Masse e tumefazioni nello scroto, quando preoccuparsi?

Introduzione

Durante una visita medica di controllo, o magari durante un’autopalpazione, può succedere di avvertire sotto le dita la presenza di una tumefazione simile ad una piccola pallina all’interno dello scroto (lo scroto è quella sorta di sacca che contiene i testicoli, sotto il pene).

Questo evento causa comprensibilmente una certa preoccupazione al paziente, perché la mente corre rapidamente al pensiero che possa trattarsi di un tumore; in realtà una massa scrotale può essere di varia natura, anche benigna, ad esempio infiammatoria, traumatica od infettiva.

Vediamo insieme le cause, quando occorre recarsi dal medico e quali sono le possibili cure.

Cause

La borsa scrotale è un sacchetto di pelle che contiene normalmente i due testicoli e l’epididimo. L’epididimo è un tubicino presente nella parte posteriore di ciascun testicolo, ove svolge il compito di immagazzinare e trasportare lo sperma.

Anatomia semplificata di scroto e testicoli

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Queste strutture anatomiche, testicoli e/o epididimi, possono talvolta essere dolenti alla palpazione e/o risultare aumentati di volume.

Non sempre questo evento deve farci pensare ad un tumore, sebbene possa effettivamente essere una delle possibili cause, perché sono  molto più numerose altre cause meno gravi che possono giustificare la comparsa di una tumefazione scrotale.

Tra le cause benigne di massa scrotale si annoverano:

  • idrocele, un accumulo di liquido color giallo trasparente nello spazio compreso tra il testicolo e la borsa scrotale. La causa può essere di varia natura: infiammatoria, traumatica, post-chirurgica, tumorale o idiopatica (cioè sconosciuta);
  • ernia intestinale, una protrusione di un tratto delle anse intestinali attraverso una zona di debolezza. La maggior parte delle ernie intestinali sono ernie inguinali, che causano un rigonfiamento in prossimità dello scroto;
  • spermatocele (o cisti dell’epididimo), una raccolta di liquido bianco contenente spermatozoi maturi ma non vitali; non si conoscono ad oggi le cause esatte alla base della sua formazione, ma si ritiene che possa essere legata ad un evento spontaneo, traumatico, infiammatorio (epididimite) o post-chirurgico;
  • varicocele, un ristagno di sangue, dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni testicolari, che si trovano all’interno del funicolo spermatico e che hanno normalmente il compito di drenare il sangue dai testicoli. La causa di formazione del varicocele è sconosciuta;
  • ematocele, una raccolta di sangue nella tunica vaginale dello scroto, generalmente dovuto ad un trauma o una complicanza di un intervento chirurgico dei testicoli;
  • epididimite, un’infiammazione dell’epididimo, generalmente causata da un’infezione provocata da agenti patogeni trasmessi con l’attività sessuale, come ad esempio la clamidia.
  • traumi accidentali, frequentemente di natura sportiva.

 

Massa scrotale e tumore

Una causa maligna di massa scrotale è la presenza di un tumore ai testicoli, le cui manifestazioni cliniche sono sostanzialmente simili a quelle delle cause benigne, come ad esempio

  • aumento di volume,
  • gonfiore o senso di pesantezza del testicolo,

e naturalmente la comparsa di un nodulo simile ad una piccola pallina all’interno della borsa scrotale.

Il tumore dei testicoli colpisce prevalentemente i giovani, tra 20 e 40 anni d’età, sebbene raramente possa interessare anche gli uomini in età più avanzata.

La causa resta ad oggi sconosciuta, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio che ne aumentano la probabilità di comparsa, in primis il criptorchidismo, ovvero la mancata discesa nello scroto di uno dei testicoli e che resta in addome o nell’inguine. Questo difetto congenito può aumentare fino a 10 volte il rischio di sviluppare un tumore, mentre la sua correzione chirurgica (da effettuarsi entro i primi anni di vita) ne riduce efficacemente il rischio futuro.

Altri possibili fattori di rischio di tumore al testicolo sono:

  • sindrome di Klinefelter
  • storia familiare o personale di tumore al testicolo (ossia, avere avuto un parente con un tumore al testicolo o esserne stato affetto già una prima volta)
  • esposizione professionale a sostanze nocive, come alcuni pesticidi
  • fumo di sigaretta
  • infertilità.

Sintomi di accompagnamento

La comparsa di una massa scrotale può esser causa di diversi disturbi a carico dello scroto, indipendentemente dalla causa, come ad esempio:

  • arrossamento
  • rigonfiamento e differenza visiva tra i due testicoli
  • senso di pesantezza
  • dolore improvviso
  • dolore sordo e continuo
  • dolore diffuso all’inguine, pancia o schiena con possibile discomfort nella deambulazione
  • testicoli duri o aumentati di volume

Nel caso di infezione che interessa le vie genito-urinarie possono inoltre comparire

Nel caso di un’ernia inguinale complicata, strozzata o incarcerata, il paziente lamenterà inoltre un dolore fisso, forte con tendenza ad aumentare d’intensità, nausea e vomito.

In altri casi, infine, è possibile che si apprezzi solo la presenza della massa scrotale, senza che il paziente lamenti sintomi.

Nel caso di tumore in genere non è presente dolore, ma in caso di metastatizzazione (diffusione nell’organismo) il paziente può lamentare:

Quando rivolgersi al medico

Se si nota una massa scrotale è sempre opportuno parlarne con il proprio medico, anche in assenza di sintomi.

Solo dopo una attenta visita e valutazione degli eventuali esami diagnostici richiesti sarà possibile escludere eventuali cause maligne di massa scrotale e fornire, a seconda dei casi, la cura più corretta.

Parlare con il proprio medico della scoperta di una massa scrotale è sempre una buona idea, perché trascurare l’evento per poca attenzione o peggio per paura, potrebbe condurre a danni permanenti ai testicoli, come ad esempio infertilità, anche nel caso in cui la causa sia benigna.

Nel caso di tumore del testicolo, una diagnosi precoce aumenta le probabilità di cura e guarigione: oggi 9 casi di tumore del testicolo su 10 guariscono, grazie ai progressi in campo medico ed alla prevenzione. Per questo, così come per il tumore del seno, è importante educare i giovani all’autopalpazione dei testicoli almeno una volta al mese ed a parlare con il proprio medico di fiducia nel caso si noti qualcosa di sospetto.

Diagnosi

In prima battuta ci si può sicuramente rivolgere con fiducia al medico curante, nel caso di necessità lo specialista che si occupa di questi sintomi è l’urologo.

Per prima cosa il medico raccoglie la storia clinica del paziente, interrogandolo circa

  • le malattie certe di cui il paziente soffre o ha sofferto
  • i farmaci che assume
  • eventuali traumi
  • interventi chirurgici
  • e i sintomi avvertiti (dolore, gonfiore, senso di pesantezza scrotale, difficoltà a deambulare, …) annotando in particolare il quando ed il come sono comparsi (ad esempio, i sintomi hanno avuto un esordio improvviso o graduale? l’intensità dei sintomi è lieve, tollerabile o molto forte? i sintomi sono sempre presenti, sono divenuti più forti oppure non sono continui?, …)

Si passa quindi alla visita medica, ispezionando e palpando la borsa scrotale:

  • in caso di un’ernia inguinale questa è palpabile durante la visita medica, esplorando con un dito il canale inguinale; nel caso di piccole ernie è possibile che il medico chieda al paziente di tossire per aumentare la pressione in addome, così che l’ernia risulti chiaramente visibile. Il paziente solitamente viene visitato in piedi;
  • in caso di sospetto varicocele è utile visitare il paziente in posizione eretta e ciò che il medico avverte con la palpazione è la sensazione tipica di un sacchetto pieno di vermi, generalmente sul lato sinistro della borsa scrotale;
  • in caso di cisti dell’epididimo alla palpazione si avvertirà una piccola pallina delle dimensioni di un pisello, liscia, morbida, mobile e compatta;
  • in caso di epididimite o ematocele, lo scroto può apparire arrossato, rigonfio e dolente alla palpazione;
  • in caso di tumore alla palpazione si noterà un piccolo nodulo duro, fisso ed irregolare nella forma, con tendenza a crescere rapidamente.

Oltre alla visita, il medico può richiede un approfondimento diagnostico con un’ecografia scrotale, esame che permette di fare diagnosi differenziale e visualizzare contenuto e causa del rigonfiamento dello scroto, ossia la presenza di

Se il medico sospetta un tumore del testicolo può richiedere un controllo di sangue per valutare il valore di alcuni marcatori tumorali, in questi casi i più utili sono:

L’unico approccio che consente di confermare definitivamente il cancro ai testicoli è esaminare una parte del nodulo al microscopio (esami istologici); a differenza di molti tumori in cui è possibile procedere prelevando con un ago una piccola porzione di tessuto sospetto (biopsia), nel caso di sospetto sul testicolo è necessario procedere alla rimozione dell’intero testicolo e questo sostanzialmente per due ragioni:

  • ecografia ed esami del sangue sono in genere sufficienti ad una diagnosi piuttosto sicura
  • una biopsia potrebbe danneggiare il testicolo e diffondere il cancro nello scroto

Si noti infine che la perdita di un unico testicolo non influirà né sulla capacità di erezione né sulla fertilità.

Se dopo l’intervento viene confermata la diagnosi il paziente viene sottoposto ad una TAC di stadiazione, che serve a definire meglio l’estensione del tumore ed in base alla quale si valuta se

  • il tumore era circoscritto al testicolo (Stadio I)
  • il tumore si è diffuso ai linfonodi loco-regionali (Stadio II)
  • il tumore ha prodotto metastasi a distanza, ad esempio nel polmone o nel fegato (Stadio III)

Cure

In genere non è richiesto alcun trattamento medico qualora la massa scrotale non abbia origine cancerosa e non causi disturbi al paziente (come ad esempio dolore).

Riposo, antidolorifici ed antibiotici sono richiesti nel caso di epididimite di origine batterica (fa eccezione un’eventuale causa virale, in cui gli antibiotici sarebbero ovviamente inutili).

In caso di idrocele con sintomi è richiesto un intervento chirurgico, che consiste nella rimozione della tunica vaginale, ossia della tasca ove è avvenuto l’accumulo del liquido. Un idrocele che contiene molto liquido (idrocele iperteso) può complicarsi con fessurazione della cute che guarisce con difficoltà, specie nel caso di persone diabetiche, defedate o immunodepresse e richiede un intervento chirurgico d’urgenza.

La maggior parte delle ernie inguinali possono essere ridotte manualmente, ma è preferibile ripararle chirurgicamente per evitare future complicazioni; nel caso di un’ernia inguinale già complicata, strozzata o incarcerata, è richiesto un intervento chirurgico d’urgenza.

La cisti dell’epididimo è generalmente asintomatica e non richiede nessuna cura; nel caso di disturbi, occorre sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuoverla.

Nel caso di ematocele può essere utile riposo, applicazioni di ghiaccio, assunzione di antiinfiammatori (come paracetamolo) e riservare l’intervento chirurgico ai casi che non ottengono un beneficio da questa terapia.

Solitamente il varicocele non richiede cura, salvo i pazienti con sintomi che è preferibile sottoporre ad intervento chirurgico; è possibile effettuare, previa identificazione dei vasi sanguigni responsabili del ristagno di sangue nello scroto,

  • una legatura e resezione oppure
  • una scleroembolizzazione retrograda dei vasi sanguigni

Nel caso di tumore del testicolo, la cura varia in base al tipo di tumore (seminoma o non-seminoma) ed allo stadio della malattia.

Negli stadi iniziali di entrambe le forme di tumore il paziente viene sottoposto ad un intervento chirurgico di orchiectomia, cioè di rimozione completa del testicolo malato ed inserimento di una protesi per conservare l’aspetto estetico dello scroto.

L’intervento chirurgico, dato l’alto numero di pazienti giovani, è solitamente preceduto dalla crioconservazione dello sperma, per preservare la possibilità futura d’avere figli.

Nel caso dei seminomi in stadio I, dopo l’intervento chirurgico, la probabilità che il tumore possa tornare (ossia di recidiva) è molto bassa, pari a circa il 15-20% dei casi.

Per questo motivo si può scegliere di non sottoporre il paziente ad ulteriori cure, ma avviarlo ad una sorveglianza attiva, che prevede controlli frequenti e ravvicinati e nuove cure solo in caso di recidiva. Restano comunque valide altre due possibili opzioni, dopo la chirurgica, cioè:

  • chemioterapia con un ciclo di carboplatino
  • radioterapia

Nel caso di non-seminomi in stadio I , dopo l’intervento chirurgico, la probabilità che il tumore possa tornare può essere fino al 50% dei casi, a seconda della presenza o assenza di diffusione del tumore (invasione vascolare presente o assente). In questo caso dopo l’intervento chirurgico, il paziente può essere sottoposto a

  • sorveglianza attiva
  • chemioterapia con schema PEB per un ciclo
  • intervento chirurgico di rimozione dei linfonodi retro-peritoneali

Nello stadio II le opzioni di cura sono

  • radioterapia o chemioterapia nei seminomi
  • chemioterapia nei non-seminomi

Gli stadi avanzati richiedono sempre un trattamento chemioterapico.

 

A cura della Dr.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

 

Bibliografia

  • Linee Guida AIOM
  • Manuale di Medicina Interna – Harrison

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.