Urinare spesso di notte (nicturia): cause e rimedi

Cosa significa nicturia?

La nicturia è un disturbo caratterizzato dalla necessità di interrompere il riposo notturno, alzandosi anche più di una volta, per l’urgenza di urinare; da un punto di vista clinico dev’essere distinta dalla pollachiuria, condizione caratterizzata da un aumento della frequenza delle minzioni sia di giorno che di notte.

L’urina rappresenta il prodotto terminale del lavoro di filtrazione e secrezione del rene, che si occupa di depurare costantemente il sangue dalle sostanze di scarto e tossiche prodotte dall’organismo; queste passano nel sistema dei dotti urinari per filtrazione e, insieme all’acqua, vanno a formare l’urina, che si accumula a livello della vescica fino a raggiungere la soglia di attivazione per lo stimolo alla minzione.

In condizioni fisiologiche la massima quantità di urine è emessa durante le ore del giorno e non accade quasi mai che una persona sana si svegli più volte durante la notte con il bisogno di urinare (alzarsi una volta durante la notte viene considerato normale).

La nicturia rappresenta ovviamente un disturbo fastidioso, che nei casi più gravi riduce notevolmente la qualità del sonno e del riposo notturno e di conseguenza anche la qualità della vita. È una condizione relativamente frequente che può coinvolgere sino al 20% della popolazione, soprattutto a partire dai 40-50 anni, e la sua incidenza tende ad aumentare in maniera direttamente proporzionale all’avanzare dell’età.

Il sintomo può essere l’espressione di 3 possibili diversi casi:

  • poliuria, ossia un aumento patologico della produzione di urina,
  • impossibilità di accumulare una quantità normale di urina in vescica, che porta alla necessità di un più frequente svuotamento,
  • una combinazione delle due condizioni precedenti.

Le cause che spiegano il sintomo invece si dividono in due grandi gruppi:

  • Cause fisiologiche, come l’assunzione di liquidi e bevande prima di coricarsi, la gravidanza, il consumo di alcol e caffeina, l’uso di determinati farmaci (antipertensivi e diuretici).
  • Cause patologiche, tra cui ad esempio prostatite ed ipertrofia prostatica benigna, diabete mellito, scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica, patologie neurologiche del sistema nervoso centrale, anomalie della vescica, obesità grave.

La diagnosi avviene sulla base di anamnesi ed esame obiettivo, coadiuvati da altre indagini di I e II livello, come gli esami del sangue, urinocoltura ed esame standard delle urine, ecografia, TC e test urodinamici.

La risoluzione di questo fastidioso sintomo è basata sul trattamento della causa sottostante, che può prevedere un approccio farmacologico (anticolinergici o antidiuretici) o chirurgico (come nel caso dell’ipertrofia prostatica benigna); le cause fisiologiche possono richiedere semplici modifiche dietetiche e dello stile di vita, come la sospensione dell’assunzione di alcol e caffeina o l’evitare di assumere bevande subito prima di coricarsi.

Per le forme causate da altre patologie va trattata prima di tutto la malattia di base, mentre per le forme causate dai farmaci si deve valutare la possibilità di modificare il regime terapeutico o di sostituirli con altri a minor azione sulla funzione renale.

Clipart dedicata alla nicturia

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Cause

La nicturia rappresenta la possibile conseguenza di numerose condizioni; soprattutto nei soggetti giovani si tratta di cause fisiologiche e non allarmanti, ma l’aumentare dell’età incrementa la probabilità che si tratti di ragioni patologiche (anche se parallelamente si riduce la produzione di ormone antidiuretico e la capacità di controllo della vescica).

La spiegazione più frequente è un’assunzione eccessiva di bevande prima di coricarsi, che conduce a frequenti risvegli notturni legati alla necessità di urinare; con il passare degli anni si riduce la quantità di urina in grado di essere trattenuta e quindi si assiste ad un aumento della prevalenza del sintomo. Non rappresenta ovviamente una condizione allarmante e si parla in tal caso di nicturia transitoria.

Altre possibili cause di nicturia transitoria sono:

  • Stato di gravidanza, con l’utero ingrossato che può comprimere la vescica e portare a sintomi urinari come la nicturia.
  • Assunzione di alcuni farmaci, soprattutto i diuretici o altri antipertensivi, che per svolgere la loro funzione eliminano i liquidi in eccesso dal circolo e lo fanno attraverso l’attività di filtrazione renale.
  • Ansia e stress psico-fisico
  • Alimentazione troppo ricca di proteine
  • Assunzione di alcol e caffeina, che hanno effetto stimolante anche sull’attività renale.

Per quanto riguarda invece le possibili cause patologiche le più rilevanti sono:

  • Diabete mellito: il glucosio in eccesso presente nel sangue non può essere riassorbito dal rene e dev’essere necessariamente eliminato attraverso le urine, dove risulta essere osmoticamente attivo (viene richiamata abbondante acqua, che aumenta notevolmente la quantità di urine emesse). Si manifesta quindi poliuria, condizione in cui si formano oltre 2 litri di urina al giorno. Questo si può tradurre ovviamente oltre che nella poliuria anche nella comparsa di nicturia.
  • Diabete insipido: disturbo caratterizzato da imponente poliuria legata all’incapacità del rene di concentrare le urine. È causato da un deficit dell’ormone antidiuretico ADH (vasopressina) prodotto dall’ipotalamo (diabete insipido centrale) o da una mutazione dei recettori di questo ormone che non riescono ad elaborare il segnale a livello renale (diabete insipido neurogenico).
  • Polidipsia organica o psicogena: stato di sete intensa che porta ad una sproporzionata assunzione di acqua o di altri liquidi che può essere dovuta a svariate cause (come il diabete); la forma psicogena (anche detta potomania) di questo disturbo è una variante con alla base soltanto un disturbo psicologico-comportamentale e non una patologia organica vera e propria.
  • Ipertensione arteriosa (pressione alta): un aumento della pressione arteriosa può essere contrastato dall’organismo attraverso il tentativo di ridurre i liquidi presenti in circolo. Questo attiva una iper-filtrazione da parte del rene, che comporta la produzione di elevate quantità di urina in grado di disturbare anche il riposo notturno.
  • Ipercalcemia (eccessiva presenza di calcio nel sangue): può essere primitiva, ad esempio provocata da un quadro di iperparatiroidismo, o secondaria a svariate cause (ad esempio neoplasie). Può causare diversi tipi di sintomi tra cui anche quelli renali.
  • Insufficienza cardiaca congestizia o scompenso cardiaco: la nicturia può rappresentare un sintomo importante e precoce di tale condizione. Nel soggetto cardiopatico il flusso ematico renale si contrae durante la giornata o a causa della stazione eretta; viceversa durante il riposo notturno la portata ematica renale aumenta e con essa il filtrato glomerulare e ciò porta ad un’abbondante escrezione urinaria durante la notte e quindi alla nicturia.
  • Cistite: processo infiammatorio o infettivo di origine per lo più batterica che interessa la vescica ed è maggiormente frequente nelle donne. Tra i sintomi di una cistite oltre al dolore durante la minzione, al prurito e al bruciore, compare anche la nicturia.
  • Patologia a carico della prostata (solamente nell’uomo):
    • Prostatite: infiammazione della prostata tipica dell’età adulta-anziana.
    • Iperplasia prostatica benigna (IPB): anche per questa patologia la nicturia rappresenta un sintomo precoce e significativo. Si manifesta con un ingrossamento della ghiandola prostatica e ciò, dal momento che coinvolge soprattutto il suo lobo medio, porta alla creazione di un’impronta vescicale. La vescica diviene quindi incapace di accumulare una normale riserva urinaria e ciò porta a sintomi molto tipici come urgenza minzionale, pollachiuria, stranguria, disuria e nicturia. È una condizione molto frequente che si verifica in oltre il 60% degli uomini con più di 60 anni.
    • Tumore prostatico: come nella ipertrofia prostatica benigna, se si crea una massa nella prostata che va a spingere sulla vescica si ha l’insorgenza di sintomi urinari.
  • Patologie dell’utero: nella donna la presenza di un fibroma o di qualsiasi massa uterina può determinare un effetto compressivo sulla vescica e, come avviene per gli uomini nelle patologie della prostata, può causare sintomi urinari tra cui la nicturia.
  • Insufficienza renale cronica: la nicturia è presente nelle prime fasi e viene poi sostituita da oliguria (produzione di minime quantità di urina) e infine anuria (assenza totale di produzione di urina).
  • Patologie neurologiche centrali o periferiche: dei disturbi neurologici possono portare alla perdita del controllo della vescica. Le principali patologie di tale gruppo sono il morbo di Parkinson, la sindrome della cauda equina, compressione o lesione del midollo spinale, tumori cerebrali, lesioni vascolari a livello del sistema nervoso centrale.
  • Patologie della vescica: condizioni come la vescica neurologica o l’iperattività del muscolo detrusore (muscolo che costituisce la parete della vescica, causa della vescica iperattiva) determinano la perdita del controllo dell’attività vescicale e quindi l’insorgenza di urgenza minzionale anche durante la notte.
  • Obesità grave: un soggetto obeso può soffrire di nicturia a causa della pressione degli organi interni sulla vescica, soprattutto durante il riposo notturno per la posizione prona o supina.
  • Patologie intestinali: malattie come la colite o la sindrome del colon irritabile possono determinare per contiguità una irritazione anche a livello vescicale e quindi una iper-attivazione della stessa.
  • Disturbi del sonno: In caso di veglia o di sonno leggero, come nel caso dell’insonnia, è più elevata la probabilità di avvertire lo stimolo della necessità di urinare.

Sintomi associati

La nicturia può associarsi ad altri sintomi urinari che tendono ad aumentare ulteriormente l’impatto sul benessere del paziente:

  • Aumento quantitativo della produzione di urina durante le 24 ore (poliuria), come avviene per esempio nell’assunzione eccessiva di liquidi o nelle varie forme di diabete.
  • Aumento quantitativo della produzione di urina, ma solo nelle ore notturne (poliuria notturna), come nell’insufficienza cardiaca.
  • Aumento della frequenza della minzione, ma con emissione di quantità molto esigue di urina (pollachiuria), come nell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), patologia esclusiva del genere maschile.
  • Dolore o bruciore alla minzione (disuria), come nelle cistiti, ovvero infiammazioni/infezioni della vescica.
  • Difficoltà all’emissione di urina, che risulta perciò minima e intermittente (stranguria); anche questo sintomo è spesso correlato a ipertrofia prostatica benigna.

Quando preoccuparsi e rivolgersi al medico

Quando gli episodi di nicturia diventano così frequenti da determinare un deterioramento della qualità del riposo notturno e quindi della vita quotidiana, è consigliato rivolgersi al proprio medico di fiducia o a un medico specialista in urologia per indagare le possibili cause scatenanti e differenziare innanzitutto le cause fisiologiche da quelle patologiche.

Diagnosi

Il medico partirà dalla raccolta di un’attenta anamnesi che lo possa aiutare ad inquadrare al meglio il paziente. Sarà, perciò, importante valutare:

  • La frequenza delle minzioni diurne e degli episodi di nicturia
  • La quantità di urine emesse
  • La presenza di altri sintomi connessi
  • Lo stile di vita ed il regime alimentare adottato
  • La quantità di liquidi ingeriti durante il giorno
  • Le abitudini voluttuarie (fumo, abuso di alcolici, …)
  • La presenza di patologie sottostanti
  • L’assunzione di farmaci che potrebbero alterare la normale funzionalità del rene
  • L’esecuzione di interventi chirurgici a livello dell’apparato genito-urinario.

Può essere utile creare un “diario minzionale” per registrare sia la modalità di assunzione e il volume dei liquidi introdotti, sia la frequenza delle minzioni e la diuresi delle 24 ore; il diario ha lo scopo di

  • valutare le abitudini del paziente circa l’assunzione di liquidi,
  • valutare la capacità funzionale della vescica (che in determinate patologie può risultare ridotta),
  • se il disturbo sia associato a poliuria e se quest’ultima sia solo notturna oppure presente nelle 24 ore.

Il medico, oltre all’anamnesi, può effettuare un esame obiettivo generalizzato del paziente e successivamente richiedere lo svolgimento alcuni esami diagnostici specifici che possono aiutare a dare una prima idea della patologia di base ed eventualmente escluderne alcune, come:

  • Esame standard delle urine: permette di valutarne le caratteristiche chimico-fisiche.
  • Analisi del sedimento urinario: valuta la presenza di cellule, globuli rossi o proteine nelle urine così da orientare verso l’ipotesi diagnostica più probabile.
  • Urinocoltura con antibiogramma: può confermare o meno la presenza di una infezione delle vie urinarie e aiutare a trovare il trattamento antibiotico più efficace.

Il risultato di queste analisi permette di orientarsi in maniera più precisa verso la possibile causa di nicturia e continuare eventualmente il percorso diagnostico con altri esami, anche di secondo livello:

  • Esami del sangue: esami ematochimici che permettono la valutazione dei livelli degli elettroliti, del glucosio, del calcio e della funzione renale.
  • Ecografia renale, vescicale e prostatica: attraverso lo studio ultrasonografico si possono valutare malattie come la ipertrofia prostatica benigna, la presenza di anomalie a livello dei reni o della vescica.
  • TC o risonanza magnetica: esami di imaging di secondo livello che aiutano a confermare una possibile anomalia anatomica o la presenza di una neoformazione.
  • Esami urodinamici: esami funzionali e non invasivi, che valutano il flusso urinario durante la minzione, il volume residuo e favoriscono l’identificazione delle alterazioni della funzionalità vescicale.

Cura e rimedi

La terapia di prima scelta è strettamente correlata alla causa di nicturia; a livello sintomatico i farmaci utili nel controllo dei disturbi urinari sono ad esempio:

  • Anticolinergici: agiscono a livello del muscolo detrusore della vescica controllandone l’attività e migliorando lo svuotamento vescicale.
  • Antidiuretici: la desmopressina è un analogo dell’ormone antidiuretico, per cui aiuta i reni a produrre meno urina.

Soprattutto in caso di malattie del cuore, come lo scompenso cardiaco, è utile tenere periodicamente le gambe leggermente sollevate durante il giorno e usare delle calze elastiche compressive, così da evitare l’accumulo di liquidi a livello degli arti che poi durante la notte andrebbero a sovraccaricare il rene.

Se la nicturia è causata da farmaci già assunti dal paziente, il medico deve valutare la possibilità di ridurre i dosaggi, di modificare gli orari di assunzione degli stessi (per esempio far assumere i diuretici nel pomeriggio invece che la sera) o ancora di sostituirli con principi attivi che garantiscano la stessa efficacia ma che possano compromettere di meno l’attività renale.

Rimedi pratici e stile di vita

Nei casi in cui la nicturia sia la conseguenza di cause fisiologiche, ossia non di malattia, si consiglia di:

  1. evitare di bere eccessivamente prima di coricarsi (ma l’introito totale giornaliero non deve essere ridotto),
  2. ridurre od astenersi dal consumo di alcolici/caffeina,
  3. predisporre un ambiente ottimale per il riposo, riducendo così il rischio di risveglio per altre cause.

 

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

 

Fonti e bibliografia

  • Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica.
  • “Malattie dei reni e delle vie urinarie” – F.P. Schena, F.P. Selvaggi, L. Gesualdo, M. Battaglia. Ed. McGraw-Hill – quarta edizione.

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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