Introduzione
La parestesia è un disturbo soggettivo della sensibilità, dovuto ad alterazioni del sistema nervoso periferico o centrale, consistente nel’’insorgenza di una sensazione elementare, il più delle volte percepita e descritta dal paziente come un
- formicolio,
- pizzicore
- o intorpidimento,
in assenza di una stimolazione specifica.
La parestesia può essere transitoria o persistente, è solitamente indolore e può verificarsi in qualsiasi parte del corpo, sebbene nella maggior parte dei casi coinvolga le estremità, ad esempio
- mani,
- piedi,
- braccia
- o gambe.
La parestesia può essere innescata da numerose cause, tanto che la maggior parte delle persone l’ha sviluppata almeno una volta nella vita, ad esempio banalmente quando si sta seduti a gambe incrociate troppo a lungo o ci si addormenta con un braccio sotto la testa. In queste situazioni si sviluppano parestesie a causa della pressione sostenuta su un nervo, ma la sensazione scompare rapidamente una volta che la pressione venga alleviata.
In altri casi la parestesia può essere espressione di una malattia sottostante, talora molto grave, come
- ictus,
- attacchi ischemici transitori (mini-ictus),
- sclerosi multipla,
- ernia del disco,
- danno traumatico ad un nervo.
La parestesia è un sintomo che è necessario ricondurre alla causa scatenantesi; il processo diagnostico basa su
- anamnesi
- clinica (segni e sintomi), attraverso l’esame obiettivo, che comprende anche l’esame neurologico,
- e, se necessario, anche sul ricorso ad alcuni esami laboratoristici e/o di imaging.
La terapia è mirata principalmente alla cura della patologia che ha causato la parestesia e a seconda dei casi potrebbe richiedere la sola assunzione di farmaci o anche interventi chirurgici.
Cause
La parestesia è un sintomo che può essere dovuto a svariate cause ma, nonostante ciò, nella maggior parte dei pazienti si verifica quando viene esercitata un pressione sostenuta su un nervo. La gran parte delle persone ha sperimentato, almeno una volta nella propria vita, la parestesia per questo motivo, ad esempio quando si è stati seduti a gambe incrociate per molto tempo, o quando ci si è addormentati con un braccio sotto la testa.
Questa condizione è la causa più frequente di parestesia ed è assolutamente benigna, scomparendo rapidamente una volta che la pressione venga interrotta od almeno alleviata.
In altri casi la parestesia può essere uno dei primi sintomi di una malattia sottostante, per esempio di natura neurologica o comunque in grado di esibire effetti su nervi e sistema nervoso. Di seguito viene riportato un elenco di tutte le patologie che possono provocare parestesia, ma si consiglia comunque di contattare il proprio medico nel caso di insorgenza di un formicolio anomalo e persistente, in modo da poter indagare in modo ragionato e obiettivo le cause scatenanti.
Tra le patologie neurologiche che possono provocare parestesia le più rilevanti sono:
- radicolopatie (ad esempio l’ernia del disco),
- ictus e TIA,
- traumi con danno ai nervi,
- sclerosi multipla,
- emicrania,
- alcolismo cronico,
- neuropatia,
- malnutrizione,
- menopausa,
- disidratazione,
- fibromialgia,
- herpes Zoster virus (fuoco di sant’Antonio),
- ipoglicemia,
- malattia di Fabry,
- aterosclerosi,
- iperventilazione,
- disordini metabolici (ad esempio diabete mellito),
- avvelenamento da lidocaina,
- effetti indesiderati di farmaci anticonvulsivanti, chemioterapici, …
- lupus eritematoso sistemico,
- malattie del motoneurone (ad esempio SLA),
- infezione da malattia di Lyme,
- disturbi autoimmuni (ad esempio artrite reumatoide),
- avvelenamento da metalli pesanti,
- sindrome di Guillain-Barré,
- traumi,
- lesioni da movimento ripetitivo,
- tumori nel cervello o vicino ai nervi,
- ipotiroidismo,
- carenze di vitamina b1, b6, b12 e/o b3 (niacina),
- eccesso di vitamina d,
- ustioni.
Clinica
È importante premettere che la parestesia non è una patologia, ma un sintomo comune a molteplici condizioni cliniche, prevalentemente di origine nervosa/neurologica.
La parestesia è un’alterazione soggettiva della sensibilità, che consiste nell’insorgenza di una sensazione elementare, in assenza di una stimolazione specifica, che il paziente può descrivere in diversi modi, il più delle volte come
- formicolio,
- pizzicore
- o intorpidimento,
sebbene in molti casi il paziente stesso si trovi in difficoltà nel trovare le parole adeguate.
Le parestesia possono verificarsi in qualsiasi distretto dell’organismo, ma nella maggior parte dei casi sono riferite a livello degli arti, sia superiori che inferiori, in particolar modo a livello della punta delle dita delle mani o dei piedi. Altre sedi comuni in cui frequentemente può manifestarsi la parestesia sono le labbra, con una irradiazione lungo l’arco mandibolare.
Caratteristicamente la parestesia non si associa a dolore. Quando ai formicolii, ai pizzicori o all’intorpidimento delle porzioni colpite da parestesia si sovrappone anche il dolore, potrebbe essere un segno di una maggiore sofferenza nervosa, condizione conosciuta con il nome di dolore neuropatico.
La parestesia può inoltre essere suddivisa in transitoria o cronica.
- La parestesia transitoria, ad esempio quando ci addormentiamo sopra un braccio, non è preoccupante e si risolve spontaneamente in pochi secondi/minuti.
- Al contrario, un condizione di parestesia persistente (cronica) può molto volte nascondere una patologia sottostante, più o meno importante, che sta portando alla sofferenza di uno o più nervi. Si consiglia in quest’ultimo caso di rivolgersi al proprio medico di fiducia per gli accertamenti e le cure del caso specifico.
Diagnosi
Nel caso in cui dovesse insorgere un parestesia persistente, o che tenda a comparire periodicamente ad intervalli più o meno regolari, è consigliato rivolgersi al proprio medico di fiducia per effettuare degli accertamenti approfonditi.
Per un corretta diagnosi il primo passo consiste in genere in un’indagine sulle attività lavorative e non che svolge il paziente, alla ricerca di eventuali spiegazioni alla base dell’insorgenza della parestesia.
Importante per il medico è inoltre eseguire un esame fisico obiettivo completo, che nella maggior parte dei casi includerà in queste situazioni anche un esame fisico neurologico. Un esame neurologico completo va a valutare diversi aspetti, tra cui i più importanti sono:
- stato mentale generale,
- nervi cranici,
- sistema motorio,
- forza muscolare,
- deambulazione,
- coordinazione,
- sensibilità
- riflessi.
In alcuni casi, possono essere richiesti anche analisi del sangue e altri esami di laboratorio, diversi a seconda di quale sia la malattia che il medico sospetti essere alla base della parestesia (ad esempio glicemia ed emoglobina glicata in caso di sospetto diabete, oppure dosaggi di specifiche tossine ed inquinanti, valutazione della vitamina B12, …).
Inoltre, quando si ha il sospetto possa essere un problema fisico a causare la parestesia, come ad esempio un problema al collo o alla colonna vertebrale, possono essere richiesti test di imaging, quali
È infine spesso necessario ricorrere alla elettroneuromiografia, esame che che mostra la velocità di propagazione del segnale nervoso, permettendo di evidenziare eventuali interruzioni.
A seconda dei risultati può inoltre essere necessario essere inviati ad uno specialista, come ad esempio il neurologo, l’ortopedico o l’endocrinologo.
Cura
Il trattamento della parestesia dipende della causa sottostante. Ad esempio, quando legata alla compressione prolungata di un arto, può essere sufficiente allungarlo e massaggiarlo per dissipare rapidamente il formicolio o le sensazioni di intorpidimento.
Quando invece la parestesia è causata a una patologia sottostante, individuare il trattamento ottimale per quella malattia può potenzialmente alleviare i sintomi della parestesia. Va tuttavia sottolineato che alcuni tipi di danni ai nervi sono irreversibili e che in questi casi raggiungere la completa scomparsa della parestesia è un obiettivo molte volte non raggiungibile. Possono comunque in questi casi essere utilizzati particolari farmaci come alcuni antiepilettici (gabapentin e il pregabalin) e alcuni antidepressivi (amitriptilina, doxepina, nortriptilina e duloxetina) che hanno la capacità di ridurre la parestesia.
Quando la parestesia è dovuta ad alcune cause fisiche, come ad esempio l’ernia del disco, la risoluzione della parestesia potrebbe richiedere un intervento chirurgico.
Fonti e bibliografia
- Beran, R. Paraesthesia and peripheral neuropathy. 44, 92–95 (2015).
- Rugarli C., Medicina interna sistematica 2000
- Harrison, Principi di medicina interna, 18ª ed., Milano, CEA Casa Editrice Ambrosiana, 2012
A cura del Dr. Alberto Carturan, medico chirurgo
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