Obesità e sovrappeso: calcolo, cause e rimedi

Introduzione

Sovrappeso e obesità sono condizioni sempre più comuni nel mondo occidentale e purtroppo l’Italia non fa eccezione; la diagnosi è spesso clinica, cioè effettuata semplicemente con l’osservazione visiva del paziente, ma può essere formalizzata in modo semplificato misurando l’indice di massa corporea (BMI, dall’inglese Body Mass Index; clicca qui per calcolarlo) o, meglio ancora, il giro vita.

Da un punto di vista biologico si tratta di condizioni legate all’aumento di dimensioni e quantità delle cellule adipose (il “grasso”) del corpo, ma acquista rilevanza medica perché causa di numerose pericolose complicanze, tra cui

Il trattamento dipende dalla causa e dalla gravità della condizione, nonché dall’eventuale presenza di complicanze, ma non può prescindere dall’adozione di un corretto stile di vita, fondato su

  • alimentazione sana,
  • pratica regolare di attività fisica.

In alcuni casi, può essere di ausilio anche la chirurgia.

Donna che sale su una bilancia

Sovrappeso ed obesità sono importanti fattori di rischio per le malattie cardiometaboliche (iStock.com/Rostislav_Sedlacek)

Cause

Squilibri energetici

Alla base di qualsiasi condizione di sovrappeso troviamo invariabilmente una differenza tra la quantità di calorie introdotte con l’alimentazione e quelle bruciate dall’organismo; questa energia viene misurata in calorie e può essere classificata come

  • “IN”, quantità di calorie assunta con i cibi e le bevande,
  • “OUT”, quantità di calorie che il corpo impiega per attività come

Sovrappeso e obesità si sviluppano nel tempo quando l’energia IN supera l’energia OUT. Questo tipo di squilibrio comporta l’accumulo di grasso corporeo, che funge da deposito dell’energia assunta in eccesso.

Il corpo impiega alcuni nutrienti, come carboidrati (zuccheri), proteine e grassi alimentari, per produrre energia da impiegare subito per espletare le funzioni corporee e l’attività fisica di base e per conservare energia per ulteriori fabbisogni:

  • gli zuccheri vengono depositati sotto forma di glicogeno nel fegato e nei muscoli,
  • i grassi vengono invece perlopiù accumulati come trigliceridi nel tessuto adiposo.

È molto importante andare al di là del mero computo delle calorie indicate sulle etichette dei cibi, perché la quantità di energia che il corpo è in grado di estrarre realmente dagli alimenti dipende da numerosi fattori quali

  • metodi di cottura/preparazione,
  • presenta di altri cibi consumati durante lo stesso pasto,
  • intervallo tra i pasti,
  • ora in cui avviene il consumo,
  • livelli di stress,

Il metabolismo viene spesso indicato a sproposito come responsabile dell’aumento di peso, ma in realtà il cosiddetto metabolismo lento può essere una spiegazione giustificata solo in numero molto ristretto di pazienti.

La funzione del tessuto adiposo è triplice

  • fonte di combustibile,
  • mantenimento della temperatura corporea in caso di freddo,
  • deposito di energia.

Distinguiamo infine diversi tipi di cellule con questa funzione:

  • Il tessuto adiposo bianco viene accumulato intorno ai reni e sotto la pelle nei glutei, nelle cosce e nell’addome. Questo tipo di grasso immagazzina energia, produce ormoni che controllano lo stimolo della fame e della sazietà, e sostanze infiammatorie che possono generare complicanze.
  • Il tessuto adiposo bruno si conserva nella parte alta della schiena dei bambini piccoli. Questo tessuto conserva energia da impiegare per riscaldare il bambino quando fa freddo. Può anche generare sostanze infiammatorie. Il grasso bruno si può riscontrare anche nei bambini più grandi e negli adulti.
  • Il tessuto beige si accumula in collo, spalle, schiena, torace e addome degli adulti; assomiglia al grasso bruno. Questo tipo di grasso, che impiega carboidrati e grassi per produrre calore, aumenta quando il soggetto, bambino o adulto, si espone al freddo.

Condizioni mediche

Sovrappeso od obesità possono dipendere anche da alcuni disturbi endocrini e sindromi genetiche.

Sindromi genetiche

Diverse sindromi genetiche sono legate a sovrappeso e obesità, in particolare:

  • sindrome di Prader-Willi,
  • sindrome di Bardet-Biedl,
  • sindrome di Alstram,
  • sindrome di Cohen.

Lo studio di queste sindromi ha permesso di capire i meccanismi dell’obesità.

Disturbi endocrini

Poiché il sistema endocrino produce ormoni che contribuiscono a mantenere l’equilibrio energetico dell’organismo, una patologia che affligga questo sistema può diventare causa di sovrappeso e obesità, come nel caso di:

  • Ipotiroidismo: questa condizione comporta bassi livelli di ormoni tiroidei ed elevati valori di TSH. Tale abbassamento è associato a una riduzione del metabolismo e all’aumento del peso corporeo, anche quando l’assunzione di cibo viene diminuita. Il soggetto ipotiroideo produce inoltre meno calore corporeo, ha una temperatura corporea inferiore (per questo avverte più facilmente freddo) e non usa in modo efficiente il grasso corporeo.
  • Sindrome di Cushing: comporta la persistenza in circolo di elevati livelli ematici di glicocorticoidi come il cortisolo, definito l’ormone dello stress; tra le conseguenze troviamo l’aumento dell’appetito e l’accumulo ulteriori grassi. La sindrome di Cushing può insorgere come effetto indesiderato di alcuni farmaci o perché l’organismo di suo inizia a produrre troppo cortisolo.
  • Tumori: alcuni tumori, come il craniofaringioma, possono determinare gravi condizioni di obesità quando si sviluppano vicino alle parti del cervello che controllano la fame.

Farmaci

Antipsicotici, antidepressivi, antiepilettici e antiperglicemizzanti possono portare all’aumento del peso fino al sovrappeso e all’obesità.

In caso d’incremento di peso durante l’assunzione di tali farmaci può essere consigliabile fare riferimento al medico per valutare con lui eventuali alternative con effetti secondari più contenuti, ma si raccomanda di non interrompere autonomamente la terapia.

Diversi tessuti del corpo (stomaco, intestino, pancreas e tessuto adiposo) usano ormoni che controllano il meccanismo con cui il cervello stabilisce la fame o la sazietà.

Esempi di questi ormoni sono l’insulina, la leptina, il peptide simil-glucagone 1 (GLP-1), il peptide YY e la grelina.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per sovrappeso e obesità sono molteplici. Alcuni possono essere modificati, ad esempio stili di vita e ambienti malsani, altri come età, famigliarità e genetica, etnia e sesso, non possono essere cambiati. L’adozione di stili di vita sani può comunque ridurre il rischio assoluto.

  • Stili di vita malsani: Mancanza di attività fisica, cattive abitudini alimentari, sonno insufficiente e forti livelli di stress possono aumentare il rischio di sovrappeso e obesità.
    • Assenza di attività fisica: L’assenza di attività fisica dovuta a sovraesposizione a TV, computer, videogiochi o altre attività a video è stata messa in relazione con alti indici di massa corporea. Variare queste abitudini, per esempio aumentando l’attività fisica e riducendo il tempo passato davanti al video, può aiutare a perdere peso.
    • Cattive abitudini alimentari: Alcuni comportamenti alimentari possono aumentare il rischio di sovrappeso e obesità.
    • Assunzione di calorie in eccesso: Il quantitativo di calorie adeguato al proprio fabbisogno dipende da sesso, età e livello di attività fisica.
    • Assunzione di grassi saturi e trans in eccesso
    • Assunzione di cibi ricchi di zuccheri aggiunti
    • Sonno insufficiente: Vari studi hanno riscontrato alti BMI nei soggetti che non dormono a sufficienza. Alcuni studi hanno visto una relazione tra il sonno e il modo in cui l’organismo impiega i nutrienti per l’energia e come l’assenza di sonno può alterare gli ormoni che controllano lo stimolo della fame.
    • Livelli di stress elevati: Lo stress, acuto o cronico, agisce sul cervello e attiva la produzione di ormoni come il cortisolo, che controllano l’equilibrio energetico e lo stimolo della fame. Uno stress acuto può indurre variazioni ormonali che rendono inappetenti. Nello stress cronico, le variazioni ormonali possono far aumentare l’assunzione di cibo e l’accumulo di grasso.
  • Fattori ambientali:
    • fattori sociali, quali un basso statuto socioeconomico o abitare in zone pericolose,
    • fattori intrinseci, come la facilità di accesso a cibi malsani (merendine, cibi industriali pronti), la scarsità di strutture ricreative (palestre, giardini), la mancanza di aree pedonali sicure,
    • esposizione a fattori chimici noti per agire su ormoni e accumulo di grassi corporei.
  • Età: L’obesità infantile rimane un problema grave nei Paesi occidentali, con alcuni gruppi maggiormente esposti a tale condizione, da un punto di vista generale tuttavia il rischio di sovrappeso aumenta con l’età. Gli adulti con un buon BMI spesso iniziano a ingrassare da giovani e continuano ad accumulare peso fino a 60-65 anni, età a cui poi tendono a dimagrire.
    Nelle donne si osserva un aumento del rischio legato alle variazioni ormonali indotte dalla menopausa.
  • Storia famigliare e fattori genetici: Esistono riscontri sul fatto che sovrappeso e obesità abbiano un andamento famigliare; è quindi possibile che tali condizioni dipendano da geni e DNA. Alcune ricerche hanno dimostrato che alcuni elementi del DNA sono associati all’obesità.
  • Etnia: Sovrappeso e obesità sono nettamente prevalenti in alcuni gruppi etnici. In particolare, negli Stati Uniti l’incidenza dell’obesità è massima negli afro-americani, poi negli ispanici e quindi nei caucasici, indipendentemente dal genere. Maschi e femmine di origine asiatica hanno le minori incidenze di BMI patologici, ma possono avere grossi accumuli malsani di grasso addominale. Gli individui di etnia Samoa sono a rischio di sovrappeso e obesità perché portatori di una variante del DNA associata a un aumento del BMI, ma non alle complicanze tipiche dell’obesità.
  • Genere: Negli Stati Uniti, l’obesità è più comune nelle donne afro-americane o ispaniche che non nei maschi della stessa etnia. Il genere può anche incidere sulle modalità di accumulo del grasso. Per esempio, le donne tendono ad accumulare meno grasso patologico nell’addome degli uomini.
  • Sovrappeso e obesità sono frequenti nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico. Si tratta di una condizione endocrina legata a ovaie ingrossate ed oligomenorrea, che può ridurre la fertilità.

Screening e prevenzione

Per individuare sovrappeso e obesità, vengono applicate formule di calcolo del BMI diverse per bambini e adulti.

  • Bambini: il peso viene considerato normale quando il bambino è tra il 5° e l’85° percentile, in base a tabelle di crescita di pari età e sesso.
  • Adulti: nell’adulto, il peso è normale quando il BMI è compreso tra 18,5 e 25.
BMI Valutazione del peso
Inferiore a 18,5 Sottopeso
18,5 – 24,9 Normale
25 – 29,9 Sovrappeso
Pari o superiore a 30 Obesità

Se il BMI è vicino a 25, o in presenza di determinati fattori di rischio, il medico può raccomandare l’adozione di cambiamenti nello stile di vita per prevenire sovrappeso e obesità. Questi cambiamenti possono vertere su alimentazione, attività fisica e quantità di sonno.

Sintomi

Non esistono sintomi specifici, mentre i segni di sovrappeso e obesità includono un elevato indice di massa corporea (BMI) e una distribuzione anomala del grasso corporeo, valutabile misurando il giro vita.

Altro segno di sovrappeso e obesità è una distribuzione del grasso abnorme. Il tessuto adiposo ha varie funzioni e si localizza in diverse aree corporee. Un incremento del giro vita è un possibile segno di accumulo di grasso nell’addome. È un segno di obesità e può aumentare il rischio di complicanze dell’obesità stessa.

Il tessuto adiposo ha funzioni diverse secondo la propria dislocazione nel corpo. Il grasso viscerale si trova all’interno dell’addome e degli organi. Anche se non si conoscono le cause che portano a produrre e immagazzinare grasso viscerale, è noto però che questo tipo di grasso interferisce con i sistemi endocrino e immunitario, stimola un processo infiammatorio cronico e contribuisce alle complicanze dell’obesità.

Complicanze

L’obesità può determinare le seguenti complicanze:

  • sindrome metabolica,
  • diabete di tipo 2,
  • ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia,
  • malattie del cuore e dei vasi sanguigni:
  • problemi respiratori:
  • dolore alla schiena,
  • steatosi epatica (fegato grasso) non alcolica,
  • osteoartrite, un’infiammazione cronica che danneggia le cartilagini e le superfici ossee dell’articolazione interessata. Può generare un dolore lieve o grave; in genere, colpisce le articolazioni su cui grava il peso di un soggetto obeso. È una causa frequente di chirurgia sostitutiva del ginocchio nei soggetti affetti da obesità di lunga durata,
  • incontinenza urinaria, ossia la perdita non voluta di urina. L’obesità può indebolire i muscoli pelvici, rendendo più difficile il controllo della vescica. Benché possa accadere in ambedue i sessi, di solito colpisce le donne durante l’invecchiamento,
  • malattie della cistifellea,
  • problemi psichici, come una scarsa auto-stima o depressione (questo avviene soprattutto nei bambini),
  • cancri di esofago, pancreas, colon-retto, reni, endometrio, ovaie, cistifellea, mammella o fegato.

Oggi, la comunità scientifica dispone di conoscenze più approfondite sul grasso viscerale, accumulato nell’addome dei soggetti sovrappeso e obesi. Il grasso viscerale rilascia fattori che promuovono processi infiammatori. L’infiammazione cronica dovuta all’obesità è verosimilmente alla base della resistenza all’insulina con conseguente diabete, delle modifiche del fegato con sua degenerazione grassa non alcolica e di cancri. Sono necessarie ulteriori ricerche per capire cosa attiva l’infiammazione in alcuni pazienti obesi e individuare nuovi trattamenti.

Rimedi e cura

Il trattamento del sovrappeso e dell’obesità dipende dalle cause e dalla gravità della condizione.

Tra i possibili trattamenti ricordiamo:

  • adozione di stili di vita sani,
  • programmi comportamentali per la riduzione del peso,
  • farmaci
  • ed eventualmente la chirurgia.

Eventuali complicanze possono necessitare di terapie specifiche.

Adozione di stili di vita sani

Il medico può suggerire stili di vita sani cui aderire vita natural-durante per raggiungere e mantenere un peso adeguato.

  • Dieta sana: è importante imparare a individuare i cibi e i nutrienti da inserire in abitudini salubri. Per mantenere un peso corporeo adeguato è fondamentale assumere una quantità corretta di calorie.
    Se è necessario perdere peso, occorre provare a ridurne l’introito giornaliero con gradualità. Consultare il medico prima di iniziare un nuovo piano alimentare.
  • Attività fisica: i benefici associati all’attività fisica sono molteplici ed è essenziale praticare settimanalmente un carico adeguato di esercizio. È un fattore chiave nel determinare le possibilità individuali di mantenere un peso corretto, o smaltire il peso in eccesso. È necessario consultare il medico per stabilire il livello di attività fisica da praticare.
  • Riposo adeguato: alcuni studi hanno mostrato una qualche relazione tra l’assenza di sonno e l’obesità.

L’adozione di uno stile di vita sano, come mangiare bene e praticare attività fisica, può aiutare a modificare il bilancio energetico e a mantenere un peso corporeo ideale. Per esempio:

  • Per raggiungere un buon peso o perdere peso, bisogna che il dispendio energetico (energia OUT) superi gli introiti (energia IN).
  • Per mantenere il peso ridotto, occorre che le due componenti (OUT e IN) si equivalgano.

Farmaci

Se uno stile di vita adeguato non risulta sufficiente, si possono rendere necessari alcuni farmaci, purché approvati dagli enti di controllo nazionali. I farmaci funzionano a vari livelli dell’organismo.

  • Cervello: vari farmaci interagiscono con le modalità con cui il cervello controlla lo stimolo della fame, contribuendo a ridurre l’appetito. Ne sono esempi medicine come dietilpropione, fendimetrazina, lorcaserina, naltrexone/bupropione e liraglutide (solo alcuni sono prescrivibili in Italia).
  • Tratto gastroenterico; l’unico farmaco che agisce a questo livello è orlistat. Blocca l’assorbimento dei grassi alimentari a livello dell’intestino.

I farmaci non sono raccomandati come singolo approccio alla riduzione del peso. Possono essere di aiuto, e comunque hanno in genere maggior efficacia se associati a modifiche dello stile di vita. Alcuni sono controindicati in soggetti con determinate condizioni o terapie. Hanno inoltre effetti collaterali. Segnalare al medico se in gravidanza (o se si sta pianificando una gravidanza), in corso di allattamento al seno o con una storia famigliare di malattie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa, attacchi cardiaci o ictus.

Chirurgia

In alcuni soggetti, non sono sufficienti né i farmaci né gli stili di vita sani. In questi casi, a fronte dell’insorgenza di alcune complicanze, può risultare vantaggiosa la chirurgia.

  • Bypass gastrico: questa procedura collega una piccola porzione dello stomaco alla parte centrale dell’intestino, saltando il tratto iniziale. Si riducono così le quantità di cibo ingeribili e la quantità di grassi che l’organismo può assumere ed accumulare.
  • Gastrectomia; l’introito di cibo ingeribile viene ridotto rimuovendo un’ampia porzione dello stomaco.
  • Bendaggio gastrico; la parte superiore dello stomaco viene bendata strettamente in modo da creare uno stomaco più piccolo. Si riducono così le quantità di cibo ingeribili.

Consultare il medico per farsi illustrare nel dettaglio benefici e rischi di ciascuna procedura. Le complicanze includono eventi come

  • emorragie,
  • infezioni,
  • rottura interna delle suture
  • e, in casi eccezionali, perfino la morte.

In primo luogo questi interventi riducono la quantità di cibo e calorie gestibili dallo stomaco. Ciò può essere di aiuto nel ripristino di un corretto equilibrio energetico. Questi interventi, inoltre, modificano i livelli di alcuni ormoni e il modo in cui il cervello reagisce al loro rilascio per controllare lo stimolo della fame. Dopo la chirurgia, quindi, alcuni soggetti sono meno interessati al cibo o preferiscono alimenti più sani. In altri casi, l’efficacia della chirurgia bariatrica (l’insieme degli interventi anti-obesità) può essere influenzata da differenze genetiche.

Raggiungimento del peso corporeo adeguato

Se affetti da sovrappeso o obesità, è fondamentale continuare il trattamento. È utile informarsi su

  • come aiutarsi a mantenere un peso forma,
  • benefici di programmi che agiscono sul comportamento per ridurre il peso,
  • com’è possibile monitorare le proprie condizioni e individuare i rischi di complicanze.

Cambiare stile di vita richiede tempo e pazienza. Di seguito, alcuni suggerimenti per aiutarsi a mantenere lo stile di vita adottato per ottenere un peso corporeo ideale.

  1. Fissarsi degli obiettivi specifici, per esempio camminare 30 minuti, 5 giorni alla settimana.
  2. Essere realistici su tempo e capacità di cui si dispone.
  3. Stabilire degli obiettivi che non cambino troppo in una sola volta. Il modo migliore per intraprendere un percorso virtuoso è porsi obiettivi sequenziali che facciano fare un passo alla volta. Non cambiare troppo tutto insieme. Il successo si ottiene con cambiamenti lenti. I metodi che fanno perdere peso rapidamente non danno risultati a lungo termine.
  4. Imparare dalle ricadute. Tutti hanno ricadute, specialmente cimentandosi in nuove attività. Deroghe occasionali per il lavoro, il tempo o la famiglia non devono preoccupare. Cambiare stile di vita è un processo a lungo termine. Identificare cosa ha indotto la deroga e riattivare il programma alimentare e fisico.
  5. Festeggiare i propri successi. Premiarsi quando si raggiungono obiettivi intermedi. Invece di mangiare per celebrare, provare ad andare al cinema, a far compere per l’attività fisica, a visitare una libreria o una biblioteca o fare una passeggiata.
  6. Imparare a riconoscere le tentazioni. Capire come l’ambiente o le attività sociali (guardare la TV, uscire con gli amici) possano impedire il raggiungimento degli obiettivi. Una volta identificati i meccanismi negativi, sviluppare strategie per mantenersi sulla strada giusta.
  7. Pianificare l’attività fisica con un amico. Trovarsi un esercizio divertente per ambedue, come jogging, bicicletta o nuoto.
    È più facile coltivare un’attività praticandola con un amico.

Sarà necessario sottoporsi a controlli periodici per monitorare eventuali complicanze, anche pericolose se ignorate. Tale monitoraggio può svolgersi seguendo varie modalità.

Il medico può:

  1. Pesare il soggetto e confrontare il peso rispetto alla visita precedente. In un individuo sovrappeso il cui peso si riduce di circa 5%, il funzionamento del tessuto adiposo può migliorare e contribuire a ridurre il colesterolo cattivo e altre sostanze predisponenti a tali complicanze.
  2. Misurare il giro vita (soggetti adulti). Donne con giro vita sopra 89 cm o uomini sopra 102 cm possono essere a rischio di attacco cardiaco, ictus o diabete tipo 2. Individui del Sud-Est Asiatico o dell’America Centro-Meridionale sono più a rischio di complicanze: in questi gruppi, quindi, il giro vita deve essere inferiore a 89 cm negli uomini e 87 cm nelle donne. Per una misura corretta, occorre stare in posizione eretta e misurare il giro vita con un nastro passato subito sopra le ossa dei fianchi. La misura va eseguita subito dopo aver espirato l’aria.
  3. Eseguire esami del sangue per sorvegliare le complicanze. Colesterolo e trigliceridi vengono controllati tramite il pannello lipidico del sangue. Un test della funzionalità epatica può determinare il corretto funzionamento del fegato. La glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata servono a individuare eventuali situazioni prediabetiche o diabetiche.

Fonti e bibliografia

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Barbara Greppi, medico chirurgo

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.