Introduzione
L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina, che avviene cioè al di fuori dell’atto della minzione.
È un problema comune, ma che può avere un grande impatto sulla qualità della vita; colpisce soprattutto la popolazione anziana, ma di fatto può verificarsi a qualsiasi età. Nel giovane adulto insorge molto più frequentemente nel sesso femminile rispetto a quello maschile, con un rapporto di 2 a 1. È una condizione frequente e talora sotto-diagnosticata, principalmente a causa del pudore di rivolgersi al proprio medico per questo problema, che è fonte di imbarazzo e talora vergogna.
Quando si parla di incontinenza urinaria nei bambini, si fa solitamente riferimento al termine enuresi, una condizione comune fino al raggiungimento di un controllo volontario della minzione, che solitamente avviene al più tardi intorno ai 5-6 anni di età. Comune è l’enuresi notturna, in cui il bambino bagna il letto durante la notte. Non è preoccupante nei bambini, ma quando si oltrepassano i 5-6 anni questa condizione può assumere contorni patologici.
L’articolo che segue prenderà in considerazione principalmente l’incontinenza nell’adulto, in quanto l’incontinenza nel bambino merita considerazioni a sé stanti e specifiche.
Classificazione
L’incontinenza urinaria può essere suddivisa in 5 tipi
- Incontinenza urinaria da sforzo o da stress. Le perdite di urina si verificano quando si esercita pressione sulla vescica. Può avvenire ad esempio in caso di:
- tosse,
- starnuti,
- risate,
- esercizio fisico,
- sollevamento di pesi rilevanti.
Si verifica a causa di un insufficiente supporto dell’uretra da parte del pavimento pelvico, più frequentemente in seguito a chirurgia sulla prostata nell’uomo o come esito di un parto particolarmente lungo e difficile nella donna.
- Incontinenza urinaria da urgenza. Si caratterizza per un’improvvisa ed intensa necessità di urinare, seguita da una perdita involontaria di urina.
- Incontinenza da rigurgito od ostruttiva. Si verifica quando il riempimento della vescica avviene in maniera eccessiva, oltre le sue capacità, a causa di un ostacolo che impedisce il suo completo svuotamento durante la minzione. In questo modo l’accumulo di urina provoca nel tempo un aumento della pressione vescicale che non riesce ad essere mantenuta dagli sfinteri, determinando incontinenza. Può essere determinata da diverse cause, come l’iperplasia prostatica o talora più gravi, come il tumore della prostata.
- Incontinenza funzionale. Si verifica quando è presente una menomazione fisica o mentale che impedisce di arrivare in bagno in tempo, pur non essendoci problemi all’apparato urinario.
- Incontinenza mista. Quando sono presenti due o più tipologie di incontinenza contemporaneamente.
Cenni anatomici
L’urina viene prodotta dai reni e, tramite gli ureteri, viene portata in vescica, dove potrà accumularsi in attesa di essere scaricata all’esterno mediante l’uretra.
Lo stimolo minzionale insorge quando si verifica uno stiramento della parete vescicale indotto da una quantità di urina in vescica pari o superiore ai 200-400 ml. In seguito all’insorgere di questo stimolo viene innescato il riflesso di svuotamento mediante il sistema autonomo in maniera involontaria. Il muscolo detrusore vescicale si contrae e, allo stesso tempo, si rilassano gli sfinteri uro-genitale. L’urina può così essere espulsa verso l’esterno.
Fino a volumi di 700-800 ml vi è la possibilità di impedire coscientemente la minzione, grazie a impulsi che arrivano direttamente dalla corteccia cerebrale in modo volontario, che mantengono contratto lo sfintere uro-genitale.
Cause
L’incontinenza urinaria non è una malattia, ma piuttosto un sintomo che può essere innescato da moltissime patologie che è possibile suddividere in base al sesso.
Incontinenza femminile
- Gravidanza. I cambiamenti ormonali e l’aumento della pressione sulla vescica dovuta al crescere del feto possono portare all’incontinenza da stress.
- Parto. Il parto vaginale può indebolire i muscoli del pavimento pelvico, necessari per il controllo della vescica. Durante il parto possono anche essere danneggiati i nervi della vescica, determinando un suo minor controllo. Questo avviene in particolar modo in quei casi in cui il parto è particolarmente lungo e faticoso.
- Menopausa. Dopo la menopausa le donne producono meno estrogeni, un ormone che aiuta a mantenere un adeguato trofismo muscolare del pavimento pelvico. Il deterioramento di questi muscoli può far insorgere l’incontinenza.
- Isterectomia. Nelle donne, la vescica e l’utero sono supportati da molti muscoli e legamenti in comune. La rimozione dell’utero può danneggiare i muscoli del pavimento pelvico e i legamenti di supporto vescicale. Questo può portare all’incontinenza.
- Prolasso uterino. Si tratta di una condizione in cui l’utero si mobilita dalla sua sede fisiologica e penetra all’interno della vagina. Ciò avviene principalmente a causa di un indebolimento del pavimento pelvico.
Incontinenza maschile
- Prostatite. Infiammazione della ghiandola prostatica.
- Ipertrofia prostatica benigna. Condizione caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica che può determinare incontinenza. Spesso si associa ad un aumento della frequenza minzionale.
- Tumore alla prostata. Può essere causa sia di incontinenza da sforzo che di incontinenza da rigurgito. In questo caso l’incontinenza può anche essere un effetto collaterale dei trattamenti per il cancro alla prostata.
Altre cause, comuni a uomini e donne
- Infezione del tratto urinario. Solitamente questa condizione (tipicamente cistiti, ma non solo) si accompagna anche a bruciore e aumento della frequenza della minzione.
- Stipsi. Il retto si trova vicino alla vescica e quando vi è la presenza di stitichezza possono formarsi voluminose masse fecali che spingono sulla vescica, favorendo l’incontinenza urinaria. Inoltre, i pazienti stitici compiono notevoli sforzi durante l’evacuazione che possono nel tempo provocare un indebolimento del pavimento pelvico.
- Abuso di diuretici.
- Diabete. È una patologia multisistemica che, se non trattata, può danneggiare anche il sistema nervoso, tra cui le componenti che controllano una adeguata minzione. Il diabete non trattato porta inoltre alla presenza di una maggiore quantità di glucosio nelle urine, che a sua volta richiama acqua, determinando poliuria (aumento della quantità di urine emesse nelle 24 ore).
- Tumori lungo il tratto urinario che bloccano il normale flusso di urina possono determinare incontinenza da rigurgito.
- Disordini neurologici come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, un ictus, la demenza, un tumore al cervello o una lesione del midollo spinale possono interferire con i segnali nervosi coinvolti nel controllo della vescica, causando incontinenza urinaria. Molte volte i disturbi neurologici sono anche causa di incontinenza funzionale.
Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio conosciuti, i più importanti per l’incontinenza urinaria ci sono
- Sesso. Le donne hanno maggiori probabilità di soffrire d’incontinenza da stress, in quanto la gravidanza, il parto e la menopausa possono essere tutte causa di questa condizione. Il sesso maschile invece è a più elevato rischio di incontinenza da rigurgito o ostruttiva per problemi legati alla ghiandola prostatica.
- Età. Quando si invecchia i muscoli del pavimento pelvico, della vescica e dell’uretra perdono parte della loro forza. I cambiamenti con l’età riducono la continenza vescicale e aumentano le probabilità di rilascio involontario di urina.
- Sovrappeso e obesità. Un peso elevato aumenta la pressione sulla vescica e sui muscoli circostanti, indebolendoli. Aumenta così la probabilità di andare incontro a incontinenza da sforzo o da stress anche in seguito a eventi banali come starnutire o tossire.
- Fumo.
- Storia famigliare. Se un parente stretto presenta incontinenza urinaria, specialmente l’incontinenza da urgenza, il rischio di sviluppare tale condizione è più alto.
- Alcune bevande hanno potere diuretico, come l’alcool e la caffeina, aumentando la probabilità di sviluppare episodi di incontinenza.
Diagnosi
Il primo passo per effettuare un inquadramento diagnostico dell’incontinenza urinaria consiste nella raccolta di un’attenta e scrupolosa anamnesi. Può essere chiesto al paziente se soffre di una patologia di base, come ad esempio il diabete o disordini neurologici di varia natura, che possono essere compatibili con l’insorgenza dell’incontinenza. Può inoltre essere chiesto al paziente se assume farmaci particolari, come diuretici, o se ci sono stati pregressi chirurgici interventi urologici, altre condizioni associate a incontinenza.
In un secondo momento è importante indagare le caratteristiche dell’incontinenza. Viene quindi inquadrato il tipo di incontinenza, la sua durata, la quantificazione della perdita urinaria e la presenza di eventuali sintomi associati come bruciore durante l’orinazione o un aumento della frequenza minzionale.
Segue lo svolgimento dell’esame obiettivo urologico e, nella donna, anche ginecologico. Essenziale è la valutazione dell’eventuale presenza di prolasso uterino e della tonicità e del pavimento pelvico. Può anche essere effettuato il cosiddetto “stress test” in cui viene chiesto al paziente a vescica piena di tossire per ricercare l’eventuale perdita di urina.
Talvolta può anche essere richiesto di tenere un diario minzionale su cui paziente dovrà segnare
- tempi di svuotamento,
- numero degli episodi di incontinenza,
- numero delle volte che il paziente va in bagno durante la giornata,
- eventuali sintomi associati che compaiono durante la minzione.
Viene sempre richiesto un esame delle urine per valutare l’eventuale presenza di infezioni, di ematuria (sangue nelle urine), di proteinuria anomala (proteine nelle urine) e di cellule atipiche che possano far sospettare qualche neoplasia.
Tra gli esami strumentali, quello più richiesto è l’ecografia post-urinaria per la valutazione di un eventuale residuo post-minzionale in vescica. Altri esami di pertinenza strettamente specialistica urologica, che possono essere richiesti solo nel caso in cui si sospetti specifiche malattie, sono
- flussometria,
- cistometria,
- profilo pressorio uretrale,
- cistoscopia,
- radiografie,
- TAC.
Cura e rimedi
Ogni paziente che presenti incontinenza urinaria costituisce un caso a sé stante, perché le possibili cause sono estremamente variegate e numerose; per questa ragione non è possibile né auspicabile l’attuazione di interventi terapeutici generalizzati, che andranno invece contestualizzati ed individualizzati di paziente in paziente a seconda della patologia scatenante.
Possono però essere prese in considerazione una serie di misure generali che contribuiscono a prevenire l’incontinenza urinaria, tra cui le più importanti sono:
- Recuperare e mantenere un peso sano.
- Praticare esercizi specifici per il pavimento pelvico, come ad esempio gli esercizi di Kegel, delle semplici contrazioni volontarie del pavimento pelvico per rafforzare questo gruppo muscolare.
- Evitare stimolanti della vescica, come la caffeina e l’alcol.
- Adottare una dieta ricca di fibre (cereali integrali, legumi, frutta e verdura), sostanze capaci di prevenire la stitichezza, una causa comune di incontinenza urinaria.
- Non fumare.
Si raccomanda inoltre di bere adeguatamente, a meno di diverso parere medico; molti pazienti riducono l’introito di liquidi perché convinti di limitare il problema delle perdite, tuttavia indirettamente si ottiene l’effetto opposto per almeno due ragioni:
- si riduce progressivamente la capacità della vescica,
- si causano/peggiorano eventuali fenomeni di stitichezza.
A cura del Dr. Alberto Carturan, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
- Rugarli C., Medicina interna sistematica 2000
- Harrison, Principi di medicina interna, 18ª ed., Milano, CEA Casa Editrice Ambrosiana, 2012
- Cotran, Ramzi S.; Kumar, Vinay; Fausto, Nelson; Nelso Fausto; Robbins, Stanley L.; Abbas, Abul K. (2005). ROBBINS AND COTRAN PATHOLOGIC BASIS OF DISEASE. St. Louis, Mo: Elsevier Saunders.
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