Introduzione
La ritenzione idrica, o più propriamente edema, è definita in medicina come un’alterazione dell’omeostasi dell’organismo, che a causa di uno sbilanciamento tra entrate ed uscite trattiene più liquidi di quanti ne vengano escreti.
Si tratta di un disturbo estremamente diffuso, che affligge soprattutto la popolazione femminile (circa una donna su tre) e che può risultare fastidioso – oltre che potenzialmente dannoso per la salute – a causa dell’importante risvolto estetico sulla forma fisica che può intaccare la sfera psicologica della propria identità di donna.
A tal proposito è opportuna una precisazione: edema e ritenzione idrica sono tecnicamente sinonimi, ma nel linguaggio comune vi è una certa ambiguità sull’utilizzo di questi termini; con “ritenzione idrica” viene infatti definita una situazione prettamente benigna di accumulo di liquidi in zone adipose quali:
- Addome
- Cosce
- Glutei
Il termine “edema” viene invece tipicamente riservato a situazioni patologiche, dove la raccolta di liquidi è importante e determina un problema funzionale oltre che estetico.
Le manifestazioni e le sfaccettature di questo disturbo sono quindi molteplici, così come sono estremamente eterogenei i quadri patologici che lo possono determinare. Dieta e stile di vita, comunque, in entrambi i casi rappresentano una importantissima chiave di lettura nella prevenzione e nel trattamento della ritenzione idrica.
Si può vivere una vita perfettamente in salute anche con qualche problema di lieve ritenzione idrica; si tratta infatti di una condizione molto comune, che al massimo può diventare fastidiosa qualora diventi difficile entrare nei vestiti o si avverta un senso di pesantezza. In qualsiasi caso il consulto con il proprio Medico può essere d’aiuto per alleviare queste problematiche.
Ritenzione idrica o cellulite?
La cellulite, intesa come inestetismo cutaneo, è una condizione considerata del tutto fisiologica da molti autori, perché comune alla maggior parte delle donne di età adulta; a differenza della ritenzione idrica si manifesta con lo sviluppo di depressioni e/o introflessioni della pelle, soprattutto a livello di pelvi, addome, fianchi, glutei e cosce.
Da un punto di vista istologico è causata da un’alterazione dei rapporti reciproci tra grasso sottocutaneo e tessuto connettivo.
Benché indirettamente collegate, un peggioramento della ritenzione dei liquidi può peggiorare l’aspetto estetico della cellulite, si tratta di due condizioni differenti, che tuttavia beneficiano in modo quasi perfettamente sovrapponibile dei fattori di prevenzione legati allo stile di vita.

iStock.com/IRA_EVVA
Cause
Il sistema fisiologico che regola la quantità di liquidi che entrano ed escono dal proprio organismo è molto complesso e vede compartecipare una serie di attori sia ormonali, neurologici e cardiovascolari; un problema a uno qualsiasi di questi livelli può quindi determinare la comparsa di edemi o di ritenzione idrica.
Ritenzione idrica non patologica
I casi di ritenzione idrica non patologica, quella che comunemente viene lamentata nella popolazione femminile, può essere causata/peggiorata tipicamente da fattori legati allo stile di vita, quali
- sedentarietà
- idratazione insufficiente
- dieta (ad esempio troppo ricca di sodio, prevalentemente in forma di sale).
Tra gli altri fattori in grado di peggiorare il quadro ricordiamo inoltre
- genetica e familiarità
- variazioni ormonali legate al flusso mestruale
- voli aerei (in relazione ai cambiamenti di pressione della cabina)
- mantenimento della posizione eretta o seduta per periodi eccessivamente prolungati
- farmaci (come le pillole anticoncezionali meno recenti, ma non solo).
Danno capillare
I capillari sono microscopiche strutture vascolari aventi un ruolo importante nel bilancio idrico dell’organismo, che viene esercitato tramite la regolazione del loro diametro e quella della loro permeabilità; un danno esteso a carico di questi vasi può determinare la comparsa di edema, in quanto viene persa la capacità contenitiva che esercitano sui liquidi trasportati che si depositano in sede interstiziale.
Insufficienza cardiaca congestizia
L’azione di pompa che esercita il cuore consente il mantenimento di una pressione arteriosa sufficiente e quindi il trasporto di sangue ossigenato dai polmoni fino ai tessuti periferici; quando però il cuore diventa incapace di svolgere le sue funzioni, ad esempio perché la pressione nei vasi è troppo elevata, può diventare difficile svuotare le camere ventricolari e di conseguenza si possono verificare problematiche nel ritorno venoso dai tessuti periferici.
Il sangue deossigenato che proviene dall’arto inferiore incontra così resistenze al transito in un cuore già congesto di sangue e questo rallentamento al regolare circolo può causare la formazione di edemi periferici (in particolare a livello di piedi e caviglie).
Tale condizione prende il nome di insufficienza cardiaca congestizia o scompenso cardiaco.
Patologie del sistema linfatico
Il sistema linfatico si occupa del drenaggio dei liquidi dall’interstizio al fine di rimetterli in circolo, all’interno dei vasi. Lungo il sistema linfatico sono disposte delle stazioni che prendono il nome di linfonodi, veri e propri controllori che monitorano i fluidi drenati prima che entrino in circolo.
Un problema a livello del sistema linfatico, come occorre ad esempio negli svuotamenti linfonodali che si effettuano nelle operazioni chirurgiche di rimozione dei tumori, può determinare un insufficiente drenaggio interstiziale e quindi la formazione di edemi.
Patologie del sistema renale
I reni filtrano il sangue e controllano in maniera diretta la quantità di fluidi presenti in circolo, scartandone la parte ricca in sostanze di rifiuto e trattenendo quella “pulita”, riutilizzabile.
Qualsiasi patologia che determini un malfunzionamento del sistema renale causa invariabilmente una ritenzione dei liquidi, in quanto viene a mancare il sistema fondamentale per il loro smaltimento: se è vero che anche le perdite intestinali e quelle perspirative (la sudorazione) contribuiscono al bilanciamento delle uscite idriche, purtroppo esse da sole non bastano a garantire una corretta omeostasi.
Pazienti affetti da malattia renale cronica, ad esempio, possono lamentare la presenza di edemi periferici a livelli di piedi, mani e viso.
Gravidanza
Durante la gravidanza, condizione che possiamo definire come para-fisiologica, l’organismo contiene una quantità totale di acqua maggiore a quella usuale, e ciò può determinare la formazione di edemi periferici (soprattutto durante la stagione calda o dopo essere stati in piedi per un periodo prolungato); a tale condizione contribuiscono anche le variazioni nell’assetto ormonale della paziente, che però nella stragrande maggioranza dei casi non costituiscono un pericolo concreto né alla salute della madre né a quello del nascituro.
Il trattamento, inteso in questo caso più che altro in termini di gestione del disturbo, consiste unicamente nell’adozione di uno stile di vita sano (vide infra).
Un quadro che si sviluppa rapidamente può essere suggestivo di pre-eclampsia, un problema ipertensivo che tra le altre manifestazioni mostra anche edemi periferici e che va trattato opportunamente al fine di evitare conseguenze gravi per la madre o per il feto.
Farmaci
L’assunzione di alcuni farmaci può determinare ritenzione idrica:
- Calcio-antagonisti (amlodipina, lercanidipiina…)
- Farmaci anti-infiammatori non steroidei (ibuprofene, ketoprofene, aspirina…)
- Gabapentin
- Terapie ormonali come la pillola anticoncezionale
- Corticosteroidi (prednisone, idrocortisone…)
- Alcuni farmaci per il diabete
Sintomi
I sintomi della ritenzione idrica possono comprendere:
- Senso di gonfiore, soprattutto in regione addominale
- Senso di pesantezza alle gambe, ai piedi, alle caviglie
- Cambiamento nella consistenza dell’addome, del viso, dei fianchi
- Rigidità articolare
- Sensibili variazioni nel proprio peso corporeo
- Presenza di segni da compressione sulla pelle (simili a quelli che si vedono sulle dita dopo un bagno o una lunga doccia)
Complicanze
Segni e sintomi di ritenzione idrica possono essere la manifestazione di alcune condizioni gravi quali:
- Trombosi venosa profonda (TVP)
- Edema polmonare (EPA)
- Insufficienza venosa cronica
- Sindrome nefrosica
- Cirrosi epatica
La ritenzione idrica “benigna”, che comprende tutte quelle forme di edemi non strettamente correlate ad una base organica vera e propria, non è invece correlata a complicanze particolarmente pericolose, mentre può essere causa di un disagio estetico.
Rimedi e cura
La ritenzione idrica non patologica può e deve essere contrastata principalmente attraverso una correzione del proprio stile di vita, principalmente mediante:
- Adeguata idratazione, ovvero bevendo molto tutti i giorni.
- Assunzione di cibi salutari come la frutta e la verdura.
- Riduzione od abolizione del consumo di cibi ricchi in sale e nitriti, come gli affettati ed gli alimenti industriali in genere, privilegiando invece gli alimenti ricchi di potassio (capace di contrastare gli effetti del sodio).
- Periodico controllo dei valori di pressione arteriosa.
- Attività fisica praticata quotidianamente.
- Periodici cambi di posizione durante il giorno, ovvero evitando di rimanere per troppo tempo in posizione statica (seduti o in piedi).
Può infine essere d’aiuto, come nei casi di insufficienza venosa, dormire avendo cura di sollevare i piedi rispetto al livello del cuore, così da favorire un drenaggio dei liquidi accumulati sulle gambe per effetto della forza di gravità.
Nei casi legati a condizioni mediche il trattamento è sintomatico qualora non venga riconosciuta una causa organica specifica, ad esempio attraverso la prescrizione di diuretici, mentre esistono opzioni terapeutiche mirate per le principali patologie che determinano la formazione di edemi. È sempre consigliabile consultare il proprio Medico per scegliere un percorso terapeutico adeguato al singolo paziente.
A cura del Dr. Marco Cantele, medico chirurgo
Articoli ed approfondimenti
- Sintomi
- Scheda presente nelle categorie: Altri sintomi