Eccessiva salivazione (scialorrea): cause e rimedi

Introduzione

Per scialorrea s’intende l’eccessiva produzione di saliva, condizione che può essere associata ad un eccessivo accumulo nel cavo orale dovuto a difficoltà di deglutizione (disfagia).

Le cause dell’ipersalivazione possono quindi derivare da un processo di:

  • aumentata produzione,
  • ridotta eliminazione.

Nella maggior parte dei casi la scialorrea è secondaria a:

  • infezioni del cavo orale,
  • disturbi neurologici (come Parkinson o Miastenia gravis),
  • effetti collaterali di determinati farmaci,
  • gravidanza (soprattutto nel primo trimestre).

In altri pazienti viene invece definita idiopatica, senza cioè una patologia sottostante; in tal caso rappresenta soltanto un fenomeno temporaneo che scompare in breve tempo.

La scialorrea è un sintomo che si riscontra in diverse condizioni e che è in grado di provocare complicazioni soprattutto dal punto di vista psico-sociale.

Il trattamento dipende dalla causa sottostante nella forma secondaria; qualora si presenti in forma idiopatica, invece, quasi mai necessita di una terapia, a meno che non si accompagni a grave disagio psicologico e sociale: in tal caso è possibile eseguire una terapia farmacologica o addirittura un intervento chirurgico per dare sollievo al paziente, riducendone la produzione.

Uomo che si copre la bocca

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Richiami di anatomia

La saliva viene prodotta dalle 3 coppie di ghiandole salivari:

  • parotidi (localizzate a livello delle guance, sotto le orecchie), che producono fino all’80% della saliva, soprattutto durante la masticazione del cibo;
  • sottolinguali (a livello della radice della lingua);
  • sottomandibolari (al di sotto delle arcate mandibolari) che, insieme alle sottolinguali, producono una quantità costante di saliva, importante per evitare che la bocca vada incontro a secchezza; quest’ultima infatti porterebbe a difficoltà nel parlare, e aumenterebbe il rischio di infezioni del cavo orale.

La saliva è composta essenzialmente da:

  • acqua per il 97%,
  • elettroliti (tra cui sodio, potassio e cloro),
  • enzimi: amilasi e lipasi che iniziano la digestione di carboidrati e grassi,
  • sostanze antibatteriche: come il lisozima, che disgrega la parete batterica, e gli anticorpi (IgA).

Le funzioni principali della saliva sono:

  1. Mantenere umido ed idratato il cavo orale.
  2. Fungere da primo filtro antibatterico.
  3. Iniziare la digestione delle particelle alimentari.
  4. Inumidire il cibo e amalgamarlo, per aiutarlo nella sua discesa attraverso il faringe ed esofago fino allo stomaco.

Normalmente produciamo circa 1-1.5 litri di saliva al giorno, la cui secrezione viene regolata dal sistema simpatico e parasimpatico e da alcuni ormoni.

Cause

La scialorrea (eccessiva produzione di saliva) può essere classificata come:

  • primaria idiopatica (ovvero senza una causa apparente),
  • secondaria (ovvero causata da una patologia).

Il processo patogenetico può consistere in uno dei seguenti meccanismi (o nella loro combinazione):

  • aumentata produzione,
  • ridotta eliminazione.

Scialorrea primaria idiopatica

Si tratta quasi sempre di un fenomeno temporaneo, limitato a momenti nei quali produciamo saliva in eccesso. Ciò può accadere in diverse situazioni:

  • Alla vista del cibo: si parla di “acquolina in bocca”. Il nostro cervello alla vista o al profumo di un cibo, stimola la secrezione salivare per via di riflessi elaborati a livello cerebrale.
  • In caso di ansia e stress.
  • Consumo (o talvolta solo visione) di cibi particolari (alimenti particolarmente amari o acidi si associano ad una tipica scialorrea).

In questi casi l’eccesso di saliva scompare nel giro di pochi minuti senza nessuna conseguenza o complicanza.

Scialorrea secondaria

La scialorrea può essere secondaria a svariate cause:

  • Gravidanza: tipicamente si presenta nel primo trimestre e tende a scomparire intorno al 4 mese. Si pensa sia legata all’iperemesi gravidica (vomito della gestante);
  • Malattia da reflusso gastro-esofageo: l’ipersalivazione serve a contrastare la risalita di materiale acido che dallo stomaco arriva in esofago, faringe e cavo orale;
  • Patologie a carico di organi legati al processo digestivo (fegato, pancreas, stomaco e intestino);
  • Infezioni del cavo orale: processi infiammatori-infettivi a carico dei denti, delle tonsille, della faringe palatina, …;
  • Infezione e infiammazione della parotide: in età infantile è tipica la parotite epidemica (detta popolarmente “orecchioni”);
  • Afte orali: piccole ulcere che compaiono sulla mucosa orale o sulla lingua, molto dolorose, che guariscono nel giro di 5-6 giorni;
  • Radioterapia o interventi chirurgici a livello del cavo orale;
  • Disturbi neurologici: Parkinson, miastenia gravis, paralisi labio-glosso-faringea da ictus cerebrale, paralisi del faciale, tabe dorsale);
  • Esposizione a aostanze tossiche: mercurio, rame, piombo, organo-fosfati;
  • Tumori del cavo orale, delle ghiandole salivari, dell’esofago e dello stomaco;
  • Presenza di corpo estraneo;
  • Farmaci: antipsicotici (olanzapina), pilocarpina, ketamina, risperidone, …

Sintomi

La scialorrea è un sintomo, non una malattia, e come tale potenzialmente correlato a numerosi altri problemi e patologie.

Si manifesta con un’eccessiva produzione di saliva che può causare senso di fastidio e disagio psicosociale e favorire la comparsa di:

  • fissurazioni,
  • ragadi,
  • screpolatura delle labbra (che si possono sovrainfettare, innescando per esempio una cheilite angolare),
  • alitosi.

Nei casi più severi il paziente potrebbe inoltre manifestare problemi nel linguaggio e nella deglutizione.

Per tutte queste ragioni non è infrequente rilevare quindi delle vere e proprie sindromi depressive nei pazienti costretti e convivere con questo disturbo.

Rimedi e cura

La scialorrea viene curata rimuovendo quella che ne è la causa sottostante.

Nei casi più lievi si rivelano spesso sufficienti alcuni rimedi casalinghi:

  • Frequente lavaggio dei denti, che contribuisce a ridurre l’infiammazione delle gengive e l’irritazione della bocca; lo spazzolamento può inoltre esercitare un effetto disidratante sulle mucose della bocca.
  • Utile il ricorso a un collutorio a base alcolica, che contribuisce alla riduzione della produzione di saliva.

Per affrontare semplicemente il sintomo è possibile attuare una terapia farmacologica a base di farmaci anticolinergici, come scopolamina e glicopirrolato.

Se l’eccesso di produzione è conseguenza dell’effetto di un farmaco, questo dovrà essere sospeso e sostituito; per alcuni pazienti potrebbe essere necessaria una visita specialistica da parte di un logopedista il quale, sulla base del disturbo presente, potrà intraprendere un trattamento riabilitativo ad personam.

Nei pazienti refrattari ai precedenti approcci è possibile trattare la scialorrea con un intervento chirurgico che può consistere in:

  • legatura dei dotti delle ghiandole salivari
  • denervazione delle ghiandole salivari

L’iniezione di tossina botulinica a livello delle ghiandole salivari viene oggi eseguita molto raramente, avendo un effetto soltanto temporaneo di pochi mesi.

 

A cura del Dr. Ruggiero Dimonte, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

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