Oliguria: valori e quantità
Di norma un adulto produce dagli 800 ml ai 2 L di urina al giorno, considerando un apporto di liquidi pari a circa 2 L giornalieri; l’oliguria è una condizione caratterizzata da una ridotta produzione di urina, inferiore a 400 mL al giorno (o 20mL all’ora). Va distinta dall’anuria, che rappresenta invece la completa assenza di urina.
Si tratta di un rilievo relativamente comune nella pratica clinica, le cui cause possono essere numerose, ma è generalmente uno dei primi segni della compromissione renale; il trattamento è mirato alla risoluzione della causa primaria.
Storicamente è stata descritta per la prima volta da Ippocrate, che ne intuì l’importanza in termini di prognosi (probabilità di guarigione), mentre dal secondo secolo d.C. Galeno comprese il collegamento con la funzione renale.
Sintomi
L’oliguria è essa stessa una manifestazione sintomatica, espressione di una patologia responsabile; si manifesta per definizione con una ridotta produzione di urina. Gli altri sintomi eventualmente presenti sono quindi specifici della causa scatenante.
Cause
L’oliguria può essere il risultato di numerose e differenti cause, che possono essere variamente classificate.
Potrebbe ad esempio essere il prevedibile risultato di un risposta fisiologica dell’organismo (ad esempio quando si beva in modo insufficiente) o il sintomo di una patologia, ma una distinzione più utile clinicamente è quella condotta sulla base dell’origine del disturbo:
- Cause pre-renali (70% dei casi)
- Ipovolemia, ovvero un ridotto volume di sangue: può essere la conseguenza di condizioni fisiologiche (insufficiente idratazione) o patologiche:
- emorragia
- perdite di liquidi da diarrea/vomito
- eccessiva escrezione renale indotta da iperglicemia o dall’uso/abuso di diuretici
- accumulo di liquidi in altro distretto (ascite, versamento pleurico)
- traumi
- interventi chirurgici
- gravi ustioni
- sepsi
- anafilassi
- insufficienza epatica
- sindrome nefrosica
- uso di farmaci vasodilatatori
- Disturbi cardiaci, che impediscono la necessaria efficacia nella funzione di pompa
- insufficienza cardiaca secondaria a infarto
- embolia polmonare
- tamponamento cardiaco
- insufficienza cardiaca congestizia
- Disturbi vascolari
- Occlusione dell’arteria renale o della vena renale dovuta a causa di
- trombosi (formazione di un coagulo)
- tromboembolia (trasporto di un coagulo od altro materiale da un altro punto dell’organismo)
- stenosi grave (restringimento patologico)
- assunzione di farmaci inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE inibitori)
- Occlusione dell’arteria renale o della vena renale dovuta a causa di
- Ipovolemia, ovvero un ridotto volume di sangue: può essere la conseguenza di condizioni fisiologiche (insufficiente idratazione) o patologiche:
- Cause renali (insufficienza renale acuta, ovvero un’alterazione della normale funzionalità renale)
- Vasculite, glomerulonefrite, sclerodermia, ipertensione maligna o nefrite interstiziale.
- Necrosi tubulare acuta, ad esempio come effetto indesiderato di farmaci e mezzi di contrasto
- Cause post-renali (la produzione di urina è conservata, ma ad essere compromesso è il meccanismo di espulsione)
- Ostruzione del tratto urinario superiore a causa di ostruzione ureterale di uno o entrambi i lati (gli ureteri sono i vasi che trasportano l’urina dai reni alla vescica)
- Ostruzione del tratto urinario inferiore, condizione più comune, che comprende anche l’ostruzione dell’uscita della vescica dovuta a ipertrofia prostatica benigna, tumore, farmaci, …
- Ostruzione di un catetere
Viene poi classificata separatamente la cosiddetta oliguria post-operatoria, conseguente cioè ad interventi chirurgici, legata al rilascio di vasopressina (nota anche come ormone antidiuretico) e alla stimolazione simpatica del sistema nervoso.
Alla luce delle possibili cause viste non dovrebbe quindi stupire il fatto che l’oliguria sia una condizione molto comune nei pazienti ospedalizzati; interessa ad esempio circa la metà dei pazienti ricoverati nell’unità di terapia intensiva.
Fattori di rischio
Tra i principali fattori di rischio che possono esporre un paziente allo sviluppo di oliguria i principali sono:
- Età
- Pregressi di malattia renale
- Uso di farmaci vasocostrittori o nefrotossici
- Malattie croniche (diabete, insufficienza cardiaca congestizia, malattie del fegato, …)
Diagnosi
Una corretta diagnosi non può prescindere da un processo di anamnesi molto approfondito e puntuale, ovvero una sorta di intervista medico-paziente tesa ad evidenziare gli aspetti peculiari dello stato di salute e della storia clinica del soggetto affetto da oliguria; tra gli aspetti indagati più rilevanti sono compresi la valutazione di malattie croniche (diabete, pressione alta, malattie cardiache, malattie autoimmuni, …), storia familiare e farmaci in uso (per evidenziare eventuali molecole nefrotossiche, ovvero tossiche per il rene).
Nei pazienti collaboranti, ovvero in grado di rispondere alle domande grazie ad una conservata lucidità mentale, avvertire la necessità di urinare indica un’ostruzione all’efflusso, mentre la sete e l’assenza dello stimolo sono più suggestivi di ipovolemia (ad esempio per disidratazione).
L’esame obiettivo (la parte di osservazione del paziente) è mirata alla valutazione delle attuali condizioni di salute ed è utile anche a valutare
- stato di idratazione (mediante, ad esempio, il turgore cutaneo)
- la vescica, mediante palpazione.
L’iter diagnostico procede in genere con esami di laboratorio e strumentali, tra cui spiccano per importanza:
- ecografia
- esami del sangue per valutare la funzionalità renale
- esame delle urine
- Il peso specifico delle urine è superiore a 1,02 nelle cause pre-renali ed inferiore a 1,01 per le cause renali.
- Il valore della concentrazione urinaria di sodio (mmol/litro) è inferiore a 20 nelle cause pre-renali e superiore a 40 quando il disturbo è renale.
Complicazioni
L’oliguria è uno dei primi indicatori di danno renale acuto.
Gli episodi che si verificano al di fuori di contesti ospedalieri sono generalmente reversibili e quindi con una buona prognosi, mentre nel caso di pazienti ospedalizzati spesso si associa una grave insufficienza renale conseguente a numerosi fattori sottostanti e quindi la prognosi è meno positiva.
Durata e gravità dell’oliguria hanno infine un grande peso sul rischio di complicazioni, che se non adeguatamente gestite possono più o meno rapidamente diventare fatali. Tra i rischi associati alla ridotta produzione/escrezione di urina si annoverano alterazioni
- elettrolitiche (variazioni nella concentrazione di sodio, potassio, magnesio, calcio, … con conseguenze sul funzionamento di numerosi organi/apparati)
- neurologiche (sonnolenza, confusione, convulsioni e coma)
- cardiovascolari (insufficienza cardiaca congestizia, sviluppo di aritmie, edema polmonare e ipertensione)
- gastrointestinali (nausea, vomito, occlusione intestinale, emorragia gastrointestinale, gastrite)
- respiratorie (atti respiratori molto lenti, con un’inspirazione profonda e rumorosa)
- muscolo-scheletriche (debolezza, fino a paralisi)
- ematologiche (anemia da ridotta produzione di globuli rossi ed emolisi)
Terapia
Il trattamento dell’oliguria dipende principalmente dalla causa responsabile.
Fonti e bibliografia
- Oliguria, StatPearls