Nei (nevi) pericolosi e maligni: quando preoccuparsi di un melanoma?

Introduzione

I nevi (o nei, come vengono generalmente chiamati) sono macchie visibili sulla superficie della pelle, molto comuni soprattutto nelle persone di carnagione chiara

Possono avere forma, dimensioni e colore differenti, manifestandosi

  • più o meno rilevati,
  • rotondeggianti od ovali,
  • piccoli pochi millimetri o di dimensione superiore, fino a qualche centimetro,
  • di colore variabile dal marrone chiaro al nero

Possono essere

  • congeniti , se presenti dalla nascita
  • acquisiti , se compaiono tardivamente, nell’infanzia o in età adulta

Solitamente i nevi restano invariati nel corso della vita, ma talvolta possono mutare:

  • regredendo spontaneamente,
  • o, di contro, evolvere verso forme maligne particolarmente aggressive chiamate melanomi.
Dermatologo che osserva un melanoma su un paziente

iStock.com/thodonal

Com’è fatto un neo?

Se immaginassimo di osservare un neo con un microscopio questo apparirebbe costituito da

  • un groviglio di cellule
  • e/o altri elementi della pelle,

che sono andati incontro ad anomalie di sviluppo, in eccesso o in difetto.

Questa semplice descrizione, ci consente di classificare i nei a seconda

  • del tipo di cellule della pelle coinvolte in :
    • nevi melanocitici, formati da un agglomerato di melanociti (i melanociti sono cellule presenti nello strato basale della cute, deputate alla produzione della melanina, pigmento responsabile del colore della pelle),
    • nevi non melanocitici, formati da altri elementi cutanei quali
      • peli (neo peloso),
      • ghiandole sudoripare (nei sudorali),
      • vasi sanguigni (nei vascolari),
      • cellule, eccetto melanociti (nei verrucosi dell’epidermide, nei comedonici, nei connettivali, …);
  • oppure in base alla sede dove questi agglomerati cellulari si sono formati e cresciuti:
    • nevo giunzionale, nasce lungo la giunzione dermo-epidermica (GDE),
    • nevo composto, dalla GDE si approfonda dentro il derma,
    • nevo dermico puro, si sviluppa nel derma.

La GDE è una membrana che separa i due tessuti costituenti la cute, ossia

  • epidermide, parte esterna,
  • derma, parte interna.

La pelle infatti, a differenza di quanto comunemente si immagina, non è solo ciò che vediamo ad occhio nudo, ma un vero e proprio organo molto complesso , pluristratificato ed in continuo rinnovamento, dotato di importanti funzioni per il nostro organismo.

Perché si formano i nei?

Ad oggi non sono ancora note le cause scatenanti la formazione dei nei, è tuttavia possibile fare delle ipotesi individuando, in base alle ricerche fino ad ora condotte, possibili fattori predisponenti e classificabili come:

  • genetici,
  • immunitari,
  • ormonali,
  • ambientali ( esposizione al sole, farmaci).

Nevi melanocitici

I nevi melanocitici sono di natura benigna, formati da agglomerati di melanociti raccolti in nidi lungo la giunzione dermo-epidermica e/o nel derma. Possono essere congeniti o acquisiti.

I congeniti sono rari, presenti solo nell’1% dei neonati. Possono comparire già alla nascita o manifestarsi dopo qualche settimana o mese di vita.

In base alla grandezza, è possibile distinguerli in:

  • piccoli,
  • medi,
  • giganti (oltre i 20 cm!).

I nevi piccoli e medi possono avere un aspetto vario a seconda della forma, grandezza e colore ed interessare qualsiasi parte del corpo.

I nevi giganti, in genere accompagnati da numerosi nei più piccoli, sono visibili su

  • torace,
  • pancia,
  • o braccia,

dove ne rivestono quasi completamente la superficie, assumendo aspetti caratteristici da cui i nomi di

  • neo a mantellina,
  • neo a manicotto,
  • neo a corsetto.

Con la crescita del bambino, sovente, i nei giganti diventano più spessi, scuri e rugosi. Possono associarsi a malformazioni o disturbi clinici anche gravi, in base alla loro localizzazione, quali:

  • disturbi neurologici ed epilessia,
  • spina bifida,
  • piede torto e/o altri difetti muscolari ed ossei.

Nel 6% dei casi evolvono verso forme maligne e la trasformazione in melanoma nella metà dei casi avviene prima dei 16 anni d’età.

I nevi acquisiti si manifestano durante l’infanzia e crescono di numero e/o dimensioni durante tutta la fase dell’adolescenza per poi stabilizzarsi in età adulta. Ogni individuo può avere un numero variabile di nei, che appariranno con bordi regolari e colore uniforme, sebbene nella stessa persona sia possibile osservare nei anche molto differenti l’uno dall’altro.

Classificazione dei nevi melanociti

Possiamo distinguere fino a 10 tipi differenti di nevi melanocitici, spesso chiamati con il nome dello studioso che per primo li ha osservati e descritti.

  1. Lentiggini
    • macchie di colore marrone chiaro, bruno o nerastro,
    • piccole pochi millimetri, rotondi od ovali,
    • possono essere visibili in ogni parte della cute o delle mucose,
    • possono manifestarsi anche dopo i 30 anni d’età;
  2. Macchie mongoliche
    1. macchie grandi, di colore azzurrognolo, visibili lungo la schiena,
    2. così chiamate, perché più frequenti nell’Estremo Oriente,
    3. sono presenti alla nascita o compaiono entro poche settimane di vita,
    4. generalmente scompaiono durante l’infanzia;
  3. Nevo di Ota
    • macchia piana, bluastra, di dimensioni variabili, interessante una metà del viso,
    • segue tipicamente il decorso dei primi due rami del nervo trigemino, quindi potrà essere visibile su: palpebre e sclere degli occhi, tempie, fronte, guance o dietro le orecchie,
    • si manifesta entro il primo anno di vita o alla pubertà;
  4. Nevo di Ito:
    • ha le stesse caratteristiche del nevo di Ota,
    • ma è tipicamente presente a livello delle spalle;
  5. Nevo blu
    1. piccola papula solitaria di colore bluastro,
    2. presente alla nascita o acquisito,
    3. visibile solitamente sul dorso di mani o piedi, testa, collo, sacro,
    4. va tenuto sotto controllo, per il rischio di trasformarsi in melanoma (specie la forma congenita);
  6. Nevo di Unna
    • neo peduncolato, di colore roseo o brunastro e consistenza molle (simile ad una mora),
    • compare tardivamente, in età adulta,
    • più frequente alle spalle ed al torace,
    • può, accrescendosi, torcersi attorno al proprio peduncolo, provocando dolore;
  7. Nevo di Miescher
    • è una papula o nodulo, di colore chiaro simil-pelle, liscio, spesso peloso,
    • compare dopo l’adolescenza, specie nelle donne,
    • frequente sul viso (mento, naso, guance, lungo il contorno della bocca),
    • può arrossarsi o diventare dolente, in seguito alla rottura di una cisti follicolare al suo interno;
  8. Nevo di Spitz
    • papula rotondeggiante, di colore rosato o rosso brunastro, visibile generalmente al volto,
    • si manifesta nell’età infantile o nei giovani,
    • ha un rapidissimo accrescimento , nei primi mesi dalla sua comparsa, per poi restare invariato intorno al centimetro di grandezza;
  9. Nevo di Reed
    • neo piatto o lievemente rilevato, piccolo, di colore bruno scuro o nero,
    • si manifesta in età adulta,
    • interessa frequentemente le braccia o le gambe;
  10. Nevo di Sutton
    • piano o rilevato, è circondato da un alone di cute biancastra e priva di pigmento,
    • sede più frequente è il dorso,
    • comune nei bambini e negli adolescenti,
    • nella metà dei casi scompare completamente in alcuni mesi o anni, con possibile comparsa di vitiligine.

Altri nevi melanocitici sono :

  • le efelidi,
  • le macchie caffè-latte,
  • la lentigo solare (attinica o senile),

ma in questi casi i melanociti non sono numericamente aumentati.

Quando un neo diventa pericoloso per la salute?

I nei sono generalmente lesioni benigne della pelle che ci accompagnano nel corso di tutta la nostra vita restando immutati, tuttavia in alcuni casi un nevo può andare incontro a modifiche, richiedendo un attento esame da parte del medico, per il rischio di trasformazione in melanoma.

Il melanoma è un tumore maligno della cute; può svilupparsi su un neo preesistente o, non di rado, insorgere su cute sana. Altre possibili sedi sono:

  • occhi,
  • cavità orale,
  • genitali,
  • ano.

La diagnosi è clinica; è un tumore molto aggressivo, con facilità di diffusione ad altri organi (specie polmoni, cervello e fegato), per questa ragione la prevenzione riveste un’importanza fondamentale.

La regola ABCDE

Osservare i propri nei è il primo passo per scovare quelli sospetti.

Per facilitare l’auto-esame è bene ricordarsi della regola ABCDE, che altro non è se non un vademecum di cosa valutare osservando un neo.

  • A sta per asimmetria: un neo sospetto è asimmetrico e non ha limiti uniformi.
  • B sta per bordo: un neo sospetto ha un bordo irregolare e frastagliato.
  • C sta per colore: bisogna sempre tenere d’occhio eventuali cambiamenti di colore di un neo, con tendenza a scurirsi od acquisire nuove sfumature cromatiche.
  • D sta per dimensioni: un neo che aumenta di grandezza (specie se superiore ai 6 mm) o di spessore (un neo piano che diventa rilevato), richiede un controllo accurato.
  • E sta per evoluzione: valutare se le modifiche di colore, forma e/o grandezza del neo si sono sviluppate in poco tempo (qualche mese).

I nei non danno sintomi e sono generalmente silenti. Ci sono dunque alcuni campanelli d’allarme che non dovrebbero mai essere sottovalutati, perché possibili segni di trasformazione maligna, ossia la comparsa attorno ad un neo di

  • prurito,
  • arrossamento,
  • perdita di siero o sangue (non provocata da traumi),
  • dolore,
  • desquamazione od ulcere.

Ci sono inoltre alcune condizioni che aumentano il rischio che un neo si modifichi verso una forma maligna, quali

  • fototipo , con svantaggio per le persone di carnagione chiara, capelli biondi o rossi,
  • presenza di numerosi nevi o lentigo solari,
  • familiarità, ossia storia di melanomi in parenti stretti,
  • aver subito scottature solari, specie se da bambini,
  • etnia bianca (con rischio 12 volte superiore rispetto a quella nera),
  • nevo di Clark atipico: nevo acquisito, superiore ai 6 mm, irregolare per forma, bordi e colore.

Neo che prude

Tra i cambiamenti di un neo da considerare sospetti (evoluzione, vedi supra) non rientrano solo dimensione, forma, colore o aspetto, ma anche la consistenza del neo stesso, che può cambiare e diventare ad esempio dura o grumosa, oppure diventare in rilievo o formare croste; la lesione cutanea che si forma può sembrare diversa e può prudere, trasudare o sanguinare spontaneamente (mentre in genere non provoca dolore). Questo NON significa che il prurito associato ad un neo sia prova di melanoma, ma semplicemente che vale la pena sottoporlo all’attenzione del medico dermatologo.

Neo che si screpola

Vale quanto appena scritto, ovvero che anche un cambiamento della superficie del neo è meritevole di attenzione medica.

Neo infiammato da sfregamento

Non rappresenta un fattore di rischio un evento traumatico che interessi un neo sano; un taglio od un’abrasione accidentale su un neo non è causa di trasformazione maligna.

Quando rivolgersi al medico

In presenza di un neo sospetto bisogna sempre rivolgersi al medico specialista, il dermatologo, che attraverso una tecnica chiamata epiluminescenza è in grado di individuare i nei maligni o potenzialmente tali.

L’epiluminescenza, chiamata anche dermatoscopia, è una tecnica

  • non invasiva,
  • non dolorosa,
  • a cui tutti possono sottoporsi,

che si avvale dell’ausilio di un dermatoscopio, un dispositivo costituito da una lente d’ingrandimento illuminata, collegato ad un monitor, che consente di osservare dettagliatamente ogni lesione della cute (fino alle sue strutture più interne); il medico può inoltre conservare le immagini fotografiche rilevate e riutilizzarle per confronto ad un successivo controllo.

In mani esperte consente di formulare una diagnosi in oltre il 90% dei casi.

Grazie a questa tecnica si è drasticamente ridotto il numero di interventi chirurgici inutili a cui in passato venivano sottoposti tutti quei pazienti con sospetto di lesioni cutanee maligne, osservate semplicemente ad occhi nudo o con lenti d’ingrandimento poco precise.

Cura

Se durante la visita dermatologica viene riscontrato un neo sospetto, o altamente a rischio di trasformazione maligna, l’unica cura possibile è l’asportazione chirurgica. Il nevo viene rimosso in anestesia locale ed inviato al laboratorio dove verrà analizzato per stabilirne la reale natura.

L’uso del trattamento laser è più indicato nel caso di nevi che si vogliano rimuovere per motivi estetici o funzionali, dal momento che il laser vaporizzando di fatto il nevo non ne consente la successiva analisi.

La miglior cura tuttavia ad oggi risulta la prevenzione!

Prevenzione

Gli 8 passi per una corretta prevenzione consistono in:

  1. Guardarsi la pelle: non sottovalutare anche piccole modifiche di un neo o la comparsa di nuovi nei.
  2. Proteggersi dal sole : sia al mare, in montagna o durante una semplice passeggiata, utilizzare un protezione solare alta.
  3. Evitare eccessive esposizioni al sole, specie nelle ore più calde della giornata (dalle 11 alle 15).
  4. La protezione inizia da bambini : le scottature solari da piccoli, possono danneggiarci una volta cresciuti. Ricorda che la pelle ha un’ottima memoria!
  5. Far uso di cappelli ed occhiali da sole.
  6. Farmaci e sole non sempre sono una buona accoppiata: alcune medicine possono aumentare la sensibilità della pelle ai raggi solari.
  7. Fare un controllo dei nei specialistico (mappatura dei nei) una volta all’anno.

Sfatiamo infine alcuni falsi miti:

  • non è vero che i nei sottoposti a traumi o ferite accidentali, si trasformano in tumore,
  • non è vero che le voglie della madre in gravidanza si trasformano in tumore,
  • non è vero che per proteggersi la pelle dal sole, basta applicare la crema protettiva solo sui nevi (o addirittura coprirli con un cerotto, per quanto una copertura fisica possa essere utile in alcuni casi): tutta la pelle va protetta.

 

A cura della Dr.ssa Tiziana Bruno, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.