Dolore lombare alla schiena (lombalgia): cause e rimedi

Introduzione

La lombalgia, più genericamente conosciuta come “mal di schiena lombare” e talvolta chiamata “lombaggine”, è una condizione dolorosa che riguarda la regione caudale della colonna vertebrale (quella più vicina rispetto ai glutei) ; non si tratta di una patologia di per sé, quanto piuttosto di un sintomo che spesso deriva dalle cause più svariate.

Nella maggior parte dei casi il problema riguarda una o più parti dell’apparato osteomuscolare, quali ad esempio:

  • legamenti,
  • muscoli,
  • nervi,
  • strutture ossee.

In realtà la lombalgia può essere legata anche a patologie che riguardano i distretti anatomicamente vicini alla regione lombare, come ad esempio i reni o gli ureteri.

Si tratta di una condizione estremamente diffusa, che secondo le stime dell’American Association of Neurological Surgeons riguarderebbe una parte di popolazione compresa tra il 75 e l’85% nel corso della vita adulta; di questi, oltre il 50% presenta una lombalgia con carattere cronico-recidivante.

Secondo la stessa analisi in oltre il 90% dei casi il dolore migliora senza interventi chirurgici.

Uomo che si appoggia al muro a causa del dolore lombare alla schiena

iStock.com/Tom Merton

Cause

In molti casi non è possibile identificare la causa del mal di schiena e si parla in questi pazienti di mal di schiena aspecifico.

In un’elevata percentuale di pazienti la ragione dev’essere cercata in un danno a livello dell’apparato osteomuscolare, come ad esempio

  • Distorsioni, stiramenti e strappi muscolari
  • Lesioni traumatiche, possibile conseguenza di infortuni sportivi o traumi (da caduta, automobilistici, …).

Altrettanto frequenti, soprattutto in età adulta e matura, sono poi le patologie degenerative o traumatiche a carico delle vertebre, ossa interconnesse da strutture fibrocartilaginee che nel loro insieme formano la colonna vertebrale (o spina dorsale); tali delicatissime strutture di collegamento prendono il nome di dischi intervertebrali e sono spesso responsabili dell’insorgenza di lombalgia in forma di discopatia, quali ad esempio

Tali fenomeni portano infatti alla compressione delle strutture nervose e di conseguenza alla risposta dolorosa.

A prescindere dall’eziologia, l’ernia discale può essere dolorosa al punto di rendere impossibili atti quotidiani come la semplice deambulazione, manifestandosi come sciatalgia (irritazione del nervo sciatico), condizione caratterizzata a sua volta da:

  • dolore durante il movimento, irradiato lungo l’arto inferiore,
  • senso di alterata sensibilità dell’arto inferiore,
  • senso di solletico all’arto inferiore.

Le possibili altre ragioni alla base dell’insorgenza del dolore sono peraltro numerose e, tralasciando i casi di difetti congeniti (scoliosi, spina bifida, …), vale la pena ricordare ancora:

Anche una condizione parafisiologica come la gravidanza può diventare causa di lombalgia, a causa del peso esercitato dal feto negli ultimi mesi, che inevitabilmente grava in modo rilevante sulle strutture ossee dell’organismo.

Fattori di rischio

Chiunque può sviluppare un dolore lombare alla schiena, ma esistono alcuni fattori di rischio noti che sicuramente ne predispongono allo sviluppo:

  • età
  • sedentarietà
  • sovrappeso/obesità
  • professione logorante fisicamente
  • stato di salute emotiva (stressansia e depressione possono influenzare il modo in cui ci si concentra sul dolore e la percezione della sua gravità)
  • fumo
  • familiarità/predisposizione genetica

Sintomi

La lombalgia è di per sé un sintomo, non una patologia, ma le possibili manifestazioni cliniche con cui può svilupparsi sono molteplici e includono:

  • sensazione di dolore sordo nella regione caudale (inferiore) della spina dorsale
  • sensazione di dolore descritto come lacerante o pulsante che si irradia dal gluteo al piede
  • ridotta capacità di alzarsi in piedi senza dolore
  • riduzione del range di movimenti che si riescono a compiere.

Di solito il mal di schiena legato ad un movimento azzardato o ad uno sforzo fisico ha natura breve ed autolimitante, ma ciò non toglie che possa persistere fino ad alcuni giorni o addirittura settimane.

Si definisce cronica una lombalgia di durata superiore ai 3 mesi.

Quando rivolgersi al Medico

Solitamente è consigliabile rivolgersi ad un Medico nei casi in cui la lombalgia non passi dopo qualche settimana dalla prima insorgenza, la soglia delle due settimane è infatti approssimativamente indicativa di un problema serio per cui si rendono necessari accertamenti.

Costituiscono sintomi suggestivi di una lesione grave, che richiede invece immediata ed urgente assistenza:

Diagnosi

L’esame obiettivo (visita medica) del proprio Medico curante di solito è sufficiente per una corretta diagnosi differenziale dei vari tipi di lombalgia. Durante l’esame possono venire validati:

  • la capacità di stare in piedi e di camminare,
  • il range di movimenti possibili sul rachide lombare,
  • i riflessi,
  • la forza dell’arto inferiore,
  • la sensibilità dell’arto inferiore.

Qualora si sospetti un problema grave o urgente all’esame obiettivo potranno essere integrati una serie di esami di approfondimento quali:

  • esami del sangue,
  • radiografia alla colonna lombare,
  • tomografia computerizzata (TC) del rachide,
  • risonanza magnetica (RM) del rachide,
  • densitometria ossea (DO/MOC) total body,
  • elettromiografia (EMG).

Rimedi e cura

Se nel caso di mal di schiena conseguenti a patologie croniche è ovviamente necessario trattare la causa specifica, la maggior parte dei pazienti interessanti da lombalgia acuta, fortunatamente, non necessita di trattamenti particolarmente invasivi: i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che si trovano in farmacia senza obbligo di ricetta medica sono, ad esempio, estremamente efficaci nel trattamento delle forme più lievi.

Purtroppo in alcuni casi ciò può non essere sufficiente, rendendo necessaria una terapia più potente; si tratta tuttavia di una casistica piuttosto limitata, dove la gestione clinica e terapeutica spetta al proprio Medico curante o allo Specialista ortopedico.

Stile di vita e rimedi naturali

Nel caso di infortuni osteo-muscolari è sicuramente opportuno astenersi da ulteriori sforzi e/o attività fisica ad alta intensità, ma il riposo assoluto è considerato controproducente (salvo eventualmente nelle prime 24-48 ore); un moderato movimento e la pratica di stretching ed attività simili (pilates, yoga, ginnastica dolce, …) è in genere considerato necessario a garantire un corretto recupero in tempi brevi.

L’applicazione di impacchi freddi/caldi può essere d’aiuto, anche non c’è completo accordo in proposito nella comunità medica in merito a tempistiche e reale efficacia.

Opzioni farmacologiche

La maggior parte dei casi di lombalgia può essere risolta attraverso l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei quali ad esempio:

  • Ibuprofene
  • Naprossene
  • Diclofenac

Anche il paracetamolo (Tachipirina®) può essere un’alternativa in quanto efficace (se assunta a dosaggi congrui) e priva degli effetti collaterali sul tratto gastrointestinale, che invece caratterizzano i FANS. Un’opzione terapeutica relativamente recente è data dai COXIB, farmaci inibitori selettivi della cicloossigenasi-2 (COX-2), che con un meccanismo d’azione simile a quello dei FANS riescono a bloccare il dolore e l’infiammazione senza determinare gastrite.

I casi di dolore più severo vengono trattati sotto prescrizione medica attraverso l’utilizzo di antidolorifici più forti come gli oppiacei; si tratta di farmaci caratterizzati da una serie di effetti collaterali complessivamente maggiore rispetto ai FANS, soprattutto considerando l’elevato rischio di sviluppare dipendenze e la comparsa di fenomeni di tolleranza.

Infine, sotto prescrizione specialistica, va ricordata anche la possibilità di agire in maniera locale iniettando direttamente nella sede dolorosa farmaci antinfiammatori o antidolorifici.

Chirurgia

L’intervento chirurgico per la lombalgia è un vero e proprio trattamento di ultima linea che fortunatamente viene adottato solamente in pochi casi recidivanti. Tale percorso viene infatti riservato ad alterazioni anatomico-strutturali che non hanno risposto in maniera soddisfacente alla terapia farmacologica o infiltrativa.

La valutazione di un approccio chirurgico al proprio problema di lombalgia va in qualsiasi caso discussa con il proprio specialista di riferimento al fine di valutare in maniera esaustiva i possibili pro e contro di questa soluzione radicale.

Fonti e bibliografia

 

A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.