Feci scure e nere (melena): cause e quando preoccuparsi

Feci scure o nere, quando si tratta di melena?

“Melena” è il termine medico che indica l’emissione di feci di colorito nerastro, per la presenza al loro interno di tracce di sangue digerito, che provengono verosimilmente da un sanguinamento localizzato nella porzione più alta dell’apparato digerente (esofago, stomaco, duodeno).

Questo segno clinico è suggestivo di una permanenza piuttosto lunga (circa 8 ore) del sangue a livello dell’intestino, durante il quale il ferro dell’emoglobina contenuta al suo interno viene sottoposto ad un processo di ossidazione da parte dei succhi acidi e\o dei batteri intestinali che rende le feci scure, di consistenza untuosa e particolarmente maleodoranti.

È molto importante, in caso di melena, agire sempre tempestivamente, localizzando l’origine esatta del sanguinamento e trattandone precocemente la causa, mediante l’adozione di presidi terapeutici specifici che, a seconda dei casi, possono prevedere

  • la somministrazione di trasfusioni di sangue,
  • l’assunzione di farmaci (per esempio medicinali emostatici)
  • o l’attuazione di interventi chirurgici volti ad arrestare l’emorragia.

Cause

Feci scure NON legate alla presenza di sangue

Nonostante la presenza di melena rappresenti un segno clinico allarmante, spesso l’emissione di feci scure attraverso l’evacuazione trova spiegazioni più semplici e per certi versi banali, come ad esempio assunzione e consumo di

  • integratori di ferro,
  • carbone alimentare,
  • liquirizia,
  • barbabietole,
  • mirtilli,

Cause di melena

  • Ulcere gastroduodenali: erosioni di una porzione della mucosa gastrointestinale, tipicamente a livello dello stomaco (ulcera gastrica) o in corrispondenza dei primi centimetri del duodeno (ulcera duodenale); sono causate, nella maggior parte dei casi, da infezioni da parte di H.pylori o dall’uso di FANS (antinfiammatori); il sanguinamento è dovuto alla lesione di vasi sanguigni localizzati a livello gastroduodenale.
  • Rottura di varici esofagee: vene dilatate in maniera patologica, situate in corrispondenza della porzione distale dell’esofago e nello stomaco prossimale; si riscontrano frequentemente come complicanza di gravi malattie epatiche e sono correlate ad una condizione di ipertensione portale; la loro rottura è causa di un’improvvisa emorragia digestiva che diventa evidente per l’emissione di sangue attraverso il vomito (ematemesi) che può accompagnarsi a melena.
  • Gastriti acute: patologie infiammatorie dello stomaco; si sviluppano quando la barriera difensiva gastrica, particolarmente indebolita da diversi fattori, consente ai succhi acidi di esercitare un’azione di infiammazione sulla porzione interna della parete dello stomaco.
  • Patologie tumorali (in particolar modo di esofago, stomaco e duodeno);
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali: comprendono la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, patologie il cui andamento clinico è contraddistinto dall’alternarsi di periodi di remissione e recidive in cui, tra i sintomi, è presente anche la melena;
  • Infarto intestinale: necrosi (morte) di una porzione di intestino, come conseguenza di un’interruzione totale o parziale del flusso sanguigno in corrispondenza di quel distretto corporeo;
  • Consumo di sostanze di abuso (alcol in particolare);
  • Assunzione incontrollata di farmaci (specialmente FANS che possono avere un effetto lesivo per la mucosa gastrica se assunti in dosi eccessive);
  • Diverticoli esofagei: estroflessioni, simili a sacche, che si formano a livello della parete esofagea; costituiscono dei punti di particolare fragilità a livello della struttura dell’organo; seppur raramente, possono andare incontro a perforazioni, dando luogo a sanguinamenti di entità variabile;
  • Disturbi della coagulazione: si presentano quando l’organismo non è in grado di mettere in atto i processi che normalmente garantiscono l’arresto di un’emorragia, producendo un quantitativo sufficiente di proteine necessarie per avviare il processo di coagulazione del sangue (queste proteine sono chiamate “fattori di coagulazione”);
  • Epatopatie croniche (tipicamente epatiti su base alcolica o virale).

Sintomi

La melena è essa stessa un segno, non una malattia, che può presentarsi come

  • Feci di colorito scuro (quasi nere), a differenza dell’ematochezia, in cui appaiono di sangue rosso vivo;
  • Feci untuose, di consistenza pastosa;
  • Feci particolarmente maleodoranti.

A questo segno clinico, possono poi associarsi altri sintomi, che variano a seconda della gravità della condizione in cui verte il paziente e della causa che è possibile rintracciare alla base dell’emorragia, come:

  • Bassa pressione arteriosa (ipotensione);
  • Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • Stanchezza generalizzata (astenia);
  • Riduzione della quantità di emoglobina nel sangue (anemia);
  • Senso di confusione o di ovattamento;
  • Aumento della frequenza del respiro (tachipnea);
  • Intensa sudorazione;
  • Pallore della cute.

Quando preoccuparsi

Il riscontro di melena rappresenta una condizione di emergenza, che richiede una diagnosi tempestiva per identificare l’origine esatta del sanguinamento gastrointestinale; per questa ragione è sempre necessario richiedere immediatamente un consulto medico (recandosi dal medico curante, in guardia medica o presso un pronto soccorso).

Si sottolinea ovviamente la necessità di una prima valutazione tesa ad escludere cause alimentari dietro al colorito scuro/nero delle feci.

Complicazioni

Nei casi di emorragia massiva, che determina un’importante deplezione del volume ematico, può sopraggiungere una grave complicanza nota come “shock ipovolemico”; è opportuno, in tal caso, somministrare emoderivati e fluidi per via endovenosa, al fine di ripristinare la corretta volemia del paziente e migliorare la sua condizione, scongiurando un possibile arresto cardiaco.

Diagnosi

Durante la valutazione del paziente, sarà accertata in prima istanza l’entità e la rapidità del sanguinamento, quindi saranno messi in atto gli accertamenti volti ad identificarne la provenienza; in tal senso, potrebbero essere eseguiti esami laboratoristici e\o strumentali, come:

  • Esami del sangue generali (emocromo, …), esami dei fattori della coagulazione, elettroliti, creatinemia.
  • Esofagogastroduodenoscopia: esame endoscopico che si esegue non appena il paziente è stato stabilizzato e consente di individuare la sede esatta del sanguinamento per pianificare la terapia; se il paziente è instabile può essere eseguito in emergenza.
  • Colonscopia: consente di individuare sanguinamenti o masse localizzate nel colon ascendente;
  • Angiografia: permette la visualizzazione di eventuali anomalie di vasi arteriosi addominali;
  • Ricerca del sangue occulto nelle feci (di solito eseguita su 3 campioni);
  • Altri esami: Elettrocardiogramma, emogasanalisi, … possono essere eseguiti per rilevare anomalie del battito o inquadrare eventuali squilibri respiratori del paziente.

Cura

Il trattamento della melena è rivolto principalmente ad arrestare l’emorragia individuando la sede da cui ha origine il sanguinamento; in base alla gravità del quadro clinico e alle condizioni generali del paziente è possibile intervenire mediante:

  • Strategie farmacologiche: somministrazione di farmaci ad effetto emostatico;
  • Trasfusioni di sangue, se la perdita ematica è significativa;
  • Interventi via endoscopica (per esempio cauterizzazione e legatura delle varici esofagee);
  • Interventi di chirurgia maggiore (in caso di sanguinamenti di entità maggiore che richiedano un approccio meno conservativo per arrestare l’emorragia).

 

A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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