi: 10.1136/jnnp-2017-315574 – PUBMED

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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