Milza ingrossata e dolore: cause, sintomi, pericoli e cura

Cos’è la milza?

La milza è un organo grande all’incirca quanto un pugno e fa parte del sistema linfatico, un insieme di organi, tessuti e cellule che si occupa di combattere infezioni ed altre minacce per l’organismo.

È un organo parenchimatoso, ovvero solido, a differenza ad esempio di stomaco od intestino che sono organi cavi; ha forma ovoidale e di norma si presenta di colore rosso scuro.

La milza in particolare funge da riserva per i globuli bianchi in forma di linfociti e monociti, preziose cellule circolanti nel sangue che compongono una delle prime linee di difesa contro i germi, ma assolve anche altre funzioni, quali ad esempio:

  • contributo al mantenimento dell’equilibrio dei fluidi corporei (regolando ad esempio la quantità di sangue circolante),
  • smaltimento e riciclo dei globuli rossi vecchi e danneggiati.

È paragonata da alcuni Autori ad un grande linfonodo, sebbene sia importante notare come sia collegata al sistema circolante attraverso vasi sanguigni e non linfatici.

Dove si trova?

La milza si trova sopra lo stomaco e appena sotto le costole, sul lato sinistro del corpo.

Milza

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Perché la milza è ingrossata?

È raro che la milza diventi direttamente soggetto di infezione o di tumore, peraltro prevalentemente linfomi, ma Wikipedia ci ricorda come sia noto tra i ricercatori di come sia anzi resistente nei confronti di metastasi da parte di altri tumori solidi.

Può invece andare più facilmente incontro a splenomegalia, il termine medico che si usa per definire una milza ingrossata, in seguito all’infezione e all’infiammazione di altri organi; se infatti in un soggetto sano la milza non è palpabile, perché tendenzialmente posta al di sotto delle coste, può diventare apprezzabile durante la visita ad esempio in caso di:

  • infezioni di vario genere, tra cui ricordiamo in particolare la mononucleosi (la malattia del bacio, diffusa soprattutto tra gli adolescenti), la sifilide (malattia sessualmente trasmessa) e l’endocardite (infezione del cuore),
  • infezioni parassitarie come la malaria,
  • anemia emolitica, un insieme di malattie in cui i globuli rossi vengono distrutti prematuramente,
  • malattie del fegato, soprattutto quando causano ipertensione portale, come la cirrosi epatica,
  • alcune malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il lupus,
  • tumori del sangue, come leucemia e linfoma di Hodgkin,
  • trombosi della vena splenica, che normalmente raccoglie il sangue venoso in uscita dall’organo.

Molto spesso la splenomegalia si associa ad una condizione nota come ipersplenismo e caratterizzata dalla diminuzione della concentrazione delle 3 cellule del sangue, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, a causa di un aumentato effetto filtrante proprio della milza ingrossata; possiamo immaginarlo come un aumento della capacità di filtrazione dell’organo, che non trattiene più solo i globuli rossi più vecchi e danneggiati, ma anche quelli sani e le altre cellule del sangue. Questo peraltro può evolvere in un progressivo accumulo in grado di innescare un pericoloso circolo vizioso che si autoalimenta.

I sintomi della milza ingrossata

Spesso l’aumento del volume è l’unico segno associato alla splenomegalia, alcuni pazienti possono tuttavia lamentare

  • un dolore sordo sul fianco, della schiena o sul lato sinistro dell’addome, o che si irradia fino alla spalla,
  • una sensazione di rapida pienezza dopo piccole quantità di cibo, a causa della pressione esercitata sulla parete dello stomaco,
  • anemia, ovvero una riduzione della quantità circolante dei globuli rossi, che può essere accompagnata da stanchezza e affanno.

Complicazioni

Una milza ingrossata può diventare un filtro eccessivo per globuli rossi, piastrine e globuli bianchi, trattenuti anche quando ancora sani; questo inevitabilmente porta ad una riduzione della loro concentrazione nel sangue, che si traduce rispettivamente in un aumentato rischio di anemia, emorragie ed infezioni.

Rottura della milza

A causa della sua consistenza, infine, un eccessivo aumento di volume può alla fine sfociare nella rottura dell’organo, condizione potenzialmente fatale a causa dell’emorragia interna che ne deriva. Lo stesso rischio si verifica in caso di traumi, ad esempio incidenti stradali od impatti durante l’attività sportiva.

I sintomi della rottura della milza tipicamente includono

La rottura della milza è un’emergenza medica che richiede immediata assistenza ospedaliera.

Come viene diagnosticata la splenomegalia?

Già durante la visita medica è spesso possibile apprezzarne l’aumento di volume, che tuttavia deve essere almeno doppio rispetto al normale; esami di imaging come radiografia ed ecografia possono quantificare meglio l’ingrandimento ed evidenziare anche aumenti più modesti.

I passi successivi sono invece rivolti a scoprire la causa dell’ingrossamento, ad esempio mediante esami del sangue come emocromo completo e valori più specifici in base a quanto emerso con la visita, ad esempio esami specifici per la funzionalità del fegato o anticorpi per la mononucleosi.

Esami più avanzati possono comprendere tra l’altro la risonanza magnetica, per esplorare nel dettaglio il flusso sanguigno nell’organo, o l’analisi del midollo osseo mediante biopsia.

Cura e rimedi

Nella maggior parte dei casi la terapia in caso di milza ingrossata è volta non all’organo in sé, quanto alla causa scatenante.

In assenza di una diagnosi esatta, quando la dimensione lo permette, si opta per una vigile attesa, ovvero una valutazione periodica dello stato di salute in attesa di una risoluzione spontanea o di un’evoluzione che consenta di comprendere le ragioni del disturbo; è molto importante notare che un paziente con milza ingrossata dovrebbe evitare la pratica di attività a rischio di trauma.

L’importante eccezione a quanto descritto finora è rappresentata da in un ingrossamento tale da esporre il paziente a rischio di rottura spontanea della milza, condizione che richiede un immediato approccio chirurgico; in casi selezionati, per evitare questa opzione che è per sua stessa natura definitiva, si può tentare con la radioterapia, che consente di ridurne le dimensioni senza perderne le funzionalità.

Intervento di rimozione della milza

La milza è di consistenza friabile e fragile, per questo motivo è purtroppo esposta al rischio di danni in caso di traumi; se troppo danneggiata potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuoverla.

L’operazione, che prende il nome di splenectomia, viene in genere condotta mediante laparoscopia, che richiede la pratica di piccole incisioni attraverso cui il chirurgo è in grado di operare attraverso il laparoscopio, uno strumento che si avvale tra l’altro di una piccola telecamera in grado di consentire la visualizzazione dell’interno dell’organismo su un monitor a disposizione dello specialista. Fanno eccezione i casi in cui il volume sia tale da richiedere un approccio tradizionale, o la maggior parte degli interventi condotti in regime di urgenza.

L’intervento è condotto in anestesia generale.

Le complicazioni possibili sono quelle tipiche di qualsiasi intervento, come emorragie, infezioni e danni agli altri organi addominali.

Una volta recuperata la capacità di alimentarsi autonomamente, muoversi ed espletare le normali funzioni fisiologiche, il paziente viene dimesso  (tipicamente 2-3 giorni a seguito di laparoscopia, 5-7 giorni in caso di intervento a cielo aperto).

Si può vivere senza milza?

Sì, è possibile vivere senza milza, una condizione che prende il nome di asplenia e in cui altri organi, come il fegato, assumeranno parte del lavoro della milza. Tipicamente è la conseguenza di un intervento di rimozione dell’organo, ma in alcuni casi si verifica l’assenza congenita dell’organo, ovvero si nasce senza milza.

Senza questa, a prescindere dalla causa, il corpo perde parte della capacità di combattere le infezioni. Per questa ragione diventa cruciale attenersi ad un attento percorso vaccinale studiato con il curante, che preveda ad esempio l’anti-pneumococco, l’anti-meningococco e l’anti-haemophilus influenzae ed ovviamente l’antinfluenzale annuale. Verrà inoltre consigliato di procedere all’assunzione di coperture antibiotiche in vista di eventuali futuri interventi chirurgici, così come in caso di sintomi suggestivi d’infezione.

Può essere infine utile ricordare la cosiddetta asplenia funzionale, ovvero una condizione in cui la milza è presente ma non è in grado di espletare le sue normali funzioni; può succedere ad esempio in conseguenza di anemia falciforme, celiachia o infiammazioni del fegato causato da un abuso di alcolici.

Fonti e bibliografia

Articoli ed approfondimenti

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Importante

Revisione a cura del Dott. Roberto Gindro (fonti principali utilizzate per le analisi http://labtestsonline.org/ e Manual Of Laboratory And Diagnostic Tests, Ed. McGraw-Hill).

Le informazioni contenute in questo sito non devono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente; si raccomanda di chiedere il parere del proprio dottore prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.