Palpitazioni (da ansia, a riposo, notturne, …): cause, pericoli e rimedi

Introduzione

Il termine palpitazioni indica la percezione soggettiva del proprio battito cardiaco, che può essere irregolare o venire avvertito in modo particolarmente intenso.

In condizioni di normalità l’attività del cuore non viene percepita, a meno che non si stia compiendo uno sforzo intenso o non si vada a ricercare attivamente la rilevazione del polso cardiaco. Non essendo un’esperienza abituale l’insorgenza delle palpitazioni può provocare una sensazione di ansia e di disagio che tuttavia, nella maggior parte dei casi, non dovrebbe preoccupare eccessivamente in quanto si tratta spesso di forme di natura benigna.

Le palpitazioni, definite anche cardiopalmo, sono provocate da un’attività cardiaca irregolare che può insorgere a causa di extrasistoli (battiti cardiaci prematuri) o di altri disturbi a carico del sistema di conduzione elettrica del cuore.

In molti casi questi battiti irregolari non sono da imputarsi ad alcuna patologia ma possono insorgere, ad esempio, come conseguenza di un periodo particolarmente stressante o in seguito al consumo eccessivo di sostanze stimolanti il sistema nervoso come

  • caffeina/teina,
  • nicotina (fumo)
  • droghe,
  • farmaci.

Altre volte invece il cardiopalmo è l’espressione di una patologia cardiaca come l’infarto al miocardio o la fibrillazione atriale. Una visita cardiologica, l’esecuzione di un elettrocardiogramma (ECG) e di altri esami del caso potranno

  1. dirimere ogni dubbio,
  2. indicare la causa alla base del disturbo
  3. e permettere di adottare accorgimenti adeguati o specifiche terapie.
Donna a letto che si tocca il petto a causa della percezione del battito del cuore

Un episodio di palpitazioni può spaventare, ma in molti casi si rivela innocuo (iStock.com/oneblink-cj e iStock.com/grebeshkovmaxim)

Cause

Cause non cardiache di palpitazioni

Esistono diverse situazioni predisponenti e condizioni di natura extra-cardiaca che possono essere responsabili di determinare l’insorgenza del cardiopalmo:

Spesso le palpitazioni sono di natura psicosomatica e vengono quindi innescate da situazioni di stress, agitazione o disagio, che determinano un’eccessiva attivazione del sistema nervoso autonomo.

Anche stati di anemia possono essere responsabili dell’insorgenza del cardiopalmo: i soggetti anemici sono in genere tachicardici, hanno cioè una frequenza cardiaca superiore al normale, e questo può generare la sensazione di avere un battito cardiaco anomalo. Gli ormoni tiroidei, d’altro canto, giocano un ruolo importante nel regolare l’attività del cuore e di altri organi interni ed un loro eccesso può portare allo sviluppo di palpitazioni, sia quando siano prodotti dall’organismo che assunti in forma di farmaco. Per questo stesso motivo, i farmaci che vengono normalmente usati nel trattamento dell’ipotiroidismo, se sovradosati, possono causare disturbi analoghi.

L’ernia iatale è una particolare condizione anatomica che può portare all’insorgenza di palpitazioni, in particolare quando una grande porzione di stomaco si trova ad attraversale lo iato esofageo del diaframma ed entra all’interno della cavità toracica. In questi casi, infatti, la porzione di stomaco erniata nel torace entra a contatto con il muscolo cardiaco e può alterarne la funzione con conseguente insorgenza di aritmie, che si verificano con particolare frequenza a seguito di un pasto (tipicamente pranzo e/o cena).

In corso di stati febbrili la frequenza cardiaca è normalmente aumentata, così come può avvenire in caso di ipoglicemie importanti.

Palpitazioni dopo mangiato

Un caso particolare è rappresentato dall’insorgenza del sintomo dopo i pasti; la ragione è spesso da ricercare nel reflusso gastroesofageo o nell’ernia iatale, che tra i sintomi atipici annoverano anche manifestazioni cardiache legate ad una stimolazione vagale (oltre alla possibile compressione diafframatica in seguito alla distensione dello stomaco, soprattutto in caso di pasti abbondanti); più raramente, in presenza di sintomi intensi, viene diagnosticata la sindrome di Roemheld (sindrome gastro-cardiaca).

Palpitazioni notturne

Possono talvolta presentarsi di notte (palpitazioni notturne), durante il riposo; in questa situazione è comune avvertirle in quanto il soggetto non è distratto da ciò che gli sta attorno e le possibili cause sono quelle viste in precedenza, in particolar modo stress/ansia, disturbi gastrici ed eventualmente gravidanza. Si raccomanda comunque sempre di segnalare eventuali palpitazioni notturne al medico per verificare con esami strumentali la salute del cuore.

Cause cardiache di palpitazioni

Tra le principali problematiche cardiache in grado di provocare palpitazioni rientrano:

  • extrasistoli,
  • infarto al miocardio,
  • fibrillazione o flutter atriale,
  • tachicardia parossistica sopra-ventricolare,
  • tachicardia da rientro atrio-ventricolare,
  • tachicardia ventricolare,
  • miocardiopatie,
  • patologie delle valvole cardiache,
  • scompenso cardiaco.

Le extrasistoli sono dei fenomeni nella maggior parte dei casi innocui e che insorgono in soggetti non cardiopatici. Possono avere origine atriale o ventricolare e si manifestano con un battito cardiaco che viene avvertito in maniera più forte del normale. Questo avviene perché, in realtà, il battito precedente a quello percepito è insorto prematuramente e ne è seguita una pausa compensatoria, più lunga del normale; come naturale conseguenza il ventricolo ha potuto riempirsi maggiormente, ragion per cui il battito successivo risulta essere più intenso.

Altri tipi di aritmie possono causare palpitazioni: si tratta in questi casi di alterazioni del ritmo cardiaco che inducono una frequenza superiore alla norma (tachicardia). Alcune di queste, come la tachicardia parossistica sopra-ventricolare, si possono verificare in soggetti che non presentano malattie cardiache, mentre altre possono insorgere a causa di problemi a carico del miocardio, disfunzioni valvolari, infarto o come conseguenza di alterazioni extra-cardiache che si ripercuotono sull’attività elettrica del cuore.

Sintomi

Il fenomeno delle palpitazioni è esso stesso un sintomo di una qualche condizione, non necessariamente patologica, e non una malattia; vengono descritte come

  • la percezione del cuore che batte, regolarmente o meno,
  • sensazione di battito in gola o a livello del collo,

La durata è variabile, da qualche secondo a pochi minuti, possono verificarsi a riposo o durante uno sforzo fisico. Eventuali episodi vanno segnalati al medico, ma in genere sono a carattere benigno.

In presenza di palpitazioni si raccomanda di rivolgersi in Pronto Soccorso se dovessero comparire anche:

Diagnosi

Per andare ad indagare la natura delle palpitazioni ed identificare l’eventuale patologia di base viene seguito un iter diagnostico che può comprendere le seguenti indagini:

  • anamnesi,
  • visita cardiologica,
  • elettrocardiogramma (ECG),
  • analisi del sangue,
  • ECG holter,
  • test da sforzo,
  • ecocardiografia.

In caso di cardiopalmo sarà innanzitutto necessario cercare di capire se alla sua origine risiede una problematica di natura cardiaca o meno; per farlo verranno indagate le abitudini del paziente ed il suo stile di vita, saranno valutati i farmaci che assume e prese in considerazione le eventuali patologie note di cui soffre.

Verrà poi eseguita una visita cardiologica che comprende l’esecuzione di un elettrocardiogramma (ECG): questo semplice esame permette di rilevare l’attività elettrica del cuore mediante l’utilizzo di elettrodi che vengono applicati sulla superficie del torace. Dalla registrazione che viene eseguita risulterà un tracciato che può mostrare delle alterazioni del ritmo o suggerire la presenza di altri processi patologici a carico del muscolo cardiaco.

Talvolta l’attività cardiaca irregolare può non essere sempre presente durante tutto l’arco della giornata ma manifestarsi in un lasso di tempo ristretto. In questi casi può venire indicata l’esecuzione di un esame ECG holter che permette di rilevare l’attività elettrica del cuore per un periodo di 24 o 48 ore.

Gli elettrodi vengono attaccati al torace mediante piccoli cerotti e connessi ad un registratore portatile tramite dei fili. Durante questo lasso di tempo il soggetto può svolgere le normali attività della propria vita quotidiana e in più gli viene richiesta l’accortezza di annotare in un diario ogni momento in cui avverte dei sintomi. In questo modo sarà poi possibile verificare la presenza di una corrispondenza temporale tra la percezione soggettiva di disagio e l’attività elettrica registrata in quel determinato momento.

L’elettrocardiogramma può, in alcuni casi, venire eseguito durante un test da sforzo; a volte infatti le palpitazioni compaiono solo quando il cuore si trova a lavorare a pieno regime. Per poterle identificare sarà quindi necessario registrarne l’attività elettrica durante l’attività fisica o in seguito ad una stimolazione farmacologica nei casi in cui quest’ultima non sia possibile.

L’ecocardiografia è un esame innocuo e non invasivo che permette di vedere, mediante l’utilizzo di ultrasuoni, la morfologia del cuore e delle valvole, la sua attività meccanica e il flusso di sangue all’interno delle camere cardiache. Viene utilizzato soprattutto quando si sospettano dei vizi valvolari o delle alterazioni delle pareti e della muscolatura cardiaca.

Esami del sangue

Attraverso un semplice prelievo ematico è possibile valutare diversi parametri tra cui

  • la concentrazione dell’emoglobina nel sangue,
  • la funzionalità tiroidea
  • ed eventuali alterazioni degli elettroliti (sodio, potassio, calcio, magnesio) che entrano in gioco nel regolare l’eccitabilità del miocardio.

Cura e trattamento

In molti casi le palpitazioni scompaiono da sole, dopo un periodo di tempo variabile, senza la necessità di impostare alcun tipo di terapia.

Nelle forme psicosomatiche è spesso sufficiente cercare di allentare lo stress e la tensione; per farlo possono essere utilizzati diversi accorgimenti come tecniche di rilassamento, pratiche yoga, l’esecuzione di un’attività fisica moderata come ad esempio la camminata, ed in generale l’adozione di uno stile di vita meno frenetico. L’astensione o la riduzione del consumo di sostanze nervine come il caffè può inoltre apportare beneficio.

Nelle forme patologiche invece il trattamento è ovviamente correlato al disturbo che ha dato origine alle palpitazioni e dovrà per questo motivo essere specifico ed individualizzato.

Fonti principali

  • Harrison, Principi di Medicina Interna (IX edizione), Casa Editrice Ambrosiana, 2016
  • Rugarli, Medicina interna sistematica, (V edizione), Elsevier Masson, 2005

A cura della Dr.ssa Giulia Grotto, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.